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Casa Goisis fu nella Resistenza di Milano base partigiana e sede di comando per le formazioni di Giustizia e libertà. A via Andrea Doria 15 abitava una famiglia molto numerosa. Eugenia, Tina, Bice, Ginin e il fratello “Pepp” Goisis avevano accettato di abdicare alla possibilità di chiudersi nell’attesa aprendo le porte alla ribellione e alle azioni clandestine.
Tina era la sorella maggiore. Partiva da Milano per la campagna bergamasca tornando con i rifornimenti di viveri, una parte di questi destinata a chi scontava l’opposizione politica nelle carceri di San Vittore. Da un amico di Bergamo arrivavano documenti immacolati che le sorelle Goisis riempivano di nuove identità. Bice e Ginin erano crocerossine, la prima all’Istituto Tumori, l’altra allo Zonda, il padiglione chirurgico del Policlinico di Milano più volte colpito dai bombardamenti. Direttore del reparto chirurgia dell’Istituto Tumori era già dal 1936 Pietro Bucalossi, allora militante nel Partito D’Azione e poi stretto collaboratore di Ferruccio Parri nel Comitato di liberazione nazionale dell’alta Italia (CLNAI). Era un ottimo oncologo, ma prima di tutto e in quel momento in particolare un medico che non rinnegava il giuramento. All’istituto Bice portava dentro i compagni feriti, li medicava, li nascondeva. Grazie a lei e alla complicità delle religiose dell’Istituto, amici e partigiani ricevevano protezione e cure altrimenti negate.
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Spesso non rientrava a casa Goisis. Dopo il turno di lavoro Bice era la staffetta che consegnava messaggi. Sapeva di dover stare attenta, ogni sera, addosso i documenti da recapitare alla persona giusta. Una in particolare, sconosciuta, si suppone fosse un maresciallo, a lui affidava la maggior parte dei documenti clandestini. A Eugenia un paio di volte andò male, catturata e reclusa in carcere, come molte donne della Resistenza il suo ruolo ciecamente sottovalutato.
Non era facile intuire chi, quanti fossero gli abitanti di casa Goisis. Chi ospitava e che era ospitato. I vecchi paradigmi sociali si erano come dissolti, il mio e il tuo vennero abbandonati in quei venti mesi dove ogni giorno, ogni notte, qualcuno rischiava per gli altri, i confini di ognuno sbiaditi nella causa comune. Questo accadde almeno fino all’irruzione della Muti, corpo militare, segugi e torturatori al soldo della Repubblica sociale e degli occupanti nazisti. Cercavano il partigiano giellino Pepp Goisis e il dottor Bucalossi, lui comparso in un elenco dei componenti del CLNAI finito in mano fascista. Passò in clandestinità per un po’, ribattezzato ‘Guido’. Dal 1953 deputato a Roma nelle fila socialiste del PSDI, arrivò dieci anni dopo sullo scranno più alto di palazzo Marino. Il 25 aprile 1965 era a San Vittore, osservava la posa della lastra che commemora le vite mutilate, interrotte dall’oppressione nazifascista, a donare radici e senso del presente.
Silvia Maresca
Localizzazione
Indirizzo: Viale Andrea Doria 15
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.48604 – Longitudine 9.21146
FONTI
Bibliografia
M. Alloisio, G. Beltrami, Volontarie della libertà, Milano, Mazzotta, 1981
D. De Angelis, Pietro Mancini. La spontaneità come pratica, Roma, Gangemi, 2012
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 1943-1945
Cognome Nome: Eugenia Goisis; Tina Goisis; Ginin Goisis; Bice Goisis; Pepp Goisis; Pietro Bucalossi
Formazioni d’appartenenza: Partito d’Azione; Brigate Giustizia e Libertà
Data opera: non determinata
Autore: non conosciuto
Note: la localizzazione di Casa Goisis all’indirizzo attuale di Viale Andrea Doria 15 a Milano deve trovare riscontro
contatti
CASA GOISIS A MILANO
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