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L’austero monumento è formato da sette sobrie lastre in granito grigio chiaro e di formato rettangolare, messe in verticale una accanto all’altra, quasi a semicerchio, e addossate a un muretto di mattoni. La lapide centrale, la quarta, presenta una testa femminile in metallo con corona ed espressione triste, probabile simbolo della patria che piange per i propri figli deceduti durante la Resistenza, opera dello scultore originario di Pagnano – Merate (Lecco) Giuseppe Mozzanica (1892 – 1983). Sotto di essa, campeggia la scritta incisa, a lettere capitali, “IN MEMORIA / DEI CADUTI LECCHESI / NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE / A GLORIA DEI MORTI / A MONITO DEI VIVI / 1943 – 1945”. Le altre sei steli riportano, in ordine alfabetico, i nomi delle 94 vittime lecchesi della Guerra di liberazione: da “Alborghetti Albino” a “Capozza Raffaele” (prima lastra), da “Casati Emma” a “Frigerio Luigi” (seconda), da “Fumagalli Manlio” a “Martelli Renzo” (terza), da “Manzoni Virgilio” a “Polvara Adelio” (quinta), da “Ratti Vittorio” a “Rusconi Pietro” (sesta), da “Sangalli Antonio” a “Vitali Pierino” (settima).
I 94 uomini e donne qui ricordati ebbero, come naturale, esistenze tra loro differenti: alcuni furono combattenti partigiani, altri civili; ne citiamo qualcuno. Il giovane Alberto Picco (1925 – 1945) si diplomò al liceo classico “Alessandro Manzoni” di Lecco, dove era preside don Giovanni Ticozzi, tra i promotori del Comitato di liberazione nazionale lecchese.
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Nipote dell’avvocato Antonio Valzelli, animatore e direttore del settimanale socialista La Spinta dal 1908 al 1910, Alberto operò nell’organizzazione clandestina locale per procacciare munizioni e viveri ai partigiani e per far espatriare in Svizzera ebrei e antifascisti. Cadde il 27 aprile 1945 combattendo contro i nazifascisti nella battaglia di Pescarenico.
Il monumento menziona anche i quattro lecchesi morti nel campo di concentramento e transito di Fossoli (Modena): Lino Ciceri, del rione di Acquate; Luigi Frigerio, della frazione di Laorca; Antonio Colombo e Franco Minonzio (1911 – 1944). Nativo del quartiere di Castello, impiegato della fabbrica “Badoni”, Minonzio fu uomo di cultura apartitico e studioso di storia locale, giunto a convinte posizioni antifasciste grazie alla propria formazione e al lavoro in ditta. Attivo nella Resistenza locale, portò vettovaglie e armi ai combattenti sui monti e funse da staffetta partigiana; arrestato il 19 maggio 1944 e rinchiuso nel carcere di San Donnino a Como, fu poi trasferito a Fossoli dove, il 12 luglio di quello stesso anno, venne trucidato assieme ad altri 76 prigionieri politici ed ebrei, come conseguenza di un attentato contro i nazifascisti avvenuto pochi giorni prima a Genova.
Giovanni Giudici ed Ettore Riva morirono nei giorni immediatamente successivi al 25 aprile 1945, durante la cosiddetta battaglia di Pescarenico, uccisi con l’inganno da un gruppo di giovani fascisti proveniente da Brescia e acquartieratosi in un’abitazione vuota in via Como: fecero infatti sventolare una bandiera bianca a una delle finestre della casa e, quando quattro partigiani uscirono allo scoperto per trattare la resa, fecero fuoco su di loro (gli altri due, Antonio Polvara e Silvano Rigamonti, si salvarono).
Su una delle lapidi sono rammentati i due fratelli Figini del rione di Maggianico: ambedue partigiani, Costantino venne giustiziato il 31 dicembre 1944, assieme ad altri combattenti, lungo il muro del cimitero di Barzio, in Valsassina; Giuseppe fu, invece, ucciso a Maggianico il 26 aprile 1945, mentre si trovava indifeso e disarmato sul ciglio della strada che porta a Lecco, intento a veder sfilare i carri militari tedeschi dopo la resa. Ci furono perdite pure tra i civili, come per esempio Luigia Locatelli. Alcuni dei caduti qui ricordati sono sepolti nella cripta del Santuario Nostra Signora della Vittoria di Lecco.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Località: Lecco
Indirizzo: largo Montenero, 3
Comune: Lecco
Provincia: Lecco (LC)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.85710 – Longitudine 9.39231
FONTI
Bibliografia
A. Benini, Nerina non balla. Resistenza e guerra di Liberazione tra Lecco, Brianza e Valsassina, Lecco, Periplo, 1995, pp. 123, 129, 138
Franco Minonzio, in A. Sala, D. Cercek, I 100 del Novecento. I personaggi che hanno fatto la storia di Lecco e del suo territorio nel XX secolo, Lecco, Periplo, 2002, p. 141
Fratelli Figini: due partigiani un Circolo, a cura di C. Pattarini, Lecco, Cooperativa Fratelli Figini, 2019, passim
Minonzio Franco (ad vocem), in «Dizionario storico illustrato di Lecco e della sua Provincia», Lecco, Periplo, 1996, p. 224
Picco Alberto (ad vocem), in «Dizionario storico illustrato di Lecco e della sua Provincia», Lecco, Periplo, 1996, p. 259
S. Puccio, Una Resistenza. Antifascismo e lotta di Liberazione a Lecco e nel Lecchese, Lecco, Stefanoni, 1995, p. 109
Sitografia
Istituto Comprensivo Lecco 3 Stoppani, Monumento ai Caduti lecchesi nella lotta di Liberazione, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 7/8/2023
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 1943 – 1945
Cognome / Nome: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte
Formazioni d’appartenenza: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte
Data opera: 1956
Autore: Mozzanica Giuseppe (scultore)
Note: monumento visibile e liberamente accessibile
contatti
MONUMENTO AI CADUTI LECCHESI NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE
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