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CASA GOBETTI A TORINO
Casa Gobetti a Torino

© Fotografia di Bruna Biamino per MuseoTorino – Questa immagine è protetta da copyright

Torino, 1924. Piero Gobetti e Ada Prospero varcarono dopo il primo anno di matrimonio la loro casa al numero 6 di via Fabro. Sposati l’11 gennaio 1923, lui laureato in Giurisprudenza, lavorava come giornalista, lei studiava Lettere e Filosofia, e scriveva molto. Ben presto la casa si riempì di libri, fra cui gli amati Einaudi e Salvemini, di parole illuminate, di arti e di lingue straniere. In comune avevano speranze e ideali politici di ispirazione liberale e democratica, maturati negli studi liceali e nelle discussioni appassionate, approdati nelle pagine della prima rivista gobettiana, «Energie nove». Giovani, antitetici alle gerarchie conservatrici e all’immobilismo sociale, vedevano nelle occupazioni delle fabbriche l’inizio della rivoluzione democratica, nel rigore etico e nella responsabilità dell’individuo i semi del rinnovamento sociale auspicato. Entrambi furono fin da subito in aperta e dichiarata opposizione al movimento fascista. I numerosi articoli dove Piero Gobetti tesseva corpose analisi politiche e sociologiche, con una critica cruda e puntuale al fascismo e alla figura di Mussolini, valsero all’editore de «La Rivoluzione liberale» alcuni arresti, la diffida del prefetto torinese, e nel novembre 1925 la chiusura del periodico. 

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L’ultima di ripetute aggressioni squadriste, la più violenta, aggravò la salute di Piero in modo irreversibile. Lasciò la casa torinese, lasciò Ada e Paolo, ancora in grembo, e andò a Parigi, immaginando di proseguire il suo lavoro di scrittore e giornalista libero. Quell’inverno ebbe una bronchite che aggravò la salute già precaria in modo irreversibile. Morì nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 1926, nemmeno venticinquenne.
Negli anni di dolore, ma anche di impegno politico, di insegnamento, di scrittura e traduzioni, e dal 1937 insieme al marito Ettore Marchesini, Ada aprì l’appartamento di via Fabro agli amici e alle amiche, ai compagni e alle compagne di idee e lotta politica. Erano antifascisti, vecchi e nuovi militanti del movimento di Giustizia e Libertà, dal 1942, sotto il vessillo del Partito d’Azione. Nei mesi a seguire il luglio 1943, dopo la fine del governo mussoliniano, Ada accolse amici militanti nel movimento di Giustizia e Libertà usciti dalle carceri o tornati dal confino, Ernesto Rossi, Leone Ginzburg, Franco Venturi, Vittorio Foa. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con il vuoto di potere e poi l’occupazione tedesca, iniziarono gli incontri, le riunioni politiche del Partito d’Azione, il coordinamento delle neonate bande partigiane. Tra i primi arrivarono in Casa Gobetti Duccio Galimberti per i partigiani del Cuneese, Silvia Pons dalle guerriglie valdesi, futura staffetta della Val Pellice, poi Foa e Paolo Braccini a organizzare le brigate di Giustizia e Libertà piemontesi, e Ferruccio Parri, scelto come comandante delle forze GL Alta Italia.
Chi nei venti mesi di Resistenza avrebbe varcato la soglia di casa Gobetti sapeva di trovare in Ada una saggia mediatrice che tra le diverse anime politiche avrebbe trovato il terreno del compromesso necessario all’obiettivo comune, dote di cui beneficiarono in molte e molti, dai Gruppi di Difesa della Donna di Torino al Partito d’Azione fino al Comitato di Liberazione Nazionale piemontese. Intanto le azioni di rastrellamento perpetrate dai tedeschi a Torino nel mese di gennaio del 1944 non risparmiarono il quartiere di via Fabro. Fu per Ettore, Ada e il giovane Paolo, già tra le fila partigiane, un anno di frequenti, lunghi, o repentini spostamenti tra e verso le montagne, spesso in Val Susa, nella casa di Meana e a Beaulard (Oulx), in capanne irraggiungibili, con qualche tappa torinese. Eppure Casa Gobetti rimase sempre a disposizione, protetta da Espedita Martinoli, portinaia del palazzo, indispensabile presenza, ormai esperta sentinella. Fu nascondiglio e ristoro, come per l’amica Lisetta, Lisa Giua Foa, scampata da Villa Triste e dalla Banda Koch, rivestita di nuova identità, il lasciapassare per partorire all’ospedale di Torino. Luogo dove ritrovarsi insieme dopo la morte di un compagno – i Galimberti, i Jervis, gli Artom – e poi ripartire, riorganizzare, sostituire in fretta le posizioni di comando, momenti in cui Ada non smetteva di scrivere relazioni, intervenire nelle riunioni militari, organizzare gli spostamenti dei partigiani, i rifornimenti di beni e armi in montagna. E intanto sopportare le lunghe assenze del figlio Paolo.
I periodi di assenza da Torino e da via Fabro terminarono nei primi mesi del 1945, con i partigiani pronti all’insurrezione e gli occupanti tedeschi, vicini alla sconfitta, ancora più feroci. Le ultime febbrili riunioni erano rivolte alla preparazione dei Gruppi di Difesa Patriottica e squadre d’azione cittadina, alla costituzione di Comitati di Liberazione nelle fabbriche, nelle aziende, in tutti i rioni torinesi. Prima della fine, prima dell’arrivo degli alleati, si stava immaginando e operando, dentro e fuori le mura della casa di Ada Prospero e Piero Gobetti, una ricostruzione democratica, cercando il sostegno più diffuso, ognuno responsabile per l’altro.

Silvia Maresca

Localizzazione

Località: Torino
Indirizzo: via Antonio Fabro 6
Comune: Torino
Provincia: Torino (TO)
Regione: Piemonte
Coordinate geografiche: Latitudine 45.07342 – Longitudine 7.67473

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FONTI

Bibliografia
Ada Gobetti, Diario partigiano, Torino, Einaudi, 1996

Sitografia
Biografia: Piero Gobetti (Torino 19 giugno 1901 – Parigi 16 febbraio 1926) pubblicata sul sito  www.centrogobetti.it consultato il 22/8/2023

Biografia: Ada Prospero Marchesini Gobetti (Torino 23 luglio 1902 – Torino, 14 marzo 1968) pubblicata sul sito www.centrogobetti.it consultato il 22/8/2023

Casa Gobetti via Fabro 6 – Torino, scheda monografica pubblicata in www.museodiffusotorino.it consultato il 22/8/2023

 

 

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 1924-1945

Cognome Nome: Gobetti Piero, Prospero Ada

Formazioni d’appartenenza: Piero Gobetti fu ispiratore del Movimento di Giustizia e Libertà; Ada Prospero aderì al Partito d’Azione e collaborò con le brigate partigiane Giustizia e Libertà

Data opera: non determinabile

Autore: non conosciuto

Note: La struttura ospita dal 1961 l’istituto culturale Centro studi Piero Gobetti, aperto al pubblico negli orari previsti (biblioteca, archivio storico, eventi); affissa all’esterno del palazzo la targa in memoria di Piero Gobetti: IN QUESTA CASA VISSE / PIERO GOBETTI / GLI ULTIMI ANNI DELLA SUA BREVE VITA / E DA ESSA PARTI’ / IL 3 FEBBRAIO 1926 / VERSO L’ESILIO E LA MORTE / MA IN PATRIA AVEVA LASCIATO / UN ESEMPIO INESORABILE / D’INTEGRA LIBERTA’ / PER L’INDOMANI E PER SEMPRE

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