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Le due lapidi, di formato rettangolare, sono appese in posizione simmetrica ai lati di un portone in viale Famagosta 2. La lastra a sinistra, in marmo bianco-grigio con venature, reca incisa l’iscrizione a lettere capitali “QUI DIMORÒ / GREGORIO PILUSO / CHE FECE OLOCAUSTO DELLA VITA / ALLA CAUSA DELLA LIBERTÀ / 14 SETTEMBRE 1901 – 16 NOVEMBFRE 1944”. La targa a destra, realizzata in marmo rosato, presenta la scritta a lettere capitali “IN QUESTA CASA FIORÌ LA GIOVINEZZA / DEL PATRIOTTA / FANTONI IDELIO / DELLA 113 BRIG GARIBALDI / STRONCATA DAL PIOMBO NAZIFASCISTA / MILANO 14·9·1927 – 25·4·1945”. Ovviamente, “patriotta” è una variante desueta per il più diffuso “patriota”.
Gregorio Piluso nacque a Caltagirone (Catania) il 14 settembre 1901, figlio di Salvatore Piluso e Angela Belvedere. Dopo le scuole elementari, iniziò ad accostarsi alla professione di parrucchiere; allo scoppio della Grande guerra, si trovò a gestire autonomamente il negozio da barbiere nel quale era impiegato, poiché il suo datore di lavoro venne chiamato alle armi. Già in quegli anni, di fronte alle condizioni nelle quali versava il popolo siciliano, iniziò a sviluppare ideali umanitari e a ribellarsi ai dettami della Chiesa cattolica; nonostante don Luigi Sturzo gli avesse proposto di studiare in seminario a sue spese, così da laurearsi ed entrare in politica, Gregorio si rifiutò categoricamente.
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Nel 1917 lasciò quindi la Sicilia in direzione di Milano, ma fece una deviazione a Genova, città nella quale si fermò sino all’aprile del 1926. Qui aderì convintamente al socialismo, e dal 1919 diresse il Movimento socialista giovanile; fondò, inoltre, la Mutua parrucchieri e la società “Amici siciliani”. Sempre a Genova, fu segretario della Lega parrucchieri e collaborò con il quotidiano Avanti!, organo ufficiale del Partito socialista italiano. Per la sua attività antifascista, venne spesso fermato dalla polizia di regime; decise quindi di partire con la moglie e le due figlie alla volta di Milano, dove però faticò a lavorare stabilmente poiché ritenuto un sorvegliato politico, finché non aprì un proprio negozio da parrucchiere. In città, visse nella zona della Barona, in uno stabile in viale Famagosta. Dopo la caduta di Mussolini e l’armistizio dell’8 settembre 1943, Piluso aderì alle attività clandestine della Resistenza, militando nella 42a brigata “Matteotti”; nel 1943 venne ripetutamente arrestato dai fascisti e seviziato brutalmente, minando così la sua salute psicofisica. La sera del 15 novembre 1944 le Brigate nere fecero irruzione nella casa di Piluso, lo arrestarono e, nella notte tra il 15 e il 16 novembre, lo fucilarono nei pressi di piazza Vesuvio, tra via Giuseppe Dezza e via Lipari. Sempre a Milano, Gregorio Piluso è commemorato in una lapide ubicata in via Dezza 22, dove venne rinvenuto il suo cadavere; essa recita: “GREGORIO PILUSO / STRENUO ASSERTORE DEL SOCIALISMO / INVANO FU AMMONITO E QUI CADDE / NELLA NOTTE DEL 15-11-944 FUCILATO / DAI NEMICI DELLA LIBERTÀ DI PENSIERO / AD AMMONIMENTO AI DITTATORI / E A INCORAGGIAMENTO AI PAVIDI”.
Idelio Fantoni nacque a Milano il 14 settembre 1927; suo padre si chiamava Antonio. Sin dalla gioventù fu di ideali antifascisti e, assieme ad altri ragazzi delle case popolari del quartiere della Barona, nel quale visse, compì alcune piccole azioni dimostrative contro il regime mussoliniano (volantini di propaganda, scritte sui muri, eccetera). Impiegato presso le Officine elettro-ferroviarie “Tallero”, fabbrica milanese di materiale meccanico, elettrico e rotabile per tranvie e ferrovie, durante la Guerra di liberazione militò nel primo nucleo dell’8° distaccamento “Barona” della 113a brigata “Garibaldi”. Durante le insurrezioni del 25 aprile 1945, fu incaricato assieme ad altri due partigiani garibaldini, Giovanni Paghini (1927-1945) e Domenico Bernori (1924-1945), di bloccare a Ronchetto sul Naviglio un’autocolonna tedesca. Ferito gravemente durante lo scontro con il nemico, Idelio Fantoni venne ricoverato nell’infermeria adibita nella cripta della chiesa di Santa Rita, dove morì a soli diciassette anni. Sempre a Milano, il giovane è ricordato, assieme a Paghini e Bernori, anche in un cippo commemorativo in travertino rosato, situato in via Lodovico il Moro 189, nei pressi del luogo dove ci fu il combattimento con i nazifascisti. È commemorato pure nella lapide in marmo lucido dedicata alla memoria dei dipendenti delle Officine “Tallero” caduti nella Resistenza, visibile in via Giambellino 115.
Le due targhe qui analizzate sono appese all’esterno dello stabile milanese dove vissero sia Gregorio Piluso che Idelio Fantoni, edificio ubicato a due passi da piazza Miani.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Indirizzo: viale Famagosta, 2
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.43697 – Longitudine 9.15508
FONTI
Bibliografia
Libertà tra i Navigli. La Resistenza in Barona, Lorenteggio, Giambellino, Porta Genova. Milano, a cura della Sezione ANPI Zona 6, Milano, Bine, 2016, pp. 73, 84
La Resistenza Partigiana in Barona Ronchetto. Una pagina gloriosa di Storia scritta da umili protagonisti, a cura di ANPI sezione Barona, Milano, ANPI 1998, pp. 47, 53
Fonti d’archivio
Istituto nazionale Ferruccio Parri, fondo Piluso Gregorio, b. 1, fasc. 1
Sitografia
I Partigiani della Barona: Gregorio Piluso, profilo biografico pubblicato sul sito anpibarona.blogspot.com consultato il 23/10/2024
I Partigiani della Barona: Idelio Fantoni, profilo biografico pubblicato sul sito anpibarona.blogspot.com consultato il 23/10/2024
U. Murri, Lastre in memoria di Gregorio Piluso e Idelio Fantoni – Milano, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 23/10/2024
ALTRE INFORMAZIONI
Date evento: 14/9/1901 – 16/11/1944; 14/9/1927 – 25/4/1945
Cognome / Nome: Piluso Gregorio; Fantoni Idelio
Formazioni d’appartenenza: Movimento socialista giovanile; 42a brigata “Matteotti”; 8° distaccamento “Barona” della 113a brigata “Garibaldi”
Data lapidi: non determinabile
Autore: non conosciuto
Note: lapidi visibili e liberamente accessibili
contatti
LAPIDI IN RICORDO DI GREGORIO PILUSO E IDELIO FANTONI, A MILANO
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