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TARGA IN MEMORIA DI DON ACHILLE BOLIS A CALOLZIOCORTE

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Achille Bolis nacque il 14 ottobre 1873 in una casa con mulino in località Tovo a Calolziocorte (Lecco), figlio di Francesco Bolis, segretario comunale, e della sua seconda moglie Teresa Caccia. Studente in seminario, fu ordinato sacerdote nel 1896, e prestò servizio nelle parrocchie di Sogno, Borgo Pignolo a Bergamo e Valtesse (attualmente quartiere della città di Bergamo); nel gennaio 1931 don Achille venne elevato alla dignità di Arciprete di Calolziocorte, con ingresso solenne nella parrocchia di San Martino il 25 gennaio di quell’anno. Nella propria città natale condusse con zelo e freschezza una vita pastorale attenta al bene, alla cura e alla salvaguardia dei parrocchiani a lui affidati; organizzò inoltre, nel 1936, un congresso eucaristico per celebrare il centenario dell’Arcipresbiteriale. Dopo l’8 settembre 1943, don Achille Bolis aderì a un gruppo antifascista nato per soccorrere i partigiani rifugiatisi sui monti del Lecchese e della Bergamasca, inviando loro medicinali, viveri, indumenti e armi, e per aiutare a fuggire in Svizzera ebrei e coloro che erano minacciati dai nazifascisti. Inoltre, in casa parrocchiale diede asilo ad alcuni nemici del regime, e permise di nascondere armamenti e munizioni nel campanile della chiesa di San Martino e nella sacrestia della chiesa di Santa Maria del Lavello. Nei territori di Lecco e di Bergamo, caratterizzati da una profonda religiosità, numerosi furono i sacerdoti che militarono nella Resistenza: personalità come, per esempio, don Antonio Seghezzi (1906-1945), assistente della gioventù maschile dell’Azione Cattolica di Bergamo, morto nel lager di Dachau; oppure don Giovanni Ticozzi (1897-1958), tra i promotori del Comitato di liberazione nazionale lecchese. Nelle prime ore del 22 febbraio 1944 circa sessanta uomini della compagnia Ordine pubblico di Bergamo, reparto mobile della Guardia nazionale repubblicana comandato da Aldo Resmini e dal sottotenente Alessandro Ghisleni, giunse a Calolziocorte e arrestò quattro ricercati:

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don Tommaso Rota, coadiutore della parrocchia del Pascolo (frazione di Calolziocorte); il medico condotto del paese Oscar Zannini; l’impiegato comunale Luigi Ferrario; don Achille Bolis, denunciato per vendetta verosimilmente da persone del posto, fatto salire su di un camion e lasciatovi al freddo sino alle 4 del mattino, quando le vetture con i prigionieri si diressero verso la Casa del Fascio di Bergamo. Qui, nonostante fosse febbricitante per una forma bronchiale che lo affliggeva, il settantenne Arciprete venne rinchiuso nei sotterranei, sottoposto a un estenuante interrogatorio, minacciato, insultato e malmenato dai fascisti. Il coadiutore di Calolziocorte, don Giacinto Frigeri, informò prontamente dell’accaduto monsignor Adriano Bernareggi, vescovo di Bergamo, e si spese molto per cercare di liberare don Achille, purtroppo con esito negativo. Il 23 febbraio l’anziano sacerdote venne trasferito a Milano per un interrogatorio-confronto con i suoi presunti accusatori; a questo punto, si hanno due testimonianze discordanti. Secondo una, fu portato a pochi passi dal Duomo, all’esterno dell’ex Albergo Regina, dal settembre 1943 all’aprile 1945 sede del quartier generale dei nazisti, famigerato luogo di tortura e di morte, senza però entrarvi; in un’altra ricostruzione, invece, don Bolis rimase per alcune ore all’interno dell’ex hotel, dove si presume venne seviziato. Condotto poi nel carcere di San Vittore, fu nuovamente picchiato selvaggiamente; l’uomo morì nella serata del 23 febbraio 1944: secondo la versione ufficiale rilasciata dal comando delle SS, la causa del decesso fu un aneurisma polmonare. Sin da subito fu però chiaro a tutti che don Achille morì per le percosse e le torture subite dai nazifascisti in quelle drammatiche ore: ci sono, difatti, numerosi testimoni all’epoca incarcerati a San Vittore che riferiscono di aver visto il sacerdote insanguinato, con il volto e il collo coperti di lividi ed ecchimosi, le vesti lacere. Grazie all’intervento della Curia milanese, informata da un secondino della prigione, si riuscì a bloccare il trasporto della salma al Cimitero Monumentale, ordinato dai tedeschi; i nazisti vietarono che le esequie si tenessero a Calolziocorte (temevano infatti un’insurrezione popolare). Vennero dunque celebrati funerali solenni a Milano, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni in Laterano; il feretro giunse poi a Bergamo e il 1° marzo, nonostante la richiesta dell’arcivescovo Bernareggi di tributare al sacerdote solenni suffragi nella chiesa di Sant’Anna in Borgo Palazzo, fu requisito da militari nazisti e sepolto segretamente al Cimitero Maggiore. Terminata la guerra e recuperata la salma, il 1° giugno 1945 monsignor Bernareggi tenne un ufficio funebre a Bergamo, dopodiché le spoglie dell’Arciprete furono traslate a Calolziocorte: qui, il 3 giugno, vennero finalmente celebrati i funerali di don Bolis nella sua chiesa Arcipresbiteriale, e la bara fu tumulata nel cimitero locale. 

In occasione dell’ottantesimo anniversario della barbara uccisione di don Achille Bolis, l’ANPI e il Comune di Calolziocorte hanno dedicato alla sua memoria una targa, inaugurata il 16 novembre 2024 nella piazza Arcipresbiteriale, proprio di fianco alla chiesa di San Martino. Essa reca una fotografia in bianco e nero del sacerdote, e un’iscrizione (in italiano e in inglese) con brevi cenni biografici sulla vita e l’operato dell’Arciprete.

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Calolziocorte
Indirizzo: piazza Arcipresbiteriale, angolo con via XXIV Maggio
Comune: Calolziocorte
Provincia: Lecco (LC)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.80276 – Longitudine 9.43164

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FONTI

Bibliografia

E. Bolis, C. Tacchi, A Milano è morto l’arciprete. Don Achille Bolis 23 febbraio 1944, Milano-Udine, Mimesis, 2024

Don Achille Bolis nel 50° anniversario della morte, a cura della comunità Parrocchiale di Calolziocorte, Calolziocorte, Tipolito Rocca, 1994

Sitografia

A. Bellini, Don Achille Bolis, il coraggio dell’amore, articolo pubblicato sul sito www.chiesadimilano.it consultato il 31/1/2025

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 23/2/1944

Cognome / Nome: Bolis Achille

Formazioni d’appartenenza: non determinabile

Data lapide: 16/11/2024

Autore: non conosciuto. Sappiamo solo che la targa è stata commissionata dall’ANPI in collaborazione con il Comune di Calolziocorte

Note: targa visibile e liberamente accessibile

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