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Sin dal 1943 l’Italia e, in particolare, la città di Milano e il suo territorio, furono bersaglio di imponenti bombardamenti dell’aviazione angloamericana, specialmente a partire dall’armistizio dell’8 settembre 1943. L’episodio forse più tragico fu quello del 20 ottobre 1944, quando gli aerei della 15a Air Force sganciarono bombe sul quartiere residenziale di Gorla, ubicato nella periferia nord-orientale di Milano.
Attraverso l’intelligence, gli Alleati vennero a sapere che, tra le grandi fabbriche e aziende milanesi, la Breda di Sesto San Giovanni, l’Isotta Fraschini e l’Alfa Romeo erano occupate dai nazisti. Tramite l’ordine operativo 754 A del 19 ottobre 1944, firmato dal tenente colonnello Leroy L. Stefonowicz, si stabilì dunque di attaccare anche questi tre stabilimenti, oltre ad altri obiettivi quali raffinerie in Germania e Cecoslovacchia, servendosi di tre reparti della 15a Air Force. Nella fattispecie, trentasei bombardieri “B 24” del 451° Bomb Group furono incaricati di colpire la Breda. Gli aerei decollarono all’alba del 20 ottobre 1944 dall’aeroporto di Castelluccio dei Sauri (Foggia), e giunsero sopra il bersaglio prescelto poco prima delle 11:30, quando scaricarono 342 bombe da 500 libbre per circa 35 tonnellate; qualcosa, però, andò storto.
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Arrivati a circa 4 km a ovest dell’obiettivo, per un corto circuito dell’interruttore di sgancio vennero rilasciati gli ordigni dell’aereo di testa della prima ondata, imitato dagli altri velivoli: le bombe caddero nelle campagne circostanti. La seconda ondata, invece, imbroccata la rotta d’attacco, per errore si ritrovò a sudest della Breda e gettò ugualmente il carico, devastando così i quartieri abitati di Gorla, Turro e Precotto. Una vera e propria tragedia si ebbe nella scuola elementare “Francesco Crispi” di Gorla, rione colpito da circa 170 esplosivi sganciati attorno alle 11:25: alle 11:29 una bomba si infilò nella tromba delle scale dell’istituto scolastico, esplodendo e provocando il crollo dell’edificio. Subito iniziarono le attività di recupero dei bambini sepolti sotto le macerie, alle quali presero parte gli abitanti di Gorla, i Vigili del fuoco, gli operai delle fabbriche circostanti, gli addetti dell’Unione nazionale protezione antiaerea, alcuni militari presenti in zona, i fascisti della Guardia nazionale repubblicana e quelli della Legione autonoma mobile “Ettore Muti”; fondamentale fu l’attività del giovane sacerdote don Ferdinando Frattino (1916-2000), all’epoca vicario parrocchiale del quartiere. Intervenne prontamente anche l’allora Arcivescovo di Milano, il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, per pregare per i defunti e portare conforto spirituale ai sopravvissuti. Alla fine, le vittime furono 184 bambini insieme a 19 tra maestri e bidelli (mentre, in generale, dopo quella strage sanguinaria a Milano si contarono 614 morti: nei medesimi giorni, infatti, gli esplosivi caddero pure a Crescenzago, in viale Padova, in viale Certosa, in via Emanuele Filiberto, in piazza Brescia, in via Caracciolo e sugli scali ferroviari di Greco e Farini). Questa fu l’ultima incursione di bombardieri della 15a Air Force sulla città.
La piazza dove sorgeva la scuola elementare di Gorla fu rinominata “piazza dei Piccoli Martiri”; già nel 1947 in loco fu eretto un ossario, dove vennero via via posti i resti delle vittime innocenti di questa drammatica vicenda, in un primo momento seppellite a Greco. Nel 1952 venne inaugurato un monumento alla memoria, opera di Remo Brioschi, scultore allievo di Arturo Martini e Armando Violi. L’opera mostra al centro, in cima a una breve scalinata, una scultura in bronzo con una madre addolorata, con il viso celato da un cappuccio, che regge tra le braccia il cadavere nudo del figlioletto. Dietro di lei, si erge una sobria struttura in granito, con due pilastri sormontati da un blocco recante la scritta a lettere capitali “ECCO LA GUERRA”, seguita dalla data “20-X-1944”; sul pilastro di sinistra si vede un aereo angloamericano che bombarda la scuola, su quello di destra il velivolo che si allontana lasciando dietro di sé macerie, distruzione e morte. Sul retro del monumento, due rampe di scale conducono alla cripta-ossario, dove campeggia un mosaico con il volto di Cristo, due figure dolenti e il corpo di uno dei piccoli martiri di Gorla adagiato su di un altare coperto da un sudario; la scena è sovrastata dall’iscrizione “E VI AVEVO DETTO DI AMARVI COME FRATELLI”.
Anche in anni recenti, l’immane tragedia di Gorla non è stata dimenticata, e resta sempre viva nella memoria grazie anche a iniziative culturali quali lo spettacolo teatrale del 2014 Gorla fermata Gorla su testo del drammaturgo e attore Renato Sarti, e il brano del 2025 “La bambina di Gorla” del cantautore Enrico Ruggeri.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Indirizzo: piazza dei Piccoli Martiri
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.50416 – Longitudine 9.22394
FONTI
Bibliografia
A. Rastelli, Bombe sulla città. Gli attacchi aerei alleati: le vittime civili a Milano, Milano, Mursia, 2000, pp. 139-154, pp. 213-250
G. Vignoli, I 184 bimbi di Gorla. Un crimine degli Americani, Roma, BastogiLibri, 2020
Sitografia
L. Bellaspiga, L’anniversario. 80 anni fa la strage di Gorla. Le bombe e la memoria, articolo pubblicato sul sito www.avvenire.it consultato il 9/2/2025
E. Bricchetti, Milano – Monumento ai Piccoli Martiri di Gorla, scheda pubblicata sul sito www.ecomuseomartesana.it consultato il 9/2/2025
Brioschi Remo, scheda pubblicata sul sito dizionariodartesartori.it consultato il 9/2/2025
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 20/10/1944
Cognome / Nome: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte
Formazioni d’appartenenza: non determinabile
Data monumento: 1947 (ossario); 1952 (monumento)
Autore: Brioschi Remo
Note: monumento visibile e non liberamente accessibile. Orari d’accesso all’ossario contingentati
contatti
MONUMENTO E OSSARIO AI PICCOLI MARTIRI DI GORLA A MILANO
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