Home » Regioni d'italia » Lombardia » LAPIDE IN MEMORIA DI ROBERTO LEPETIT A MILANO
LAPIDE IN MEMORIA DI ROBERTO LEPETIT A MILANO

© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright

La lapide, di formato rettangolare e realizzata in marmo chiaro, reca incisa l’iscrizione a lettere capitali “ROBERTO E. LEPETIT / AMMINISTRATORE DELEGATO DELLE / SOCIETÀ «LEDOGA» E «LEPETIT» / MENTRE SERVIVA LA CAUSA / DELLA LIBERTÀ FU ARRESTATO / IL 29 SETTEMBRE DEL 1944 IN / QUESTA SEDE DEL SUO LAVORO. / DEPORTATO IN GERMANIA SUBÌ / LUNGO MARTIRIO FINO AL SACRIFIZIO / SUPREMO. TROVÒ LA MORTE IN / EBENSEE IL 4 MAGGIO DEL 1945”.

Roberto Enea Lepetit, detto “Roby”, nacque a Lezza d’Erba (Como) il 29 agosto 1906, figlio di Emilio Lepetit e di Bianca Moretti, primogenito di tre fratelli (le due sorelle si chiamavano Elena e Maria). Il padre Emilio, nato a Milano nel 1869 e laureato a Firenze in Scienze sociali, si occupò assieme al fratello Roberto dell’impresa di famiglia chimico-farmaceutica “Lepetit” (ribattezzata poi “Ledoga”); positivista, si interessò anche di politica e di problematiche sociali. Nel 1919 il genitore morì per un attacco di appendicite; per esigenze aziendali, il giovane Roberto fu obbligato ad abbandonare gli studi classici e affiancò lo zio omonimo nella conduzione della ditta, finché gli succedette nel 1928. In quel periodo conobbe Hilda Semenza, figlia dell’ingegnere elettrotecnico Guido Semenza e di Nelly Pandiani; i due si sposarono il 26 settembre 1929 a Levanto (La Spezia): dalla loro unione nacquero Emilio (1930) e Guido (1932).
Gestendo con intelligenza e innovazione l’azienda chimico-farmaceutica, collaborando con cliniche universitarie e ospedali, nel 1934 Roberto Lepetit venne ammesso nel direttorio dell’Unione industriali di Brescia e, l’anno successivo, fu eletto consigliere dell’Associazione degli industriali chimici di Milano.

Leggi di più

Sempre in quegli anni, compì viaggi in Argentina e Africa orientale. Per necessità professionali, nel 1930 si iscrisse al Partito nazionale fascista, sebbene da sempre fu di ideali antifascisti, criticando spesso la politica del regime mussoliniano. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, aderì convintamente al Partito d’azione (del quale da mesi già leggeva e diffondeva tra i più stretti collaboratori il giornale pubblicato clandestinamente, Italia Libera): da quel momento, prese parte attivamente alla Resistenza. Entrato in contatto con il Comitato di liberazione nazionale milanese, iniziò a sovvenzionarlo economicamente e a fornire medicinali; inoltre, tentò di sottrarre ai nazisti più merce possibile, imboscando materie prime quali scorte di medicine ed estratti tannici. Verso la fine dell’ottobre del 1943 si trasferì nella sede dell’azienda a Garessio (alta val Tanaro, in provincia di Cuneo), prossima al Ponente ligure, ricongiungendosi così con la famiglia qui sfollata nel 1942 a seguito dei primi bombardamenti su Milano. In Piemonte, Lepetit appoggiò la Resistenza locale con svariati interventi: aiutò ex-prigionieri jugoslavi rifugiatisi in casette sparse nei boschi della ditta, donando loro abiti, viveri, farmaci, libri, e procurando certificati di protezione; reclutò uomini, raccolse armi e coperte, offrì carri, cavalli e camion alle bande partigiane della zona; incontrò i comandi dei militanti. La sede di Garessio divenne, in aggiunta, un punto di appoggio fondamentale per i combattenti della Liberazione. Nel maggio del 1944 si trasferì a Rho (Milano), e sostenne il Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia, elargendo importanti sovvenzioni in denaro; in quel periodo conobbe Ferruccio Parri, che di lui scrisse: “[…] quest’uomo, semplice e schivo, cordiale e riservato. La umanità del sorriso disarmava la mia diffidenza quasi professionale, e lo rivelava meglio delle parole, quasi pudiche della generosità e determinazione che erano il fondo del suo carattere. Era un Signore”. La sera del 24 maggio creò una squadra interna all’impresa di famiglia, con due nuclei di volontari addestrati, l’uno di operai e l’altro di impiegati, la SAP “Roberti”, che prese parte alle insurrezioni dell’aprile 1945. Roberto Lepetit svolse anche altre attività resistenziali: per esempio, salvò alcuni partigiani della val Cavargna, tra i laghi di Como e di Lugano; svolse missioni di intelligence, partecipando a quella denominata “GBT” (Giovanni Battista Tolleri, capo dei servizi segreti badogliani in missione nell’Italia settentrionale); distribuì alle varie formazioni materiale sanitario; fece realizzare circa 100.000 “cappelli da prete”, chiodi a punte multiple per forare pneumatici di autocarri nemici; trasportò armi e feriti. Il 29 settembre 1944 venne arrestato dai nazifascisti in ufficio, trasportato prima all’Hotel Regina, quartier generale delle SS, poi al carcere di San Vittore, dove venne sottoposto a estenuanti interrogatori e torturato. A metà ottobre fu trasferito nel campo di transito di Bolzano, un mese dopo venne deportato nel lager di Mauthausen, con il numero di matricola 110300. Dalla prigionia a Bolzano, Roberto Lepetit scrisse numerose lettere alla moglie Hilda; inoltre, riuscì a organizzare una farmacia interna clandestina e a mantenere contatti con i referenti milanesi della Resistenza. Spostato nel sottocampo di Melk e ricoverato per tubercolosi, ad aprile del 1945 venne traslocato nel campo di concentramento di Ebensee, dove morì di stenti probabilmente il 4 maggio 1945 (secondo alcune testimonianze, si spense nei giorni successivi): all’epoca, non aveva ancora compiuto trentanove anni. Nel 1948 a Ebensee, sopra la fossa comune nella quale vennero gettati i corpi di 1179 vittime (tra questi, verosimilmente, pure quello di Roberto Lepetit), fu inaugurato un monumento progettato dall’architetto e designer Gio Ponti (1891-1979), fortemente voluto dalla vedova di Roberto, Hilda; la monumentale croce reca incisa, in tre lingue, la frase “AL MARITO QUI SEPOLTO / COMPAGNO EROICO DEI MILLE MORTI CHE INSIEME RIPOSANO / E DEI MILIONI DI ALTRI MARTIRI DI OGNI TERRA E DI OGNI FEDE / AFFRATELLATI DALLO STESSO TRAGICO DESTINO / UNA DONNA ITALIANA DEDICA / PREGANDO PERCHÉ COSÌ IMMANE SACRIFICIO / PORTI BONTÀ NELL’ANIMO DEGLI UOMINI”. Lepetit venne, oltre a ciò, insignito della medaglia d’argento al valor militare alla memoria.

La lastra qui descritta inizialmente era appesa in viale Abruzzi 61, dove la società “Lepetit” ebbe la sua sede sino al dopoguerra. Sempre a Milano, all’esterno dell’abitazione di Roberto Lepetit in via Benedetto Marcello 8, il 15 gennaio 2020 è stata posta una pietra d’inciampo alla sua memoria. 

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Milano
Indirizzo: via Roberto Lepetit, 8
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.48294 – Longitudine 9.20437

U

 

FONTI

Bibliografia

La memoria passo dopo passo. Storie di luoghi e persone Milano 1943-1945, a cura di S. Fogagnolo, P. Fossati, A. Quatela, Milano, OrMe, 2021, pp. 117-120 

Lepetit, Roberto (ad vocem), in «Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza», vol. III H-M, Milano, La Pietra, 1976, p. 327 

Oltre il ponte (Storie e testimonianze della Resistenza in Zona 3). Porta Venezia, Città Studi, Ortica-Lambrate, a cura di R. Cenati, A. Quatela, Milano, ANPI Zona 3, 2009, p. 207

S. Sala Massari, Roberto Lepetit. Un industriale nella Resistenza, Milano, Archinto, 2014

L. Tagliabue (a cura di), Quelli che ci salvarono. Lapidi e biografie dei caduti per la Libertà ricordati in zona 2, Milano, Comune – Consiglio di Zona 2, 2011, pp. 20-21

D. Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano. Una tragedia italiana in 7809 storie individuali, Milano, Mimesis, 2005, p. 227

Sitografia

S. Sala, Roberto Lepetit, industriale, partigiano, deportato, profilo biografico pubblicato sul sito deportati.it consultato il 4/10/2024

Lepetit Roberto, profilo biografico pubblicato sul sito anpimilano.com consultato il 4/10/2024 

Roberto Lepetit, profilo biografico pubblicato sul sito www.pietredinciampo.eu consultato il 4/10/2024 

Roberto Lepetit, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 4/10/2024

 

p

ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 29/9/1944

Cognome / Nome: Lepetit Roberto

Formazioni d’appartenenza: Partito d’azione

Data lapide: non determinabile

Autore: non conosciuto

Note: lapide visibile e non liberamente accessibile, essendo all’interno di un cortile

contatti

LAPIDE IN MEMORIA DI ROBERTO LEPETIT A MILANO

tipo di messaggio

trattamento dati personali

Servizio aggiornamento schede

Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?

Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it

Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.