DIMORA DI ALFONSO CASATI A MILANO
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Sulla facciata di Palazzo Stampa di Soncino a Milano, in via Soncino 2, è appesa una lapide rettangolare in marmo in memoria di Alfonso Casati, che proprio qui abitò. Su essa si legge l’iscrizione incisa: “IN QUESTA CASA DEI SUOI / VISSE / ALFONSO CASATI / CHE PASSIONE DI LIBERTÀ A LUNGO SOGNATA / E FIERA VOLONTÀ DI SACRIFICIO / TRASSERO ALL’IMPETO EROICO / CONTRO IL TEDESCO INVASORE / CONSACRÒ NEL SANGUE IL DIRITTO / DEI SOLDATI ITALIANI / A COMBATTERE E A MORIRE / PER L’ITALIA / MILANO 13-7-1918 FRONTE DI JESI 6-8-1944”.
Alfonso Casati nacque a Milano il 13 luglio 1918; fu figlio del conte Alessandro, storico e politico di area liberale, ministro della Pubblica Istruzione nel secondo governo Mussolini, dimessosi a seguito della promulgazione delle leggi eccezionali fasciste e, dopo la caduta del regime nel luglio 1943, divenuto ministro della Guerra nei governi Badoglio e Bonomi. Studente in lettere, chiamato alle armi nel 1941, Alfonso dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 era in Corsica e, assieme al II battaglione del 2° reggimento Granatieri, nell’ottobre del 1943 passò in Sardegna. Il 1 luglio 1944 venne trasferito come sottotenente al battaglione “Basile” del reggimento “San Marco” del Corpo Italiano di Liberazione. Durante un combattimento nei pressi di Jesi (Ancona), guidò più volte i suoi uomini contro l’invasore tedesco, riuscendo a sgominarlo; nella liberazione del borgo marchigiano di Corinaldo, venne colpito a morte da proiettili nemici, morendo eroicamente all’età di ventisei anni.
Il 31 luglio 1945 Alfonso Casati fu insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione: “Volontario della nuova guerra di redenzione contro il tradizionale nemico, durante arduo ciclo operativo dava ripetute prove di altissima abnegazione e di costante sprezzo del pericolo. Comandante di un plotone mitraglieri, nel corso di un aspro combattimento si lanciava alla testa dei propri uomini in ripetuti attacchi e contrattacchi contro importanti posizioni tenacemente difese da forti nuclei tedeschi, riuscendo dopo una strenua e cruenta lotta ad eliminare la resistenza avversaria. In una successiva azione si offriva volontariamente di partecipare ad una rischiosa impresa per la conquista di un importante centro abitato saldamente presidiato dal nemico.
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Determinatasi una sosta nell’attacco a causa dell’intensissimo fuoco della difesa, non esitava a portarsi con un esiguo nucleo di animosi in zona dominante e scoperta allo scopo di attirare su di sé l’attenzione del nemico e agevolare col fuoco delle proprie armi i movimenti dei reparti attaccanti. Benché fatto segno alla micidiale reazione tedesca e conscio dell’inevitabile sacrificio non desisteva dal nobile intento ed ergendosi fieramente in mezzo al fragore della battaglia continuava la propria efficace azione infliggendo perdite notevoli all’avversario mentre il successo coronava l’azione. Colpito a morte, continuava ad incitare con la parola e col gesto i propri uomini alla lotta, offrendo a tutti nobilissimo esempio di un eroico trapasso”.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Indirizzo: via Soncino, 2
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.46043 – Longitudine 9.18274
FONTI
Bibliografia
Casati, Alfonso (ad vocem), in «Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza», vol. I A-C, Milano, La Pietra, 1968, p. 474
Sitografia
Casati Alfonso, profilo biografico pubblicato sul sito anpimilano.com consultato il 23/7/2023
Le targhe degli antifascisti, caduti della Resistenza, deportati nella zona 1 di Milano, articolo pubblicato sul sito anpisezionezona1.wordpress.com consultato il 23/7/2023
Casati Alfonso, scheda pubblicata sul sito www.quirinale.it consultato il 23/7/2023
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: Guerra di liberazione
Cognome / Nome: Casati Alfonso
Formazioni d’appartenenza: II battaglione del 2° reggimento Granatieri, Battaglione “Basile” del reggimento “San Marco” del Corpo italiano di liberazione
Data struttura: XVI secolo (Palazzo Stampa di Soncino)
Autore: Lombardo Cristoforo (architetto e scultore, autore del palazzo)
Note: palazzo non liberamente accessibile, lapide visibile e liberamente accessibile
contatti
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