Alcuni furono arrestati insieme, altri in solitudine, traditi da spie e delatori. Finirono a Regina Coeli, dopo le torture subite alla pensione d’Oltremare o nelle carceri di via Tasso dalla banda Koch. Pilo Albertelli, Bruno Annarumi, Giorgio Giorgi e Felice Salemme morirono il 24 marzo 1944, fucilati dai nazisti alle Fosse Ardeatine. Tra le 335 vittime della rappresaglia nazista, 75 erano uomini del Partito d’Azione romano.
Il professore di filosofia Pilo Albertelli aderì al gruppo azionista fin dalla sua fondazione, nel giugno del 1942. Il padre Guido, parlamentare socialista, gli aveva consegnato il mito risorgimentale di Giuseppe Mazzini, esempio di aderenza vitale alla libertà e all’impegno civile che il figlio abbracciò senza riserve. A Parma, era l’ultimo anno di liceo, Pilo Albertelli vide lo studio paterno incendiato dai fascisti. Trasferito a Roma con la famiglia, si immerse negli studi di filosofia antica, amò gli eleati e Platone, le loro riflessioni porte per dialogare col presente.
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Già collaboratore del giornale clandestino del Partito D’Azione “Italia libera”, verso la fine di agosto del 1943 venne ingaggiato dal giellista Emilio Lussu e dal repubblicano ed ex capo degli Arditi del popolo Vincenzo Baldazzi per organizzare squadre d’azione cittadine, scelto come mediatore tra la base e i dirigenti di partito. Ci furono i primi reclutamenti e recuperi di armi, ma fu all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre, con la difesa di Roma dall’avanzata tedesca, che il Partito d’Azione tramutò rapidamente la propria organizzazione. Nel caos generale gli azionisti riuscirono a svuotare le caserme abbandonate raccogliendo grandi quantità di armi da fuoco ed esplosivi, depositandone una buona parte al chiostro di San Giovanni e nella falegnameria Gallarello in via Santa Croce di Gerusalemme, di lì a poco centro organizzativo della VI zona del Partito d’Azione e luogo di riunione del Comitato militare romano. Pilo Albertelli fu spesso nei locali di Vincenzo Gallarello e del padre Antonio a discutere fitto con il vice Armando Bussi mentre le nuove reclute si misuravano con l’uso di fucili, bombe e detonatori, apprendendo dagli ex arditi e militari metodi di guerriglia urbana. Lì si sarebbe costituita la Squadra speciale sabotatori del Pd’A che agì nei mesi di occupazione.
Il 18 e il 19 novembre 1943 l’organizzazione azionista subì un primo contraccolpo nella redazione de l’“Italia Libera”. La polizia fascista arrestò tutti, tipografi e redattori, nella casa di Stefano Siglienti in via Basento n. 55, compreso il direttore Leone Ginzburg. Si sarebbe salvata la maggior parte di loro. Ginzburg morì nell’infermeria di Regina Coeli il 5 febbraio del ’44 a causa delle atroci torture. Con lui dovette subire un simile accanimento l’impaginatore Benedetto Pitorri, morto a causa delle sevizie poco dopo l’uscita dal carcere il mese di aprile.
L’azione squadrista del reparto speciale di polizia guidato da Pietro Koch (banda Koch) sguinzagliato dalla Questura romana dal dicembre 1943, fu determinante grazie all’infiltrazione sempre più capillare di spie fasciste al soldo delle SS tedesche nei gruppi azionisti romani. Tra di loro Franco Sabelli e Armando Testorio furono i maggiori responsabili della cattura di giovani militanti del Pd’A, diversi appartenenti all’ARSI, l’associazione rivoluzionaria studenti italiani, con cui Pilo Albertelli teneva contatti dall’8 settembre. Giorgio Giorgi, classe 1921, impiegato all’Innocenti e studente di Scienze economiche alla Sapienza, fu incastrato da Sabelli e arrestato dalle SS in piazza Barberini. Manlio Bordoni e Felice Salemme furono tra i molti catturati a Roma il 12 gennaio 1943. Il ventiduenne Bordoni, impiegato alle poste e regista teatrale di filodrammatica, fu prelevato dalla sua abitazione al civico 95 di via Taranto e portato in via Tasso. Fu torturato anche all’hotel Flora prima di essere rinchiuso come Giorgi nel terzo braccio di Regina Coeli. Pochi giorni dopo arrivò il turno di Luigi Selva. Avrebbe compiuto diciassette anni il 4 aprile. Fucilato da Sabelli in un tentativo di fuga e morto qualche giorno dopo all’ospedale di San Giovanni.
Alla fine di gennaio iniziarono gli arresti più consistenti, decretando la decimazione dell’organizzazione militare azionista. Il 3 febbraio 1944 fu perquisita la falegnameria Gallarello. La polizia fascista vi trovò casse di munizioni, arrestò il padre del partigiano Vincenzo Gallarello, Antonio, e con lui il giovane Bruno Annarumi.
Il 2 febbraio Giovanni Ricci, capo di stato maggiore del PdA, riuscì a fuggire dalla cattura ad opera della Banda Koch. Ormai compromesso, il suo ruolo andò in capo a Pilo Albertelli, che divenne il punto di riferimento nell’organizzazione, mantenendo anche il ruolo di coordinatore militare. Per ventisei giorni non ebbe sosta, coadiuvato da Armando Bussi che curava le attività di informazione tra le squadre cittadine, moltiplicò gli sforzi mentre si rendeva conto di un pericolo sempre più crescente. Il delatore Gerardo Priori lo fece catturare il 1 marzo 1943. Le sevizie che la banda Koch gli inflisse alla pensione d’Oltremare non gli cavarono un nome né alcuna informazione. Dopo le minacce alla moglie e ai figli tentò il suicidio, due volte. A Regina Coeli ritrovò in cella Aldo Eluisi, ardito del popolo e anarchico, compagno di lotta nel Partito d’Azione. Uscirono insieme il 24 marzo, i loro nomi nell’elenco dei 330 condannati.
Localizzazione
Indirizzo: Viale Castrense 60
Comune: Roma
Provincia: Roma (RM)
Regione: Lazio
Coordinate geografiche: Latitudine 41.88603 – Longitudine 12.51006
FONTI
Pilo Albertelli, a cura del Partito d’Azione nel primo anniversario della morte Roma 24 marzo 1945, Roma, L’arciere, 1945
F. M. Fabrocile, Il segnale dell’elefante: storia della mancata insurrezione del Partito d’Azione a Roma “città aperta”, Cava de’ Tirreni (SA), Marlin, 2017
G. Ranzato, La liberazione di Roma : alleati e Resistenza (8 settembre 1943-4 giugno 1944), Roma, Laterza, 2019
Sitografia
consultata il 26 febbraio 2024
G. Albertelli, Albertelli Pilo, articolo pubblicato su www.letteraicompagnirivista.com
C. Muscetta, La sventurata “Italia libera”, in «Mercurio: mensile di politica, arte, scienze», [1944], copia digitale www.google.it/books/edition/Mercurio
Episodio: ospedale San Giovanni Roma 17.01.44, scheda pubblicata sul portale www.straginazifasciste.it
I caduti del Partito d’Azione alle Fosse Ardeatine, articolo a cura di Giorgio Giannini pubblicato su www.circologiustiziaeliberta.it
Le vittime: Antonio Gallarello, scheda biografica in www.mausoleofosseardeatine.it
Le vittime: Bruno Annarumi, scheda biografica in www.mausoleofosseardeatine.it
Le vittime: Ermelindo Pietro Lungaro, scheda biografica in www.mausoleofosseardeatine.it
Le vittime: Felice Salemme, scheda biografica in www.mausoleofosseardeatine.it
Le vittime: Giorgio Giorgi, scheda biografica in www.mausoleofosseardeatine.it
Le vittime: Manlio Bordoni, scheda biografica in www.mausoleofosseardeatine.it
12 gennaio 1944, articolo pubblicato sul sito www.letteraicompagnirivista.com
19 novembre 1943: la polizia fascista scopre la tipografia in cui veniva stampata “Italia Libera”. Tra gli arrestati Leone Ginzburg, articolo pubblicato sul sito www.letteraicompagnirivista.com
20 gennaio 1944, articolo pubblicato sul sito www.letteraicompagnirivista.com
ALTRE INFORMAZIONI
Cognome Nome: Albertelli Pilo, Annarumi Bruno, Bordoni Manlio, Gallarello Antonio, Giorgi Giorgio, Lungaro Pietro, Pitorri Benedetto, Rossi Umberto, Salemme Felice, Selva Luigi
Formazioni d’appartenenza: Partito d’Azione; Brigate Giustizia e Libertà
Data opera: marzo 1945 (affissione)
Autore: non conosciuto. Opera commissionata dal Partito d’Azione
Note: di alcuni partigiani non sono state trovate informazioni.
Si segnalano targhe a Roma in memoria di: Antonio Gallarello e Bruno Annarumi, in via di S. Croce in Gerusalemme 28; Manlio Bordoni e Felice Salemme, in via Taranto 95; Giorgio Giorgi, in via Principe Amedeo 102; Pietro Lungaro, in via di S. Vitale 15 (pietra d’inciampo davanti alla Questura di Roma); Luigi Selva, in via Taranto 6.
contatti
TARGA IN MEMORIA DI PILO ALBERTELLI E ALTRI PARTIGIANI DELLA SESTA ZONA DEL PARTITO D’AZIONE A ROMA
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