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La piccola targa in candido marmo bianco venato di lievi venature, di formato rettangolare, reca incisa la scritta a lettere capitali “NELL’AVANGUARDIA EROICA / CHE SUL MONTE DI S. MARTINO / AFFRONTÒ IL TEDESCO INVASORE / CADEVA IL PARTIGIANO / VENTURA ANGELO / CHE QUI ABITAVA / 1904 1943”.
Angelo Ventura nacque a Milano l’8 agosto 1904; il padre si chiamava Roberto, la madre Pasqua Bonato. Lavorò in città come tassista finché, a causa della guerra, vennero a mancare i rifornimenti di benzina; nel 1943 divenne dunque operaio presso la vetreria Bordoni e, nel medesimo periodo, iniziò a militare in un gruppo antifascista. A seguito dei bombardamenti angloamericani su Milano, la fabbrica Bordoni venne distrutta, causando così la disoccupazione di molti lavoratori; Angelo venne assunto dall’Organizzazione Todt, un ente di costruzioni nato nella Germania nazista che reclutava volontari italiani per sterramenti ed erezione di fortificazioni. Pochi giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 raggiunse il fratello Emilio in montagna, a San Martino di Valcuvia (Varese), divenendo un combattente della brigata “San Martino”, gruppo “5 Giornate”, come addetto alla guida di un camion.
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Il 15 novembre, durante un violento rastrellamento nazifascista, il comandante Carlo Croce, ex colonello dell’esercito e, di conseguenza, abituato alla difesa statica tipica delle strategie militari, poco avvezzo ai continui spostamenti dei militanti della Resistenza, con un grave errore di valutazione mandò alcuni partigiani sul monte San Martino a difendere la postazione. Essi rimasero bloccati, poiché i fascisti ostruirono l’unica via di fuga; attaccati nel contempo dall’aviazione nazista, riuscirono a colpire e a far schiantare un aereo ma, improvvisamente, esaurirono tutte le munizioni. Accerchiati e catturati dai nazifascisti, vennero portati nell’ex caserma Cadorna, interrogati e fucilati il 17 novembre 1943: tra i combattenti giustiziati c’era anche Angelo Ventura, all’epoca trentanovenne. La rappresaglia dei nazifascisti comportò quarantuno morti, sedici dispersi, sedici feriti, centocinquanta superstiti fuggiti in Svizzera tramite un sistema di gallerie: tra questi, anche Carlo Croce, successivamente rientrato in Italia, fermato a Bergamo e morto per le conseguenze delle sevizie.
La lastra qui analizzata è appesa all’esterno della casa milanese di Angelo Ventura e della famiglia.
Stefano Balbiani
Localizzazione
Indirizzo: via Nicola Palmieri, 11
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.43521 – Longitudine 9.17659
FONTI
Bibliografia
G. Deiana, Il sole risplenderà su di noi domani. La Resistenza nel quartiere Stadera e dintorni. Un segmento della lotta di Liberazione a Milano, Milano, Biblion, 2021, pp. 154-156
Sitografia
U. Murri, Lastra in memoria di Angelo Ventura – Milano, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 22/10/2024
Angelo Ventura, scheda pubblicata sul sito www.chieracostui.com consultato il 22/10/2024
Scheda biografica del Caduto Partigiano, scheda pubblicata sul sito anpimilano.com consultato il 22/10/2024
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: 8/8/1904 – 17/11/1943
Cognome / Nome: Ventura Angelo
Formazioni d’appartenenza: brigata “San Martino”, gruppo “5 Giornate”
Data lapide: non determinabile
Autore: non conosciuto
Note: targa visibile e liberamente accessibile
contatti
TARGA IN MEMORIA DI ANGELO VENTURA A MILANO
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