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VILLA LA RUFOLA A SORRENTO

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Non lontano dalle scogliere di Capo di Sorrento, innestata nella vegetazione antica che si rinnova, appare una grande casa, bianca dalle linee neoclassiche, conosciuta come Villa La Rufola. Si intravede appena dalla via, occultata dalle fronde di pini marittimi e fitto fogliame, in fondo ad un lungo viale. La targa apposta accanto al cancello d’entrata ricorda un frammento di vita tutta novecentesca: “In questa casa che fu della famiglia Benzoni / nella sua ospitalità ed affetto visse e morì Gaetano Salvemini, uomo saggio e meridionalista appassionato / esempio di cultura il cui ’insegnamento di libertà vive nel tempo e nelle generazioni”.
Giuliana Benzoni, appena ventiquattrenne, entrò per la prima volta nella dimora sorrentina mentre si apriva un nuovo capitolo di vita. La madre Teresa, figlia del ministro per le politiche coloniali Ferdinando Martini, aveva appena acquistato la villa. Era il 1919. Giuliana faceva parte dell’Associazione per il Mezzogiorno, intenta ad occuparsi di scuola e alfabetizzazione dove c’era solo sopravvivenza, nelle retrovie nascoste di un’unità d’Italia lontana e incomprensibile. La sua era una famiglia di origini nobili, aperta a idee politiche liberali e progressiste. Aveva conosciuto Gaetano Salvemini nell’adolescenza fiorentina, mentre lui scriveva per l’Unità e La voce, già in polemica con il giolittismo e quelle gerarchie conservatrici colpevoli di cecità, immuni al mutamento sociale in corso. Fu un incontro decisivo per Giuliana, che maturava una passione politica fatta di azioni concrete. Con l’affacciarsi del primo conflitto mondiale Giuliana raggiunse a Roma nonno Ferdinando mentre ordiva da ministro interventista accordi con gli stati dell’Intesa. Per lui fu informatrice e portaordini, girando tra i palazzi romani delle ambasciate francesi e inglesi dove apprese la fine arte diplomatica delle trame politiche, di cospirazioni e accordi segreti. Intuì e affinò presto la capacità di accordare mondi lontani, facendo incontrare l’interventismo pericolosamente nazionalista con quello più democratico salveminiano. Una sera improbabile Giuliana capitò ad una festa di Giuseppe “Gegé” Primoli e lì conobbe il primo amore, Milan Štefánic. Di origini ceche, astronomo e colonnello dell’esercito francese, coltivava con i filosofi Tomáš Garrigue Masaryk e Edvard Beneš il sogno dello stato cecolovacco. Lo vide poche volte, nei radi ritorni romani, fino al gennaio 1919. Il 19 maggio precipitò con un aereo italiano mentre sorvolava i cieli di Slovacchia.

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Giuliana era a Bratislava al funerale di stato di Milan. Poi trascorse lunghi periodi in terra straniera, nelle missioni diplomatiche del fratello Giorgio o dagli amici cecoslovacchi, con qualche ritorno in Italia, dove la dittatura fascista comprimeva le libertà personali e politiche, fino al totale scioglimento del dissenso. Spesso fu a Praga, accolta dal mentore e padre putativo Masaryk, ora presidente della repubblica cecoslovacca. Lo ospitò d’estate, nei profumi di mare e fiori d’arancio dei giardini de La Rufola, insieme alla figlia Alice e all’amico e ministro fedele Beneš. La cortina nobile e autorevole che circondava Villa La Rufola ne fece rifugio sicuro per molti amici antifascisti, un luogo protetto che permetteva a dissidenti e liberi pensatori di rimanere in contatto, ravvivando idee e relazioni ovunque proibite. Tra i ricordi di Giuliana c’è l’arrivo dell’amico Gaetano Salvemini scarcerato dalle Murate di Firenze nel luglio 1924, in partenza per Parigi dove con Carlo e Nello Rosselli avrebbe fondato il movimento di Giustizia e Libertà. Alcune furono presenze costanti, come quella di Umberto Morra di Lavriano, amico di Piero Gobetti e collaboratore alla rivista La Rivoluzione Liberale. E poi Giorgio Amendola, che poté incontrare il meridionalista Giustino Fortunato, amico del padre Giovanni morto dopo gli attacchi squadristi. Da Milano giunse a Villa La Rufola anche Raffaele Mattioli, allora direttore della Comit, la Banca commerciale italiana, che portava notizie sull’organizzazione antifascista costiuita nell’Ufficio studi da azionisti e liberali. Con alcuni di loro Giuliana Benzoni condivise la clandestinità della Resistenza romana, in un passaggio repentino dall’antifascismo privilegiato dei giardini protetti al caos della Roma occupata. Non fece parte di alcun partito, e grazie alle sue conoscenze ebbe ruoli di intermediaria. Fu di prezioso aiuto nelle operazioni di raccordo tra militari e politici, come accadde con il comunista Giorgio Amendola e il generale Giuseppe Cordero di Montezemolo, in un gioco di vasi comunicanti e vie poco esplorate. Chiese e ottenne denaro da diversi finanziatori, soprattutto da Mattioli, per supportare i militari sbandati. A palazzo Taverna, dove nel 1934 avvenne il primo di tanti incontri con la “ribelle” di casa Savoia Maria Josè, trovò sede la rinata Assistenza per il Mezzogiorno. Qui Giuliana prendeva appuntamenti, compilava liste di prigionieri da ricercare, stampava documenti clandestini e tessere annonarie.
Dopo la Liberazione partì da Roma e con mezzi di fortuna riuscì infine a raggiungere Sorrento e Villa La Rufola. In mezzo paesaggi irriconoscibili e un clima spettrale. Vide casupole di campagna e città semiabbandonate, brulicanti di nuove forme di sopravvivenza, e Napoli attraversata da reduci e alleati, piccoli e grandi soprusi, mentre si apprestava al difficile quanto agognato tempo di rinascita. Dopo la guerra, dopo il lungo esilio e gli impegni accademici, Gaetano Salvemini divenne ospite e abitante de La Rufola, non più approdo incantato in un mondo di macerie, ma dimora famigliare, con l’affetto dell’amica Giuliana sotto il pergolato di vite.

Silvia Maresca

Localizzazione

Località: Capo di Sorrento
Indirizzo: non determinabile. Indicazione: Traversa Punta Capo, incrocio con Calata Punta Capo. Riferimento su google maps per coordinate
Comune: Sorrento
Provincia: Napoli (NA)
Regione: Campania
Coordinate geografiche: Latitudine 40.629918 – Longitudine 14.354489

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FONTI

Bibliografia
G. Benzoni, La vita ribelle: memorie di un’aristocratica italiana fra belle époque e repubblica raccolte da Viva Tedesco, Bologna, Il Mulino, 1985

Sitografia
M. Grasso, Il mio incontro con Salvemini: intervista a Giuliana Gargiulo, articolo pubblicato nel sito
www.istitutosalvemini.it consultato il 9/9/2023

G. Pecora, Un ricordo di Gaetano Salvemini (Molfetta, 8 novembre 1873 – Sorrento, 6 settembre 1957), articolo pubblicato sul periodico online www.pensalibero.it consultato il 9/9/2023

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: Resistenza

Cognome Nome: Benzoni Giuliana; Salvemini Gaetano

Formazioni d’appartenenza: 

Data opera: non determinabile

Autore: non conosciuto

Note: si tratta di un edificio privato, non accessibile. Sul muro di cinta, a destra dell’entrata, è affissa una targa 

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