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Il 25 agosto 1943, a Taurianova, Cipriano Scarfò lavorava nella sua armeria, in piazza del Duomo. Fu raggiunto da una pattuglia di soldati nazisti, catturato, e portato via. Una lapide dedicata alla sua memoria, oggi esposta sulla palazzina prospicente piazza Concordia, ne ricorda a tutti l’ingiusto epilogo: “In questa città fu fucilato, per rappresaglia nazista, il libertario Cipriano Scarfò. 25-8-1943 25-8-2011”.
Nacque il 24 marzo 1889 da Caterina Pizzuto e Raffaele Scarfò, lei cucitrice, lui titolare della sartoria di Taurianova. Presto Cipriano imparò a costruire armi e fucili da caccia, divenne abile e ne fece la sua professione, conquistandosi una notevole clientela. Sposò Caterina Tripodi, ed ebbero sei figli. La nuova famiglia rimase e crebbe a Taurianova, piccolo centro della Piana di Gioia Tauro ricca di coltivi e uliveti, terre lavorate dai braccianti per conto di alcuni possidenti come il potente agronomo Arturo Zerbi, dal 1923 finanziatore della Federazione fascista locale e di Reggio Calabria. Il fascismo territoriale non si espresse solo nelle istituzioni pubbliche, ma ebbe particolare presa anche nei ricchi potentati locali, di solito personificati da latifondisti, congelando di fatto gerarchie sociali già consolidate, impedendone l’evoluzione. Eppure il dissenso trovò il modo di esprimersi, spesso di nascosto, clandestino, talvolta emerso con le ovvie conseguenze. Era una piccola comunità, semplice da conoscere e di cui controllare opinioni e relazioni umane. I pochi oppositori vennero quindi incarcerati o mandati al confino.
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Cipriano Scarfò è un nome che poteva risuonare come e più di altri, forse per aver mal celato alcune amicizie, come quella con Filippo Zucco, che all’indomani della destituzione del governo fascista del 25 luglio, insieme ad altri artigiani e piccoli commercianti di Taurianova, decise la ricostituzione della sezione taurianese del Partito Socialista. Oppure per la sua nota insofferenza alla guerra, espressa ben prima che divenisse realtà quotidiana. Nei locali dell’Unione contadini di Taurianova, dove si ascoltavano le notizie via radio, una sera entrò anche Scarfò, e quando il gerarca locale pretese da tutti l’alzata in piedi, il segno devozionale alle imprese belliche fasciste, lui rimase seduto, si rifiutò.
Dopo il 25 luglio, con la destituzione di Mussolini e la nomina di Badoglio a capo del governo nazionale, a due settimane dallo sbarco alleato in Sicilia, le istituzioni fasciste, dalle prefetture al podestà, rimasero al loro posto con il compito di mantenere l’ordine pubblico. Anche a Taurianova il mandato governativo si tradusse in azioni di polizia e direttive prefettizie contro ogni forma di propaganda antifascista, perseguendo e punendo le prime manifestazioni e riunioni politiche. Inoltre, con l’intensificarsi dei bombardamenti alleati su Reggio Calabria, Taurianova fu scelta come sede della Federazione fascista reggina, rendendo ancora più difficile l’organizzazione di una resistenza politica.
Gli attacchi dell’aviazione anglo-americana interessarono i territori calabresi a partire dal gennaio 1943. Quando furono colpite Gioia Tauro e la vicina Cittanova, Cipriano Scarfò e la sua famiglia, come tanti, abbandonarono la loro casa di Taurianova per trovare rifugio fuori città. Andarono in località Contrada Chiusa, zona di campagna vicino a Taurianova, dove la famiglia Zerbi, tra i clienti più importanti dell’armeria, possedeva una modesta casupola. Intanto Scarfò teneva sempre aperta la sua officina in piazza Duomo. Ci andava a piedi, percorrendo nel mezzo di antichi uliveti una stradina che passava per la vicina Contrada Micigallo, anch’essa di proprietà Zerbi, che per un tratto costeggiava l’accampamento della 29a Divisione Panzer Granadier. La recente disfatta siciliana e l’imminenza dello sbarco alleato sulle coste calabresi provocarono notevole tensione nelle milizie tedesche, e un conseguente aumento del rischio di rappresaglie, ma rappresentarono anche sentimenti di speranza e impaziente trepidazione di chi intravedeva la liberazione al nazifascismo.
Non è stata mai accertata la responsabilità di aver tagliato i fili del telegrafo del campo tedesco, ma di questo atto di sabotaggio fu accusato Cipriano Scarfò. Per questo, in una manciata di ore del 25 agosto 1943, Cipriano Scarfò, su probabile ordine del comandante Walter Fries, sarebbe stato arrestato, imputato in un processo lampo, condannato, legato al tronco di un ulivo, e fucilato.
Silvia Maresca
Localizzazione
Località: Taurianova
Indirizzo: via Roma, angolo Piazza Concordia (via Roma, 84 in Google)
Comune: Taurianova
Provincia: Reggio Calabria (RC)
Regione: Calabria
Coordinate geografiche: Latitudine 38.35537 – Longitudine: 16.01647
FONTI
Bibliografia
R. Lentini, La resistenza negata. Cipriano Scarfò e la liberazione in Calabria, in «Sud contemporaneo», anno 6, numero 1-2 (dicembre 2005).
Sitografia
Istituto “Ugo Arcuri” per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria, La Resistenza reggina e la fucilazione di Cipriano Scarfò, articolo pubblicato nel sito www.reteparri.it consultato il 24/8/2023
F. Gori, Micigallo Taurianova 25-8-1943 (Reggio di Calabria – Calabria), scheda monografica pubblicata sul portale www.straginazifasciste.it consultato il 24/8/2023
G. Masi, L’estate del ‘43 in Calabria tra storia e memoria, in «Giornale di storia contemporanea», n. 1-2, 2013, pp. 85-117, articolo pubblicato sul sito www.icsaicstoria.it consultato il 24/8/2023
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 25/8/1945
Cognome / Nome: Scarfò Cipriano
Formazioni d’appartenenza: autonomo
Data opera: non determinabile. Sappiamo che fu inaugurata il 25/8/2011
Autore/i: non conosciuto
Note: opera accessibile
contatti
LAPIDE IN MEMORIA DI CIPRIANO SCARFÒ A TAURIANOVA
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