© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright
La piccola ed elegante lapide, di formato rettangolare e realizzata in candido marmo bianco, reca incisa l’iscrizione a lettere capitali smaltate di nero “IN QUESTA CASA NACQUE IL / 3 SETTEMBRE 1904 / EUGENIO BUSSA / SACERDOTE CATTOLICO BENEMERITO / EDUCATORE DELLA GIOVENTU’ DEL / QUARTIERE DELL’ISOLA GARIBALDI / L’ASSOCIAZIONE DON EUGENIO BUSSA / POSE NEL CENTENARIO DELLA NASCITA”.
Eugenio Cesare Bussa nacque a Milano il 3 settembre 1904; i genitori, Gaudenzio Bussa e Maria Coldesina, migrarono dalla campagna di Vespolate (Novara) nel capoluogo lombardo, dove abitarono nel quartiere popolare Isola Garibaldi, in via Confalonieri 11. Il 29 gennaio 1907 la madre Maria morì; il piccolo Eugenio venne quindi portato a Vespolate e cresciuto dai nonni paterni e dalla zia Filomena, finché nel 1908 fece ritorno a Milano a seguito del nuovo matrimonio del padre con Antonietta Miglio: nel 1909 nacque Maria, sorella di Eugenio. Il bambino iniziò a frequentare, nel 1910, la scuola elementare statale di via Jacopo Dal Verme e l’oratorio del Patronato Sant’Antonio, dove conobbe don Giovanni Allegranza, assistente spirituale del Patronato, e maturò la propria vocazione al sacerdozio: il 15 ottobre 1916 ricevette la vestizione e, negli anni successivi, studiò nei seminari di Seveso, Monza e Milano, dove ottenne il titolo accademico di baccelliere. In questo periodo, venne aiutato e supportato molto dal padre, operaio delle Ferrovie dello Stato, e dalla madre Antonietta che, per racimolare soldi per il mantenimento agli studi del figlio, lavorò come domestica presso alcune famiglie, come operaia in una fabbrica di lucido per scarpe e ricamando i poggiatesta per i sedili di prima classe dei treni. Il 2 giugno 1928, nel Duomo di Milano, Eugenio Bussa venne ordinato sacerdote dall’arcivescovo, cardinal Eugenio Tosi; il 10 giugno, celebrò la sua prima Messa nella chiesa dell’oratorio del Patronato e compì una processione eucaristica per le vie di Isola. Nominato assistente spirituale della colonia dei giovani fascisti nel comune di Pessano con Bornago (Milano), chiese presto un trasferimento poiché in contrasto con gli ideali fascisti e con i responsabili della colonia: il 28 ottobre 1928 divenne vicedirettore del Patronato Sant’Antonio, affiancando don Francesco Roveda e succedendogli come direttore nel 1937, incarico che gli venne confermato anche dai seguenti arcivescovi di Milano, e che ricoprì fino alla morte.
Leggi di più
Sin dagli inizi, fu chiaro che il sacerdozio di don Eugenio Bussa era improntato principalmente all’educazione e alla cura dei bambini e dei giovani, all’amore per il prossimo, conducendo una vita sobria basata su di una Fede solida e sincera, nonché su numerose opere di carità e altruismo. Per il suo pragmatismo e per il dinamismo dimostrato presso il Patronato Sant’Antonio, per parecchi anni fu segretario della Federazione oratori milanesi, riuscendo sempre a tenere fuori dall’oratorio gli ideali fascisti; molte sono le opere da lui compiute e appoggiate all’interno del Patronato: l’edificazione della nuova chiesa, dedicata al Sacro Volto, realizzata su progetto dell’architetto Ottavio Cabiati e consacrata il 14 giugno 1936; l’inaugurazione del salone cinema-teatro; la ristrutturazione e l’ammodernamento del pensionato; la costruzione di nuove aule per il catechismo e di una nuova clausura per le suore. Come segretario della Federazione oratori milanesi, prima della Seconda guerra mondiale diresse, nel periodo estivo, la casa di alta montagna per giovani “Pio XI” a Trona, in Valsassina (Lecco). Durante gli anni della guerra, don Eugenio Bussa scrisse regolarmente ai ragazzi del Patronato partiti per il fronte, mantenendo i contatti con le loro famiglie; nel febbraio del 1943, a Serina (Bergamo), fece costruire e aprì una casa di sfollamento per i bambini di Isola: tra questi, nascose sotto falsa identità anche parecchi ebrei, salvandoli così dalla deportazione. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, mise in salvo numerosi ragazzi rifiutatisi di arruolarsi nelle file della Repubblica sociale di Salò, e diede asilo e protezione a ebrei, rifugiati politici e nemici dei nazifascisti, di qualsiasi ideologia fossero: tra questi, si annovera pure Ferruccio Parri. L’8 novembre 1944 don Eugenio fu arrestato dai fascisti della brigata “Ettore Muti” e portato nella loro sede, dove fu sottoposto a un estenuante interrogatorio: per la sollevazione degli abitanti di Isola e per il diretto intervento del cardinal Alfredo Ildefonso Schuster, il sacerdote venne prontamente liberato. Nei giorni della Liberazione, in linea con i propri principii di non-violenza e di misericordia cristiana, si adoperò perché i fascisti catturati venissero giudicati con regolare processo, ideali non condivisi dai partigiani. Terminata la guerra, fu tra i più fervidi fautori della ricostruzione post-bellica, e portò avanti numerose opere: tra queste, ricordiamo almeno la fusione di una campana con incisi i nomi dei diciassette ragazzi del Patronato morti al fronte; la riedificazione del pensionato, danneggiato durante i bombardamenti del 1943; la nascita in Val Brembana, a Branzi (Bergamo), della colonia “La Montanina”, per ospitare durante la villeggiatura estiva i bambini dell’Isola; l’acquisto e ristrutturazione di una casa vacanza in alta montagna, al Passo di Gavia (tra Sondrio e Brescia); la creazione di una colonia marina in Toscana, a Marina di Massa (Massa-Carrara); la realizzazione di un oratorio femminile. All’alba del 29 gennaio 1977, don Eugenio Bussa morì improvvisamente, lasciando tutti sconvolti; il giorno seguente, le sue esequie vennero celebrate in una chiesa del Sacro Volto gremita, presiedute dal Vescovo ausiliare di Milano, monsignor Libero Tresoldi. Sepolto nel cimitero di Musocco, il 12 aprile 1981 la sua salma fu traslata nella navata sinistra della chiesa del Sacro Volto, dove tutt’ora riposa, ai piedi dell’ex altare del Suffragio, sostituito nel 1992 da una pala a olio su tela raffigurante san Giovanni Bosco circondato dai suoi ragazzi, opera del 1937 di Natale Penati (1884-1955), pittore milanese diplomatosi all’Accademia di Brera, autore di dipinti in numerose chiese della zona del Gargano, a Milano e nell’hinterland milanese (come Parabiago, Corbetta, Bareggio). La tomba reca due iscrizioni a lettere capitali; la prima, datata al giorno della traslazione, è dell’allora Arcivescovo di Milano, cardinale Carlo Maria Martini, e recita: “QUANDO UOMINI COSÍ GRANDI CI PASSANO ACCANTO / NON POSSIAMO PIÚ VIVERE COME SE CIÓ NON FOSSE ACCADUTO / ESSI SONO UN DONO ED UN RICHIAMO ALL’IMITAZIONE / E AL DONO DI NOI STESSI PER IL BENE DEI FRATELLI”. Nella seconda si legge “SAC. EUGENIO BUSSA / 3·9·1904 – 29·1·1977 / “Sempre sulla breccia!”… / NATIVO DELL’ “ISOLA” / DEDICÒ ALLA GIOVENTÙ / I SUOI 49 ANNI DI SACERDOZIO / NELL’ORATORIO DEL / PATRONATO S. ANTONIO”.
Dopo la sua morte, don Eugenio Bussa ricevette molteplici riconoscimenti alla memoria. Il 7 dicembre 1977 Carlo Tognoli, sindaco di Milano, gli conferì l’Attestato di Benemerenza civica “per il contributo altamente umano e sociale offerto alla città”. Nel 1990, la Commissione di omaggio ai Giusti tra le Nazioni deliberò di concedergli la Medaglia dei Giusti e di piantare un albero in suo nome a Gerusalemme, nel Giardino dei Giusti. Nel 1992 gli è stata dedicata una lapide commemorativa a Serina, all’ingresso dell’edificio che funse da casa di sfollamento per bambini; nel medesimo anno a Yatir, nei pressi del deserto del Negev, sono stati piantati alberi in suo ricordo, per dar vita a una foresta a lui dedicata. Il 25 marzo 1996 il sindaco di Milano Marco Formentini ha intitolato un cavalcavia a don Bussa; con attestato del 6 marzo 2017, infine, il sacerdote è commemorato nel “Giardino virtuale dei Giusti di tutto il mondo” di Milano.
La targa qui analizzata è appesa all’esterno della casa milanese dove nacque don Eugenio Bussa.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Indirizzo: via Federico Confalonieri, 11
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.48667 – Longitudine 9.19072
FONTI
Bibliografia
A. Losi, Don Eugenio Bussa: una vita per il sacerdozio, Milano, Greco & Greco editori, 2002
Parrocchia Sacro Volto Milano. La nostra chiesa, a cura di A. Losi, Milano, s.e., 2006
Sitografia
U. Murri, Lastra in memoria di Eugenio Bussa – Milano, scheda pubblicato sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 28/10/2024
Bussa Eugenio, profilo biografico pubblicato sul sito anpimilano.com consultato il 28/10/2024
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 3/9/1904
Cognome / Nome: Bussa Eugenio
Formazioni d’appartenenza: non determinabile
Data lapide: settembre 2004
Autore: non determinabile. Sappiamo solo che la lapide è stata posta per volere dell’Associazione “Don Eugenio Bussa”
Note: lapide visibile e liberamente accessibile
contatti
LAPIDE IN RICORDO DI DON EUGENIO BUSSA A MILANO
Servizio aggiornamento schede
Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?
Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it
Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.