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Il monumento, posto su di un basamento rettangolare in marmo grigio lucido, è costituito da un blocco di granito rosso a forma di prisma, alto cinque metri e largo un metro e trenta centimetri. Sul lato anteriore è posta una figura maschile ad altorilievo, nella tipica iconografia di san Sebastiano, un giovane uomo seminudo, legato con le funi a un tronco d’albero, il corpo atletico trafitto da due frecce, l’espressione del volto contratta dal dolore e lo sguardo rivolto verso l’alto. Sul retro del blocco è appesa una lastra con, incisa a lettere capitali, l’iscrizione “ALTA / L’ILLUMINATA FRONTE / CADDERO NEL NOME / DELLA LIBERTÁ / GIAN ANTONIO BRAVIN / GIULIO CASIRAGHI / RENZO DEL RICCIO / ANDREA ESPOSITO / DOMENICO FIORANI / UMBERTO FOGAGNOLO / TULLIO GALIMBERTI / VITTORIO GASPARINI / EMIDIO MASTRODOMENICO / SALVATORE PRINCIPATO / ANGELO POLETTI / ANDREA RAGNI / ERALDO SONCINI / LIBERO TEMOLO / VITALE VERTEMATI / 10 AGOSTO 1944”. Sotto alla stele sono presenti, in bronzo, gli stemmi del Comune di Milano e della Repubblica italiana.
Il monumento venne inaugurato il 10 agosto 1961, durante la giunta di Gino Cassinis, su impulso dell’allora assessore ai lavori pubblici Aldo Aniasi; come indicato anche dalla targhetta in bronzo visibile in basso a destra, sotto al san Sebastiano, esso è opera dello scultore, medaglista e pittore Giannino Castiglioni (Milano, 4 maggio 1884 – Lierna, 27 agosto 1971). Diplomatosi all’Accademia di Brera, Castiglioni si trasferì ben presto a Lierna (Lecco), sul lago di Como, dove aprì il proprio studio. Numerose sono le sue opere sparse per tutto il mondo: ricordiamo, almeno, le sculture del palazzo legislativo di Montevideo (Uruguay) del 1925, l’imponente monumento ai caduti di Lecco (1926), la tomba di papa Pio XI nelle Grotte Vaticane a Roma (1941), le formelle di una delle porte minori del duomo di Milano (inaugurata nel 1950).
Il monumento è stato eretto per ricordare i quindici antifascisti che, all’alba del 10 agosto 1944, vennero prelevati dal carcere di San Vittore e, portati a piazzale Loreto, furono fucilati dai nazifascisti. La mattina dell’8 agosto 1944 due ordigni esplosivi scoppiarono contro un camion della marina tedesca in sosta in viale Abruzzi, angolo via Paganini; solamente il conducente del mezzo, il caporalmaggiore Heinz Kuhn, rimase lievemente ferito, mentre morirono alcuni passanti.
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Alle ore tredici del giorno successivo, ci fu in aggiunta un attentato contro un capitano della milizia ferroviaria responsabile dell’esecuzione di tre ferrovieri di Greco, avvenuta il 16 luglio. Il comandante della Sicherheitspolizei-Sicherheitsdienst (Sipo-SD) di Milano, Theodor Emil Saevecke, pretese quindi come rappresaglia la fucilazione di ventisette patrioti italiani, sebbene fossero estranei alle due azioni di guerriglia. Poche ore prima dell’esecuzione, dalla lista dei ventisette prigionieri ne vennero depennati undici, destinati alla deportazione in Germania (Guido Busti, Francesco Castelli, Rodolfo Del Vecchio, Eugenio Esposito, Giovanni Ferrario, Mario Folini, Isidoro Milani, Giuditta Muzzolon, Paolo Radaelli, Ottavio Rapetti, Giovanni Re); il diciassettenne Piero Strada venne invece scartato poiché troppo giovane. Gli altri quindici furono trasportati con un camion in piazzale Loreto dove, attorno alle 6 del mattino, vennero spinti contro una palizzata e, per ordine di un ufficiale nazista, furono fucilati da un plotone della legione autonoma Ettore Muti; uno di essi, Eraldo Soncini, rimasto solamente ferito, tentò inutilmente la fuga: subito ripreso dai fascisti, venne ucciso all’interno di un oratorio ubicato in via Palestrina. I cadaveri dei quindici martiri, martoriati a più riprese dai fascisti nell’arco della giornata, rimasero esposti come monito alla popolazione sino al tardo pomeriggio del 10 agosto, quando vennero rimossi a seguito delle richieste insistenti dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, che scrisse all’ambasciatore tedesco. Le quindici salme furono benedette dal diacono Giovanni Barbareschi, prete delle brigate Fiamme verdi.
Ovviamente, non tutti i fucilati erano partigiani; alcuni erano militanti nella Resistenza, altri solamente sospettati di essere antifascisti. Tra di loro si trovano socialisti, comunisti, cattolici, azionisti, liberali. Nella fattispecie, Eraldo Soncini (Milano, 4 aprile 1901) lavorò come operaio di fabbrica alla Pirelli Bicocca, fu membro del Comitato di liberazione nazionale della zona di Porta Venezia. Renzo Del Riccio (Udine, 11 settembre 1923), socialista di una delle brigate “Matteotti” operative nell’area di Como, fu di professione meccanico. Giulio Casiraghi (Sesto San Giovanni, 18 ottobre 1899), operaio elettricista aderente al Partito comunista, svolse la propria attività clandestina contro il regime fascista in fabbriche quali la Breda e la Marelli. Umberto Fogagnolo (Ferrara, 2 ottobre 1911), ingegnere elettrotecnico della Società Ercole Marelli, prese parte alla Guerra di liberazione nelle fila del Partito d’azione, e fu referente di Ferruccio Parri per la zona della Brianza. Libero Temolo (Arzignano, 31 ottobre 1906), operaio alla Pirelli Bicocca, aderì al Partito comunista, e fu operativo sia in fabbrica che al di fuori. Domenico Fiorani (Raron, 24 gennaio 1913), perito industriale di fede socialista, lavorò alla Magni, alla Broggi, alla Marelli e alla Falck. Vitale Vertemati (Niguarda, 26 marzo 1918), di professione elettricista meccanico, militò in una brigata “Garibaldi”. Angelo Poletti (Linate Lambro, 20 giugno 1912), operaio meccanico specializzato dell’Isotta Fraschini di piazzale Lotto, fin dalla gioventù collaborò con i socialisti e, dopo l’armistizio, combatté nelle brigate “Matteotti”. Giovanni Galimberti (Milano, 31 agosto 1922), impiegato, appartenne alle formazioni “Garibaldi”. Andrea Ragni (Brescia, 5 ottobre 1921), disegnatore, militò nelle brigate “Garibaldi”. Emidio Mastrodomenico (San Ferdinando di Puglia, 30 novembre 1922), agente di pubblica sicurezza presso il commissariato di Lambrate, collaborò alla Resistenza. Antonio Bravin (Bergeborbeck, 28 febbraio 1908), di professione commerciante, fu partigiano nella provincia di Varese. Andrea Esposito (Trani, 26 ottobre 1898), calzolaio e successivamente operaio, fu iscritto al Partito comunista clandestino e attivo nella 113a brigata “Garibaldi Sap”. Vittorio Gasparini (Ambivere, 30 luglio 1913), dirigente laureato in Economia e commercio a Venezia, formatosi nell’ambito dell’Azione cattolica, gestì il collegamento tra gli alleati angloamericani, i partigiani del sud e quelli del nord Italia; fu attivista del movimento cattolico dal quale nascerà la Democrazia cristiana. Salvatore Principato (Piazza Armerina, 29 aprile 1892) insegnò nelle scuole di Vimercate e Milano, e aderì convintamente alle istanze del socialismo, svolgendo una strenua attività politica antifascista. Nei giorni successivi, i milanesi continuarono a depositare fiori nel luogo della carneficina, per omaggiare le vittime del massacro nazifascista.
Meno di nove mesi dopo, il 29 aprile 1945, alla pensilina di un distributore di benzina in piazzale Loreto, vennero appesi per i piedi i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e dei gerarchi fascisti giustiziati il giorno precedente a Giulino di Mezzegra (il Duce e la sua amante) e a Dongo. Nelle stesse ore, a piazzale Loreto venne fucilato Achille Starace, ex segretario del Partito nazionale fascista.
Inizialmente, a memoria della strage del 1944, venne eretto un primo cippo in marmo giallo, con incisi i nomi dei quindici martiri della Liberazione, inaugurato il 10 agosto 1945. Il 10 agosto 2024, a ottant’anni dall’eccidio di piazzale Loreto, come deliberato nell’aprile 2024 dalla Giunta comunale, lo spiazzo che ospita il monumento di Castiglioni è stato intitolato ufficialmente “Largo 15 Martiri di Piazzale Loreto”.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Indirizzo: piazzale Loreto angolo con via Andrea Doria, largo 15 Martiri di Piazzale Loreto
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.48611 – Longitudine 9.21558
FONTI
Bibliografia
L. Borgomaneri, Loreto, piazzale (ad vocem), in «Dizionario della Resistenza», a cura di E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, vol. II, Torino, Giulio Einaudi, 2001, pp. 72-73
M. Castoldi, Piazzale Loreto. Milano, l’eccidio e il «contrappasso», Roma, Donzelli editore, 2020
M. Cuzzi, Seicento giorni di terrore a Milano. Vita quotidiana ai tempi di Salò, Vicenza, Neri Pozza, 2022, pp. 211-221
Loreto, Piazzale (ad vocem), in «Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza», vol. III H-M, Milano, La Pietra, 1976, pp. 411-413
Sitografia
S. Fogagnolo, 80 anni dalla strage di piazzale Loreto: 10 agosto 1944 – 10 agosto 2024, articolo pubblicato sul sito www.letteraicompagnirivista.com consultato il 2/9/2024
morosinimanara, Monumento a ricordo eccidio piazzale Loreto – Milano, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 13/7/2024
G. Rosso Del Brenna, Castiglioni, Giannino, profilo biografico pubblicato sul sito www.treccani.it/enciclopedia consultato il 13/7/2024
G. Scirocco, L. Borgomaneri, Piazzale Loreto, Milano, 10.08.1944, scheda pubblicata sul sito www.straginazifasciste.it consultato il 13/7/2024
Milano è Memoria. Piazzale Loreto, Milano ricorda i 15 martiri a San Vittore e al Campo della Gloria. Sabato 10 agosto l’intitolazione del largo che ospita la stele a loro dedicata, articolo pubblicato sul sito www.comune.milano.it consultato il 13/7/2024
Monumento ai Caduti di piazzale Loreto, scheda pubblicata sul sito https://www.mudec.it/2023/01/18/monumento-ai-caduti-di-piazzale-loreto/ consultato il 13/7/2024
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 10/8/1944
Cognome / Nome: Bravin Antonio (commerciante), Casiraghi Giulio (operaio), Del Riccio Renzo (operaio), Esposito Andrea (operaio), Fiorani Domenico (operaio), Fogagnolo Umberto (ingegnere), Galimberti Giovanni (impiegato), Gasparini Vittorio (dirigente), Mastrodomenico Emidio (agente di pubblica sicurezza), Poletti Angelo (operaio), Principato Salvatore (maestro), Ragni Andrea (commesso viaggiatore), Soncini Eraldo (operaio), Temolo Libero (operaio) e Vertemati Vitale (operaio).
Formazioni d’appartenenza: GAP, Brigate Garibaldi, Brigate Matteotti, Partito d’Azione, SAP
Data opera: 10/8/1961
Autore: Castiglioni Giannino
Note: monumento visibile e liberamente accessibile
contatti
MONUMENTO A RICORDO DELLA STRAGE DI PIAZZALE LORETO A MILANO
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