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La città di Padova ha posto questa lapide come segno di riconoscimento verso Lina Merlin, “parlamentare che promosse per tutta la vita la dignità e l’avanzamento sociale delle donne e dei più deboli” (citazione dall’iscrizione).
Angelina Merlin, conosciuta come Lina, nacque a Pozzonovo di Padova nel 1887, ma crebbe a Chioggia, presso i nonni, dove iniziò a studiare per diventare insegnante. Dopo il diploma (1905) si trasferì in Francia, a Grenoble, per perfezionare la lingua francese. Quando rientrò in Italia, s’iscrisse all’Università di Padova, nella quale si laureò in Lingue e letterature straniere nel 1914. Iniziò subito a lavorare nelle scuole medie come insegnante di Lingua e letteratura francese; fino a quando, nel 1926, venne sospesa dall’insegnamento per essersi rifiutata di prestare il giuramento fascista.
Iscritta al PSI – Partito socialista italiano, svolse attività propagandistica e giornalistica, collaborando con Giacomo Matteotti, ed ai periodici «La difesa delle lavoratrici» e «L’eco dei lavoratori», quest’ultimo diretto dal medico e deputato socialista Dante Gallani, suo conterraneo e futuro marito (si sposarono nel 1933). Nel 1921 fondò la Sezione femminile del Partito e, in seguito, il Laboratorio socialista, che venne distrutto dai fascisti.
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Etichettata come “sovversiva” per la sua partecipazione al complotto nell’attentato al Duce del 1925, venne incarcerata più volte e, nel 1929, condannata al confino in Sardegna, per cinque anni. Perseguitata dal fascismo, quando fu liberata decise di trasferirsi a Milano, dove conobbe Filippo Turati, si dedicò al Soccorso rosso, animò gli scioperi del 1934 e, nel mentre, tenne lezioni private di francese nella sua casa in via Alfredo Catalani 63 (quartiere Lambrate). A casa Merlin si riunirono anche i leader del rinato Partito socialista (come Sandro Pertini, Lelio Basso e Rodolfo Morandi) per preparare l’insurrezione.
In seguito, grazie alla preside Ines Saracchi, Lina Merlin iniziò a insegnare come supplente presso la Scuola femminile “Caterina da Siena”.
Dopo l’8 settembre 1943 entrò nella Resistenza: iniziò col procurare il vestiario necessario ai partigiani, ed organizzò con altre antifasciste i Gruppi di difesa della donna (1944). Prese parte a diverse azioni, rischiando più volte la vita, come il 25 aprile 1945, quando, insieme al professor Giorgio Cabibbe ed alla Brigata Rosselli, occuparono il Provveditorato agli studi di Milano, imponendo la resa.
Il 27 aprile 1945 venne nominata dal CLNAI – Comitato di liberazione nazionale Alta Italia, vicecommissario alla Pubblica istruzione di tutta la Lombardia; mentre il 29 giugno fu chiamata a far parte della Direzione nazionale del Partito socialista, in qualità di responsabile della Commissione femminile nazionale: dovette trasferirsi a Roma. Qui collaborò con l’«Avanti!» (organo ufficiale del PSI) e fu tra le fondatrici dell’UDI – Unione donne italiane.
Nel 1946 venne eletta all’Assemblea Costituente e prese parte al grande progetto di stesura della Costituzione. In particolare, a lei si devono due passaggi fondamentali negli articoli 3 e 7: “senza distinzione di sesso” e “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”. Specifiche di non poco conto, che sancirono l’impegno concreto e costante della Merlin nella lotta per la parità di genere e che diedero prova del suo sostegno al lungo e difficile processo di emancipazione della donna.
Nel 1948 fu la prima donna a tenere un discorso a Palazzo Madama, durante il quale propose l’abolizione delle case di tolleranza (all’epoca in Italia erano presenti oltre settecento bordelli) e sostenne l’introduzione dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. La Legge Merlin (n. 75) venne accettata solo dieci anni dopo, nel 1958; ma la prostituzione volontaria e compiuta da donne e uomini maggiorenni, non sfruttati, rimase legale, in quanto considerata parte delle scelte individuali, ed espressione di quella libertà personale garantita ad ogni individuo, proprio dalla stessa Costituzione.
Nel 1950 fondò, insieme con le parlamentari democristiane Ida D’Este, Angela Guidi Cingolani, Maria Federici e Maria De Unterrichter Jervolino, il Comitato italiano di difesa morale e sociale della donna (CIDD), del quale fu vicepresidente sino al 1963.
Nel 1953 fu rieletta, unica donna, in Senato.
Nel 1955, mentre era impegnata nella battaglia per la legge di chiusura dei bordelli di Stato e per la cancellazione della sigla “N. N.” dai certificati dei figli nati fuori dal matrimonio, condusse un’inchiesta sulla condizione delle prostitute negli ospedali, nelle prigioni e nelle case di tolleranza, insieme a Carla Voltolina (compagna di Sandro Pertini), la quale, scelse alcune delle numerose lettere giunte alla senatrice e le pubblicò nel volume “Lettere dalle case chiuse”, firmandosi col cognome di sua madre, Barberis.
Negli anni Sessanta, Lina Merlin abbandonò la politica e decise di tornare a vivere a Milano, dove collaborò con l’Umanitaria; ma quando sentì di aver bisogno di un’assistenza costante, si trasferì a Padova, anche se espresse la volontà di essere sepolta nella città a cui fu più legata: Milano. Quando, il 10 agosto 1979, morì e fu cremata, venne tumulata accanto al marito nel Cimitero monumentale di Milano, ma nel 2013 le sue ceneri sono state traslate in un loculo della cripta del Famedio.
Annalisa Bertani
Localizzazione
Località: Padova
Indirizzo: Piazza dei Signori, 43
Comune: Padova
Provincia: Padova (PD)
Regione: Veneto
Coordinate geografiche: Latitudine 45.40776 – Longitudine 11.87411
FONTI
Sitografia
A. D’Angella, Lina Merlin, una donna per le donne, articolo pubblicato sul sito metismagazine.com consultato il 5/2/2023
Lina Merlin, scheda pubblicata sul sito museonazionaleresistenza.it consultato il 5/2/2023
Lina Merlin una madre della Repubblica, scheda pubblicata sul sito www.socialismoitaliano1892.it consultato il 5/2/2023
ALTRE INFORMAZIONI
Date evento: 1887 – 1979
Cognome / Nome: Merlin Angelina “Lina”; Gallani Dante; Matteotti Giacomo; Turati Filippo; Pertini Sandro; Basso Lelio; Morandi Rodolfo; Saracchi Ines; Cabibbe Giorgio; D’Este Ida, Guidi Angela Maria; Federici Maria; De Unterrichter Maria; Voltolina Carla
Formazioni d’appartenenza: Partito socialista italiano – PSI
Data/e opera: non determinabile. Sappiamo solo che la lapide venne affissa il 15/12/2004
Autore/i: non determinabile
Note: piazza liberamente accessibile; lapide visibile al primo piano dell’edificio ai civici 43-44 (abitazioni private, non accessibili)
contatti
LAPIDE IN RICORDO DI LINA MERLIN A PADOVA
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