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CIPPO IN MEMORIA DI “DUCCIO” GALIMBERTI

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Sul ciglio della strada statale 20 che collega Cuneo a Centallo, uno spiazzo creato appositamente ricorda la figura di “Duccio” Galimberti. Il monumento  è composto da un blocco di pietra sul quale trovano posto 3 lapidi di differenti dimensioni – in materiale marmoreo – riportanti una croce, il nome di Tancredi Galimberti e le date in cui il monumento è stato danneggiato a partire dal dopoguerra da nostalgici fascisti.

Tancredi Achille Giuseppe Olimpio Galimberti nasce a Cuneo il 30 aprile 1906. “Duccio”, questo il suo soprannome, cresce in un ambiente familiare estremamente colto e impegnato: il padre Lorenzo Tancredi è un noto avvocato ed uomo politico, parlamentare e ministro, mentre la madre Alice Schanzer è una studiosa di letteratura inglese, poetessa e scrittrice. A partire da un contesto famigliare tanto impegnato – lo zio materno è anch’egli un politico – Giuseppe sviluppa un notevole interesse tanto per il diritto quanto per la letteratura. Un sentimento lo accompagna nella sua crescita: una simpatia profonda per le idee mazziniane.

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A soli sedici anni, dunque in anticipo, consegue la maturità al liceo “Silvio Pellico” ed inizia a collaborare con il giornale fondato dal padre, La Sentinella delle Alpi. Iscritto all’università nel 1922, consegue la laurea in giurisprudenza nel luglio del 1926 a Torino, con una tesi dal titolo “La pericolosità come base della sanzione penale”. Nello stesso anno presta servizio militare, venendo poi richiamato per due tornate, nel 1935 e nel 1939.

Alla morte del padre, nel 1939, decide di rompere ogni indugio, impegnandosi apertamente nell’opposizione al fascismo. Fino ad allora aveva rifiutato l’iscrizione al Partito Nazionale Fascista – PNF, pur mantenendo un atteggiamento prudente per non sfidare apertamente l’autorevole figura paterna, sostenitrice invece del regime. Tra la fine del 1940 e il 1941 compie diversi viaggi a Roma, Genova e Torino, nel contesto dei quali ha modo di entrare in contatto con esponenti del mondo politico di epoca prefascista ed al contempo creare legami con i gruppi antifascisti. Seppur ancora privo di una collocazione politica definita, è fortemente convinto che l’unità in chiave antifascista debba prevalere sulle divisioni di carattere ideologico. Questo modo di pensare caratterizza anche la sua azione; Duccio organizza incontri nella sua abitazione cercando di coinvolgere individui di differenti tendenze politiche ed altrettanto differente provenienza sociale. Nel 1942 aderisce al Partito d’Azione – P.d’A, iniziando un’intensa attività clandestina nel Cuneese. Al principio del 1943 attorno a lui prende forma il primo nucleo cuneese del Partito d’Azione. Pur mantenendo una posizione autonoma rispetto alle correnti interne del P.d’A ne condivide la pregiudiziale repubblicana e l’idea di una democrazia da costruire sul piano civile ed economico. Tra l’autunno 1942 e il luglio 1943 elabora con Antonino Repaci il “Progetto di costituzione confederale europea ed interna”, il quale verrà pubblicato dopo la guerra, nel 1946.  Nel marzo 1943 diffonde un appello agli Italiani: il documento – un ciclostilato redatto insieme a Lino Marchisio – denuncia le divisioni partitiche ed invoca l’unità di tutte le forze antifasciste. Il giorno dopo la caduta di Mussolini, il 26 luglio 1943, tiene due discorsi: il primo a Cuneo, dalla finestra del suo studio in piazza Vittorio Emanuele. Temi come l’ansia di libertà, il bisogno di giustizia e la necessità della lotta armata per liberare l’Italia rendono l’orazione di Cuneo uno dei momenti cardine della storia contemporanea italiana. Il secondo discorso è pronunciato poche ore dopo, durante un comizio in piazza Castello a Torino. A causa di queste queste aperte prese di posizione le autorità emettono un mandato di cattura nei confronti di Galimberti, il quale viene revocato circa una ventina di giorni dopo. Inizialmente per “Duccio” l’opposizione armata non si fonda tanto sulla creazione di bande armate irregolari – le formazioni partigiane – quanto su un’azione che dovrebbe partire dall’esercito italiano. Sarebbe questo, affiancato da volontari civili, a dover combattere contro i tedeschi. Diversi sono i tentativi di accordo con militari di professione di alto grado – sei generali – che tuttavia non portano a nulla. Di fronte all’impossibilità dell’opzione, Galimberti e i suoi collaboratori decidono infine di “salire in montagna” per organizzare bande armate irregolari e cominciare così la resistenza. Nella notte del 12 settembre 1943, “Duccio” ed altri undici compagni raggiungono la cappella di Madonna del Colletto, tra la Valle Gesso e la Valle Stura, dove danno vita alla banda “Italia libera”, primo nucleo partigiano di Giustizia e Libertà del cuneese. 

Trasferitosi con il suo gruppo a San Matteo di Valle Grana, Galimberti lavora per mettere in collegamento e unificare le varie bande della zona, contribuendo così alla nascita ed alla progressiva strutturazione delle brigate di Giustizia e Libertà nel Cuneese.

La combattività partigiana e le azioni aumentano con il passare delle settimane, ed al contempo aumentano i rischi di essere uccisi o feriti. Il 13 gennaio 1944, durante un attacco tedesco a San Matteo di Valgrana, Galimberti viene colpito ad una gamba, per essere poi evacuato verso la pianura e posto in convalescenza in una cascina presso Canale d’Alba. Il carismatico “Duccio” diviene presto noto per l’autorevolezza e per lo spirito che lo contraddistinguono; nominato al comando di tutte le formazioni gielliste del Piemonte, entra a far parte del Comitato Militare Regionale – CMR e, in seguito alla fucilazione del generale Giuseppe Perotti e di altri importanti membri del Comitato nell’aprile del ‘44, assume provvisoriamente il comando operativo per Valle d’Aosta, Canavese e Cuneese orientale. È proprio Galimberti, il 22 maggio successivo, a guidare la famosa delegazione del Comitato di Liberazione Nazionale Piemontese a Barcellonette, in un incontro volto a stringere accordi di collaborazione con i maquisard francesi. 

“Duccio” Galimberti viene localizzato e arrestato dalla polizia fascista il 28 novembre 1944 in una panetteria di Torino. In un primo momento condotto alle carceri Nuove, viene successivamente trasferito a Cuneo dove è sottoposto a pesanti torture per mano dei militi delle Brigate nere. I dirigenti della Resistenza si adoperano liberare Galimberti attraverso uno scambio prigionieri ma la proposta viene respinta dai fascisti. Il 3 dicembre 1944 il corpo di Galimberti viene trovato senza vita ai bordi della strada in località Tetto Croce nei pressi di Cascina Mombasiglia, a Centallo. “Duccio” Galimberti viene insignito della Medaglia d’oro al valor militare alla memoria; per il ruolo svolto a Barcellonette il Governo Francese nel 1948 gli conferisce la Legion d’onore. Il 4 dicembre 1952, nell’ottavo anniversario della morte di Galimberti, Piero Calamandrei detta il testo della famosa epigrafe che compare sulla “Lapide ad ignominia”; questa viene posizionata nell’atrio del palazzo del Comune di Cuneo. 

Luca Zanotta

Localizzazione

Località: Tetto Croce
Indirizzo: strada statale 20 (SS20)
Comune: Centallo
Provincia: Cuneo (CN) 
Regione: Piemonte
Coordinate geografiche: Latitudine 44.46485 – Longitudine 7.56996

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FONTI

Bibliografia

A. Repaci, Duccio Galimberti e la Resistenza italiana, Bottega d’Erasmo, 1971

G. De Luna, Il partito della Resistenza. Storia del Partito d’Azione 1942-1947, Roma, Utet, 2021  

Sitografia

Associazione Nazionale Combattenti Guerra di Liberazione inquadrati nei Reparti Regolari delle Forze Armate, Galimberti Tancredi, profilo biografico pubblicato sul sito www.combattentiliberazione.it consultato il 17/7/2025

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Duccio Galimberti, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 17/7/2025 

G. Giraudo, Ottant’anni fa a Cuneo il discorso di Duccio Galimberti che diede il via alla Resistenza, articolo pubblicato sul sito www.cuneo24.it consultato il consultato il 17/7/2025

G. Sircana, Galimberti Tancredi, profilo biografico pubblicato sul sito  www.treccani.it consultato il 17/7/2025

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ALTRE INFORMAZIONI

Data/e evento: 3/12/1944

Cognome / Nome: Galimberti Tancredi Achille Giuseppe Olimpio 

Formazioni d’appartenenza: Partito d’Azione

Data/e opera: non determinabile

Autore/i: non determinabile

Note: monumento visibile e liberamente accessibile

contatti

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