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COMO E LA RESISTENZA CIVILE

© Giuseppe Maresca, fotografo – Questa immagine è protetta da copyright

La manifestazione antifascista di piazza del Duomo a Como il 9 settembre 1943 fu insieme al discorso pubblico tenuto in quell’occasione da Pier Amato Perretta l’inizio simbolico della Resistenza comasca. Protagoniste e protagonisti del movimento resistenziale, oltre ai partigiani delle brigate Garibaldi e di Giustizia e Libertà, furono persone non ingaggiate in azioni di lotta, ma che insieme costituirono quella rete di sostegno e di assistenza diffusa indispensabile alla sopravvivenza dell’opposizione clandestina. Persone che agirono nel silenzio, grazie alla copertura di funzioni sociali riconosciute, imprenditori e ingegneri, innocue padrone di casa, e donne comuni, relegate dalla pregiudiziale comune a ruoli inoffensivi, estranei per natura a contesti di guerra o di impegno politico.
L’itinerario è percorso da luoghi informali, non legati a un singolo accadimento ma centro di azioni collettive. Alcune sono abitazioni private, celate ai più per loro stessa funzione cospirativa, dove si nascosero ricercati, si tennero riunioni, vennero occultate armi, ma soprattutto focolari attorno a cui ravvivare le relazioni e l’anelito altrove represso di libertà.

Itinerario a cura di Silvia Maresca

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COMO E LA RESISTENZA CIVILE – Elenco tappe

Piazza del Duomo, comizio di Pier Amato Perretta dal Broletto di Como

All’indomani dell’armistizio, il 9 settembre 1943 l’ex giudice e antifascista Pier Amato Perretta parlò dal balcone del Broletto di Como, incitando le persone radunate nella piazza del Duomo a formare una Guardia nazionale cittadina contro le forze nazifasciste.
Piazza del Duomo

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Casa del pastore valdese Carlo Lupo

Carlo Lupo, pastore del Chiesa valdese di Como, diede ospitalità dal 1941 alle prime riunioni del nucleo antifascista locale. La sua casa, già punto di riferimento per la comunità ebraica, divenne dal settembre del 1943 uno dei primi rifugi per i perseguitati dalle forze nazifasciste.
via Tomaso Grossi, 17

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Casa di Ginevra Bedetti Masciadri a Como

Dalla casa di Ginevra Bedetti Masciadri passarono le armi recuperate alla Questura di Como poco dopo l’Armistizio, dirette ai primi gruppi partigiani del Lario. Sempre in contatto le formazioni di Giustizia e Libertà, Ginevra ebbe un ruolo centrale nell’organizzazione degli espatri clandestini oltre il confine elvetico.
via Rubini, 16

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Casa di Lydia Galli a Como

Nei giorni successivi l’entrata delle forze naziste a Como, la casa di Lydia Galli fu requisita da alcuni militari tedeschi. Tra quelle mura, all’insaputa degli occupanti, transitarono profughi ed ebrei, con la complicità della figlia Nery e delle amiche Ginevra Masciadri e Alda Vio.
Piazza Giuseppe Mazzini, 2

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Casa di Alda Vio a Como

Alda Vio, insieme alla musicista Lydia Galli, insegnava all’Accademia musicale “M. E. Bossi” di Como, un’ottima copertura per l’assistenza a ebrei e clandestini e il supporto ai gruppi partigiani. Il comando della XVI Divisione Giustizia e Libertà trovò nella casa di Alda sicuro approdo.
via Maurizio Monti, 1

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Tintoria Lambert, luogo di detenzione di ebrei a Como

Tra il dicembre 1943 e il gennaio 1944 alcuni locali dismessi della Tintoria Lambert furono adibiti a luogo di segregazione temporanea di cittadini italiani di origine ebraica. Alcune donne li ne intuirono lo stato di miseria e abbandono, e insieme decisero di agire.
via Carlo De Cristoforis, 9

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