DIMORA DI ALFONSO CASATI A MILANO

DIMORA DI ALFONSO CASATI A MILANO

Home » Archivi per stefano balbiani
DIMORA DI ALFONSO CASATI A MILANO

© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright

Sulla facciata di Palazzo Stampa di Soncino a Milano, in via Soncino 2, è appesa una lapide rettangolare in marmo in memoria di Alfonso Casati, che proprio qui abitò. Su essa si legge l’iscrizione incisa: “IN QUESTA CASA DEI SUOI / VISSE / ALFONSO CASATI / CHE PASSIONE DI LIBERTÀ A LUNGO SOGNATA / E FIERA VOLONTÀ DI SACRIFICIO / TRASSERO ALL’IMPETO EROICO / CONTRO IL TEDESCO INVASORE / CONSACRÒ NEL SANGUE IL DIRITTO / DEI SOLDATI ITALIANI / A COMBATTERE E A MORIRE / PER L’ITALIA / MILANO 13-7-1918 FRONTE DI JESI 6-8-1944”.
Alfonso Casati nacque a Milano il 13 luglio 1918; fu figlio del conte Alessandro, storico e politico di area liberale, ministro della Pubblica Istruzione nel secondo governo Mussolini, dimessosi a seguito della promulgazione delle leggi eccezionali fasciste e, dopo la caduta del regime nel luglio 1943, divenuto ministro della Guerra nei governi Badoglio e Bonomi. Studente in lettere, chiamato alle armi nel 1941, Alfonso dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 era in Corsica e, assieme al II battaglione del 2° reggimento Granatieri, nell’ottobre del 1943 passò in Sardegna. Il 1 luglio 1944 venne trasferito come sottotenente al battaglione “Basile” del reggimento “San Marco” del Corpo Italiano di Liberazione. Durante un combattimento nei pressi di Jesi (Ancona), guidò più volte i suoi uomini contro l’invasore tedesco, riuscendo a sgominarlo; nella liberazione del borgo marchigiano di Corinaldo, venne colpito a morte da proiettili nemici, morendo eroicamente all’età di ventisei anni.
Il 31 luglio 1945 Alfonso Casati fu insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione: “Volontario della nuova guerra di redenzione contro il tradizionale nemico, durante arduo ciclo operativo dava ripetute prove di altissima abnegazione e di costante sprezzo del pericolo. Comandante di un plotone mitraglieri, nel corso di un aspro combattimento si lanciava alla testa dei propri uomini in ripetuti attacchi e contrattacchi contro importanti posizioni tenacemente difese da forti nuclei tedeschi, riuscendo dopo una strenua e cruenta lotta ad eliminare la resistenza avversaria. In una successiva azione si offriva volontariamente di partecipare ad una rischiosa impresa per la conquista di un importante centro abitato saldamente presidiato dal nemico.

Leggi di più

Determinatasi una sosta nell’attacco a causa dell’intensissimo fuoco della difesa, non esitava a portarsi con un esiguo nucleo di animosi in zona dominante e scoperta allo scopo di attirare su di sé l’attenzione del nemico e agevolare col fuoco delle proprie armi i movimenti dei reparti attaccanti. Benché fatto segno alla micidiale reazione tedesca e conscio dell’inevitabile sacrificio non desisteva dal nobile intento ed ergendosi fieramente in mezzo al fragore della battaglia continuava la propria efficace azione infliggendo perdite notevoli all’avversario mentre il successo coronava l’azione. Colpito a morte, continuava ad incitare con la parola e col gesto i propri uomini alla lotta, offrendo a tutti nobilissimo esempio di un eroico trapasso”.  

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Milano
Indirizzo: via Soncino, 2
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.46043 – Longitudine 9.18274

U

 

Tag:

FONTI

Bibliografia
Casati, Alfonso (ad vocem), in «Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza», vol. I A-C, Milano, La Pietra, 1968, p. 474

Sitografia
Casati Alfonso, profilo biografico pubblicato sul sito anpimilano.com consultato il 23/7/2023

Le targhe degli antifascisti, caduti della Resistenza, deportati nella zona 1 di Milano, articolo pubblicato sul sito anpisezionezona1.wordpress.com consultato il 23/7/2023

Casati Alfonso, scheda pubblicata sul sito www.quirinale.it consultato il 23/7/2023

p

ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: Guerra di liberazione

Cognome / Nome: Casati Alfonso

Formazioni d’appartenenza: II battaglione del 2° reggimento Granatieri, Battaglione “Basile” del reggimento “San Marco” del Corpo italiano di liberazione

Data struttura: XVI secolo (Palazzo Stampa di Soncino)

Autore: Lombardo Cristoforo (architetto e scultore, autore del palazzo)

Note: palazzo non liberamente accessibile, lapide visibile e liberamente accessibile

contatti

DIMORA DI ALFONSO CASATI A MILANO

tipo di messaggio

trattamento dati personali

Servizio aggiornamento schede

Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?

Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it

Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.

MONUMENTO DEDICATO ALLA BRIGATA MAIELLA A SULMONA

MONUMENTO DEDICATO ALLA BRIGATA MAIELLA A SULMONA

Home » Archivi per stefano balbiani
MONUMENTO DEDICATO ALLA BRIGATA MAIELLA A SULMONA

© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright

L’elaborato e astratto monumento è costituito da un ampio basamento chiaro, in cemento, sul quale si innalzano tre lapidi a forma trapezoidale in pietra viva bianca della Maiella. La lastra di sinistra reca, in alto a sinistra, il distintivo della brigata “Maiella”, e le scritte “La Brigata Maiella si distingue / per aver fatto / la guerriglia del partigiano / e la guerra del soldato”, “Il comandante / Ettore Troilo” e “Dicembre 1943 – Luglio 1945”. La stele centrale, di dimensioni più grandi rispetto alle altre due, mostra in basso a destra un candido rilievo con cinque partigiani che, dai monti della Maiella (Abruzzo) entrano a Bologna (riconoscibile dalle Torri Garisenda e degli Asinelli), liberandola dall’oppressione nazifascista. Sono presenti, altresì, due iscrizioni: “IN QUINDICI MESI / DI ASPERRIMA LOTTA / SOSTENUTA CONTRO / L’INVASORE TEDESCO / CON PENURIA DI OGNI MEZZO / MA CON MAGNIFICA ESUBERANZA / DI ENTUSIASMO E DI FEDE, / SORRETTI SOLTANTO DA UNO / SCONFINATO AMORE DI PATRIA, / I PATRIOTI DELLA MAIELLA, / VOLONTARI DELLA LIBERTÀ / AFFRONTANDO SEMPRE / SOVERCHIANTI FORZE NEMICHE, / HANNO SCRITTO PER LA STORIA / DELLA RISORGENTE ITALIA / UNA PAGINA DI SUPERBO EROISMO” e “Dalla motivazione della / medaglia d’oro al valore militare / conferita al Gruppo Patrioti della Maiella”. Sul retro della lapide sono riportati i nomi dei 55 caduti.

Leggi di più

La lastra di destra presenta una targa con la mappa di guerra della brigata “Maiella” con menzionate le zone di combattimento in Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna e Veneto; sul retro, in un angolo, è fissata una placchetta con scritto “Opera Progettata e Realizzata da / TAMA STUDIO / Ing. Andrea Dell’Orso – Arch. Giulia Cellitti / IMPRESA / Dell’Orso Luciano – Dell’Orso Riccardo”. Sul basamento è, infine, presente l’iscrizione dedicatoria “SULMONA e la VALLE PELIGNA alla BRIGATA MAIELLA”. Il monumento è dunque opera dello studio di architettura, ingegneria, urbanistica e designa TAMA Studio, di Pacentro (L’Aquila). 
La brigata “Maiella”, o Gruppo patrioti della Maiella, è una formazione partigiana che ricoprì un ruolo fondamentale nella guerra di Liberazione; venne guidata dall’avvocato socialista Ettore Troilo, come vicecomandante il comunista Domenico Troilo. Venne costituita nell’autunno del 1943 e, a partire dal gennaio 1944, cooperò attivamente sotto il Comando inglese, affiancando poi il 2° Corpo polacco. La brigata “Maiella” prese parte alla liberazione del territorio d’origine, finché l’intera regione venne liberata il 15 giugno 1944; successivamente, risalì l’Italia sino ad Asiago, lottando nelle Marche, in Emilia-Romagna e in Veneto, contribuendo fra l’altro alla liberazione di Bologna. L’unità fu sciolta ufficialmente nell’estate del 1945 a Brisighella (Ravenna); contò circa 1.500 combattenti, dei quali 131 feriti e 55 deceduti. La bandiera della brigata è oggi custodita nel Sacrario delle Bandiere presso il Vittoriano a Roma.
Il 14 novembre 1963 alla brigata venne conferita la medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione: “In 15 mesi di asperrima lotta sostenuta contro l’invasore tedesco con penuria di ogni mezzo ma con magnifica esuberanza di entusiasmo e di fede, sorretti soltanto da uno sconfinato amore di Patria, i Patrioti della Maiella, volontari della Libertà, affrontando sempre soverchianti forze nemiche, hanno scritto per la storia della risorgente Italia una pagina di superbo eroismo. Esempio a tutti di alto spirito di sacrificio essi, manipolo di valorosi, nulla chiedendo se non il privilegio del combattimento, hanno dato per primi largo e generoso contributo di sangue per il riscatto dell’onore e della libertà d’Italia. Da Civitella a Selva, a Pizzoferrato, a Lama, e poi, superata la Maiella madre, da Cingoli a Poggio San Marcello, da Montecarotto a Pesaro e poi ancora, instancabilmente, da Monte Castellaccio, a Brisighella, a Monte Mauro, a Monte della Volpe, al Senio e, tra le primissime truppe liberatrici, all’alba del 21 aprile a Bologna, il 1° maggio 1945 ad Asiago, dal 5 dicembre 1943 al 1° maggio 1945, di battaglia in battaglia, essi furono sempre ed ovunque primi in ogni prova di audacia e di ardimento. Lungo tutto il cammino una scia luminosa di abnegazione e di valore ripete e riafferma le gesta più epiche e gloriose della tradizione del volontarismo italiano. 54 Caduti, 131 feriti di cui 36 mutilati, 15 medaglie d’argento, 43 medaglie di bronzo e 144 croci al valor militare, testimoniano e rappresentano il tributo offerto dai Patrioti della Maiella alla grande causa della libertà”. 

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Sulmona
Indirizzo: viale Togliatti, 2
Comune: Sulmona
Provincia: L’Aquila (AQ)
Regione: Abruzzo
Coordinate geografiche: Latitudine 42.05293 – Longitudine 13.92950

U

 

Tag:

FONTI

Sitografia
G. Carlucci, Monumento dedicato alla “Brigata Maiella” – Sulmona, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 23/7/2023

Brigata Maiella, scheda pubblicata sul sito www.anpi.it consultato il 23/7/2023

Il Presidente Mattarella depone una corona al Sacrario militare della Brigata Maiella, articolo pubblicato sul sito www.quirinale.it consultato il 23/7/2023

Storia e documentazione, scheda pubblicata sul sito www.fondazionebrigatamaiella.it consultato il 23/7/2023

p

ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 12/1943 – 7/1945

Cognome / Nome: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte

Formazioni d’appartenenza: brigata “Maiella”

Data opera: 23/10/2019

Autori: TAMA Studio – Dell’Orso Andrea (ingegnere); Cellitti Giulia (architetto)

Note: monumento visibile e liberamente accessibile

contatti

MONUMENTO DEDICATO ALLA BRIGATA MAIELLA A SULMONA

tipo di messaggio

trattamento dati personali

Servizio aggiornamento schede

Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?

Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it

Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.

MONUMENTO A SALVO D’ACQUISTO A FIGLINE VALDARNO

MONUMENTO A SALVO D’ACQUISTO A FIGLINE VALDARNO

Home » Archivi per stefano balbiani
MONUMENTO A SALVO D’ACQUISTO A FIGLINE VALDARNO

© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright

Il monumento si erge in un’area verde all’interno della piazza. Lo slanciato basamento trapezoidale in marmo reca l’iscrizione a rilievo in bronzo “SALVO D’ACQUISTO / V. BRIGADIERE DEI / CARABINIERI MEDAGLIA / D’ORO AL VALORE MILITARE / FIGLINE V.NO 22 9 1985”, sovrastata dal fregio distintivo dell’Arma dei Carabinieri anch’esso in bronzo, una granata con il monogramma R.I. (Repubblica Italiana) sormontata da una fiamma mossa dal vento, simbolo di fedeltà e lealtà. Nella parte sommitale campeggia il ritratto bronzeo a mezzobusto di Salvo D’Acquisto, visto di tre quarti, dal portamento sobrio e fiero, lo sguardo rivolto all’orizzonte. Salvo Rosario Antonio D’Acquisto nacque a Napoli il 17 ottobre 1920. All’età di 18 anni si arruolò volontario nei Carabinieri il 15 agosto 1939; nell’autunno del 1940 fu assegnato alla 608a Sezione dell’Aeronautica e combattè nella campagna del Nordafrica. Rientrato in Italia in licenza a seguito di una virulenta febbre malarica, nel 1942 seguì un corso alla Scuola Centrale Carabinieri Reali di Firenze, e fu promosso a vicebrigadiere. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 venne assegnato come vicebrigadiere alla caserma dei carabinieri di Torrimpietra (Roma); qui, nella prima serata del 22 settembre, alcuni paracadutisti tedeschi della 2a Fallschirmjäger-Division, durante una perquisizione di una ex caserma della Guardia di Finanza rimasero feriti o uccisi per l’esplosione di bombe a mano abbandonate.

Leggi di più

I nazisti, attribuendo l’incidente a un attentato locale, fecero una rappresaglia e rastrellarono ventidue ostaggi civili; giunti alla caserma dei Carabinieri, obbligarono con la forza Salvo D’Acquisto a seguirli a Palidoro (Roma). Dopo un sommario interrogatorio, i prigionieri furono costretti a scavare una fossa, per poi essere trucidati sul posto; con nobiltà d’animo e per salvare la vita a poveri innocenti, Salvo D’Acquisto si autoaccusò dell’accaduto: gli ostaggi furono liberati, e il giovane vicebrigadiere venne subito fucilato. La sua salma riposa, dal 1986, nella basilica di Santa Chiara di Napoli, e la Chiesa cattolica gli ha assegnato il titolo di “Servo di Dio”.
Salvo D’Acquisto è stato insignito, nel 1945, della medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: “Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così – da solo – impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Figline Valdarno
Indirizzo: piazza Salvo D’Acquisto
Comune: Figline e Incisa Valdarno
Provincia: Firenze (FI)
Regione: Toscana
Coordinate geografiche: Latitudine 43.61956 – Longitudine 11.47466

U

 

Tag:

FONTI

Bibliografia
D’Acquisto, Salvo (ad vocem), in «Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza», vol. II D-G, Milano, La Pietra, 1971, p. 14

Sitografia
D’Acquisto Salvo, scheda pubblicata sul sito www.quirinale.it consultato il 21/7/2023

Esploratori Toscana, Monumento a Salvo d’Acquisto – Figline Valdarno, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 21/7/2023

Non tutti sanno che…D’Acquisto Salvo, profilo biografico pubblicato sul sito www.carabinieri.it consultato il 21/7/2023

Salvo D’Acquisto, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 21/7/2023

p

ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 23/9/1943

Cognome / Nome: D’Acquisto Salvo

Formazioni d’appartenenza: Arma dei Carabinieri

Data opera: 22/9/1985

Autore: non conosciuto

Note: monumento visibile e liberamente accessibile

contatti

MONUMENTO A SALVO D’ACQUISTO A FIGLINE VALDARNO

tipo di messaggio

trattamento dati personali

Servizio aggiornamento schede

Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?

Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it

Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.

LAPIDE DEDICATA A LUCIANO BOLIS A GENOVA

LAPIDE DEDICATA A LUCIANO BOLIS A GENOVA

Home » Archivi per stefano balbiani
LAPIDE DEDICATA A LUCIANO BOLIS A GENOVA

© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright

La sobria lapide in ottone, con una semplice cornicetta, è appesa a un pilastro di un portico di piazza De Ferrari. Essa reca l’iscrizione, a bassorilievo, “LUCIANO BOLIS / 1918 – 1993 / IN QUESTA PIAZZA, IL 6 FEBBRAIO 1945, / FU ARRESTATO DAI FASCISTI. / TORTURATO, TENTÓ IL SUICIDIO / PER NON RIVELARE I NOMI DEI COMPAGNI. / DEDICÓ LA VITA ALLA CAUSA / DELLA PACE E DELL’UNITÁ EUROPEA. / MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO / GENOVA FEBBRAIO 1998”.
Luciano Bolis nacque a Milano il 17 aprile 1918; di attività professore, si laureò in Lettere e Filosofia all’Università di Pavia. Chiamato alle armi nel 1941, sin dai primi anni Quaranta svolse attività antifasciste e, per questo motivo, nel 1942 fu condannato a due anni di reclusione dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato; uscito dal carcere di Castelfranco Emilia (Modena) dopo la caduta del fascismo (luglio 1943), si recò a Milano, ma quasi subito dovette abbandonare la città natale poiché, a seguito della nascita della Repubblica Sociale Italiana a Salò, venne ricercato dai repubblichini. Militante del movimento “Giustizia e libertà”, Bolis fu tra i fondatori e organizzatori del Partito d’Azione. 

Leggi di più

Rifugiatosi in Svizzera, qui venne in contatto con altri illustri fuoriusciti antifascisti quali Luigi Einaudi, Ferruccio Parri e Altiero Spinelli; stabilì, allora, di partecipare attivamente alla Resistenza italiana, e fu inviato a combattere in Liguria, tra le brigate “Giustizia e libertà”, ricoprendo il ruolo di ispettore regionale delle formazioni. Arrestato a Genova dai repubblichini il 6 febbraio 1945, Luciano Bolis fu sottoposto a ripetute sevizie alla “Casa dello studente” e, in un secondo tempo, nella prigione di via Ponticelli; per porre fine alle torture e per non tradire i propri compagni, rivelando i loro nomi durante gli interrogatori, tentò il suicidio tagliandosi le vene dei polsi e la carotide. Ricoverato in ospedale, poco prima del 25 aprile venne portato in salvo da un gruppo di partigiani genovesi, grazie all’aiuto di un’infermiera divenuta, dopo la Liberazione, sua moglie, Ines. Nel lungo periodo della convalescenza, Bolis scrisse un libro autobiografico sulla Resistenza, Il mio granello di sabbia, edito da Einaudi nel 1946 e in successive ristampe nei decenni seguenti. Nel dopoguerra, Bolis fu tra i fondatori del Movimento federalista europeo, contribuendo convintamente alla nascita del Parlamento della nuova Europa, liberata dalla dittatura nazifascista.
Luciano Bolis è morto a Roma il 20 febbraio 1993; le sue spoglie riposano nel cimitero di Ventotene (Latina).

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Genova
Indirizzo: piazza Raffaele De Ferrari (portici)
Comune: Genova
Provincia: Genova (GE)
Regione: Liguria
Coordinate geografiche: Latitudine 44.40769 – Longitudine 8.93426

U

 

Tag:

FONTI

Bibliografia
Bolis, Luciano (ad vocem), in «Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza», vol. I A-C, Milano, La Pietra, 1968, p. 319

Sitografia
Secondaria di Primo Grado Emiliani di Genova Nervi, Lapide a Luciano Bolis – Genova, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 19/7/2023

Luciano Bolis, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 19/7/2023

G. Giannini, Biografia Luciano Bolis, profilo biografico pubblicato sul sito www.storiaxxisecolo.it consultato il 19/7/2023

p

ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 6/2/1945

Cognome / Nome: Bolis Luciano

Formazioni d’appartenenza: movimento “Giustizia e libertà”, Partito d’Azione, Movimento federalista europeo

Data lapide: 7/2/1998

Autore: non conosciuto. Sappiamo solo che la lapide venne commissionata dal Movimento federalista europeo di Genova

Note: lapide visibile e liberamente accessibile

contatti

LAPIDE DEDICATA A LUCIANO BOLIS A GENOVA

tipo di messaggio

trattamento dati personali

Servizio aggiornamento schede

Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?

Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it

Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.

LAPIDE IN MEMORIA DI MARIO CIFOLA A MONTOTTONE

LAPIDE IN MEMORIA DI MARIO CIFOLA A MONTOTTONE

Home » Archivi per stefano balbiani
LAPIDE IN MEMORIA DI MARIO CIFOLA A MONTOTTONE

© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright

La lapide, appesa alla parete di un palazzo in mattoni all’angolo con la SP61, è costituita da quattro grandi piastrelle in ceramica chiara, incorniciata da piastrelle più piccole di colore bruno-rossiccio, decorate a racemi, e appoggiata a due peducci in pietra. Al centro campeggia un medaglione in bronzo, ritraente il volto del giovane Mario Cifola visto di tre quarti; sotto si legge l’iscrizione dipinta “Nel 50° / del sacrificio del Martire / Mario Cifola / la cittadinanza / di Montottone / pone a ricordo / per le generazioni future / 15 giugno 1944 – 15 giugno 1994”.
Mario Cifola nacque a Monteverde, frazione di Montegiorgio (Fermo) il 22 aprile 1923, in una famiglia di contadini i cui avi, durante il Risorgimento, combatterono nell’esercito garibaldino. Dopo l’8 settembre 1943, Cifola entrò convintamente nelle file della Resistenza locale, ricoprendo il ruolo di staffetta tra le brigate partigiane operative nella parte fermana della zona, partecipando a volte anche alle azioni armate: per esempio, prese parte alla sottrazione di armi e munizioni dalla casa del sanguinario milite fascista Settimio Roscioli a Belmonte Piceno. Alle prime luci del 15 giugno 1944 un battaglione di tedeschi in ritirata, giunto a Montottone iniziò un rastrellamento della popolazione, per sradicare i gruppi partigiani e punire alcune azioni di guerriglia avvenute nei giorni precedenti.

Leggi di più

Radunati circa duecento civili nella piazza del mercato antistante la porta del paese, i nazisti tentarono inutilmente di estorcere loro informazioni sulla Resistenza locale, e stabilirono quindi di fucilare tutti nell’arco della giornata. Frattanto, vennero catturati sei partigiani: Leonida Palladino, Ottavio Sebastiani, Dante Sabbatini, Federico Storelli, Fernando Bozzi e Mario Cifola; il ventunenne Cifola fu imprigionato per puro caso. Partito in motocicletta da casa sua per consegnare al comandante partigiano Angelo Palini un plico segreto da parte dei vertici della Resistenza, non avendolo trovato si diresse verso il centro di Montottone; fermato a un posto di blocco tedesco nei pressi della chiesa della Madonna delle Grazie, fu arrestato a seguito di una perquisizione. Portato, assieme agli altri cinque, in una casa per essere interrogato, subito fuggì dall’uscio retrostante che affacciava sull’orto dell’abitazione, ma inutilmente: mentre scappava, fu ferito da molteplici proiettili dei soldati nazisti; caduto e rialzatosi per tre volte, fu presto raggiunto dai nemici che gli diedero il colpo di grazia con una pistola. Paghi di questa giustizia sommaria e brutale, i nazifascisti decisero di liberare i circa duecento uomini radunati in piazza.
La targa è stata inaugurata a cinquant’anni esatti dal sacrificio di Mario Cifola, a perenne memoria della sua uccisione che ha permesso di salvare la vita alla popolazione locale.

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Montottone
Indirizzo: piazza Mario Cifola
Comune: Montottone
Provincia: Fermo (FM)
Regione: Marche
Coordinate geografiche: Latitudine 43.06260 – Longitudine 13.58603

U

 

Tag:

FONTI

Sitografia
G. Carlucci, Lapide in memoria di Mario Cifola – Montottone, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 13/7/2023

Mario Cifola. La tragica fine del partigiano Cifola. Una morte che salva un paese, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpifermo.it consultato il 13/7/2023

C. Donati, Montottone 15.06.1944, scheda pubblicata sul sito www.straginazifasciste.it consultato il 13/7/2023

p

ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 15/6/1944

Cognome / Nome: Cifola Mario

Formazioni d’appartenenza: brigate partigiane della zona

Data lapide: 15/6/1994

Autore: non conosciuto. Sappiamo solo che la lapide venne commissionata dal Comune di Montottone

Note: lapide visibile e liberamente accessibile

contatti

LAPIDE IN MEMORIA DI MARIO CIFOLA A MONTOTTONE

tipo di messaggio

trattamento dati personali

Servizio aggiornamento schede

Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?

Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it

Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.