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I fratelli Costantino e Giuseppe Figini nacquero a Lecco, nel rione di Maggianico, dove vissero in via Sant’Antonio 10; i loro antenati provenivano con ogni probabilità da Figina, oggi frazione del comune di Galbiate (Lecco). I loro genitori, Serafino Giacomo (contadino) e Irene Mauri (filandiera) si sposarono il 25 luglio 1903, ed ebbero quattordici figli. Giuseppe, detto Pino, venne alla luce il 23 novembre 1910, mentre Costantino, soprannominato Tino, l’11 ottobre 1918.
Costantino lavorò come operaio metallurgico nell’azienda lecchese “Arlenico”; nel maggio del 1939 fu arruolato come aviere, transitando per il Centro di affluenza di Gallarate e, successivamente, per il Centro istruzione reclute di Perugia, a Orvieto e, infine, al Regio aeroporto di Furbara (Ladispoli-Roma). Nel giugno del 1940 prese parte a operazioni belliche nel fronte Alpino occidentale; il 21 maggio 1941 fu trasferito alla Caserma “Cavour” di Roma. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, con mezzi di fortuna Tino riuscì a tornare a Lecco e, assieme ad altri antifascisti, per alcune settimane si rifugiò nella località montana di Piazzo, sopra Maggianico. Nel giugno del 1944, destinato ai lavori forzati in Germania, fuggì in montagna, ai Piani di Bobbio, ed entrò a far parte del distaccamento “Fogagnolo” della 55a brigata “Rosselli”, guidato in quel periodo da Cleto (Piero Romano) di Milano.
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Durante la Resistenza, Costantino Figini si distinse per il valore e il senso del dovere, partecipando a numerose azioni; nell’ottobre del 1944, venne incaricato del servizio di collegamento tra il Comando raggruppamento divisioni e il comando 2a divisione. Il 30 dicembre 1944, a seguito di una delazione, la 1a Compagnia del 1° battaglione mobile della XI Brigata nera “Cesare Rodini” di Como, catturò poco meno di quaranta partigiani rifugiatisi presso il baitone della Pianca, località ubicata nel comune di Cassina Valsassina (Lecco), in prossimità di Culmine di San Pietro; tra i prigionieri, c’era anche Costantino. I militanti della Resistenza, con le mani legate con il filo elettrico, furono costretti a camminare nella neve sino a Introbio: qui vennero interrogati e torturati a Villa Ghiringhelli, sede del comando fascista. All’alba del 31 dicembre 1944, Costantino venne fucilato, assieme ad altri dieci partigiani (Carlo Battaglia, Giuseppe Esposto, Renzo Galli, Giancarlo Ganzinelli, Licinio Milocco, Mario Pallavicini, Giuseppe Pennati, Silvio Perotto, Leopoldo Scalcini, Remo Sordo), al muro esterno del cimitero di Barzio; i loro cadaveri, seminudi e senza scarpe, vennero seppelliti in una fossa comune. L’8 maggio 1945 la salma di Tino Figini venne esumata e riconosciuta dai famigliari e dai compagni sopravvissuti; il giorno successivo, a Barzio, si tennero le solenni onoranze funebri dei combattenti della Liberazione fucilati, mentre nel tardo pomeriggio del 10 maggio, a Lecco, furono celebrate le esequie di Costantino e di altri sei “martiri della vittoriosa rivoluzione antifascista”.
Giuseppe Figini lavorò come meccanico e operaio pulitore nella storica azienda di motociclette “Moto Guzzi” di Mandello del Lario. Il 27 dicembre 1941 convolò a nozze con la lattoniera Carolina Figini (1913-1994) nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Maggianico; i due novelli sposi abitarono sempre nel rione di Maggianico, a Barco, in via Verdi. Come il fratello, militò attivamente nella Resistenza: nel 1945 fu a capo di un nucleo del 3° distaccamento “Lino Ciceri” delle Squadre di azione patriottica di Lecco. Verso le 18:30 del 26 aprile 1945, una colonna nazifascista in ritirata, formata da quattordici autocarri e vari automezzi, transitò per Maggianico diretta verso Lecco e, di lì, per la Svizzera: numerosi maggianichesi si assieparono in corso Emanuele Filiberto per assistere al loro passaggio. All’altezza del parco di Villa Gomes, da uno dei blindati partirono alcuni colpi di arma da fuoco: Giuseppe Figini rimase ucciso. Il 30 aprile, nella chiesa di Sant’Andrea, venne celebrato il funerale di Giuseppe, ricordato nel Registro dei morti dell’Archivio parrocchiale di Maggianico come “vittima innocente dei moti rivoluz. dell’Aprile”. Entrambi i fratelli Figini sono sepolti nel cimitero di Maggianico, in un loculo, assieme a Carolina Figini; sulla lastra si legge “MORTI PER LA PATRIA”.
Sempre a Maggianico, nel punto dove venne ucciso Pino Figini, è appesa una lapide in marmo screziato in commemorazione di ambedue. Essa riporta le due foto in bianco e nero di Giuseppe e Costantino, con i nomi, le date di morte e l’iscrizione, incisa a lettere capitali, “CADUTI PER LA LIBERTA”; è presente anche una piccola rosa in bronzo. Poco distante, in via dell’Armonia 5, si trova il Circolo del dopolavoro intitolato, dal 1945, ai fratelli Figini: nato negli ultimi anni del fascismo, precedentemente era dedicato alla memoria di Luigi Audiffredi, sergente torinese del Corpo truppe volontarie fasciste, vissuto a Lecco e morto nel 1938 durante la guerra civile spagnola.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Indirizzo: corso Emanuele Filiberto, all’incrocio con via dell’Armonia
Comune: Lecco
Provincia: Lecco (LC)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.83336 – Longitudine 9.41308
FONTI
Bibliografia
Fratelli Figini: due partigiani un Circolo, a cura di C. Pattarini, Lecco, Cooperativa Fratelli Figini, 2019
Sitografia
R. Cairoli, Baitone della Pianca, Barzio e Maggio, 30-31.12.1944, scheda pubblicata sul sito www.straginazifasciste.it consultato il 17/1/2025
D. Spreafico, Testimonianze della Resistenza e della Liberazione. Le vite dei fratelli Figini, articolo pubblicato sul sito lecconotizie.com consultato il 17/1/2025
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 31/12/1944; 26/4/1945
Cognome / Nome: Figini Costantino; Figini Giuseppe
Formazioni d’appartenenza: distaccamento “Fogagnolo” della 55a brigata “Rosselli”; 3° distaccamento “Lino Ciceri” delle Squadre di azione patriottica di Lecco
Data lapide: non determinabile
Autore: non conosciuto
Note: lapide visibile e liberamente accessibile
contatti
LASTRA IN RICORDO DEI FRATELLI COSTANTINO E GIUSEPPE FIGINI A LECCO
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