© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright
Nella zona dell’Appennino forlivese, all’interno del territorio del comune di Santa Sofia, si trova Palazzo Zanetti. La struttura, appartenente ai tempi ad una famiglia di proprietari terrieri, al principio del 1944 fu scelta come sede del comando partigiano che si trovò ad amministrare la Zona libera del Corniolo, o, come nota nella fonti fasciste «Il dipartimento del Corniolo». L’edificio si trovano al n° 5 di via nuova ed è visibile dalla strada adiacente.
Tra le tante zone libere e repubbliche partigiane esistite nell’Italia occupata dai tedeschi tra il 1943 ed il 1945, la vicenda del Dipartimento partigiano del Corniolo è importante per diversi motivi. Si tratta innanzitutto della prima esperienza di autogoverno partigiano avviata durante la Resistenza; le date di inizio della zona controllata dai partigiani non sono certe ma insistono sui primi giorni di febbraio del 1944. Un altro motivo dell’importanza della vicenda è connesso alla sorte mai del tutto chiarita del comandante partigiano che lega il suo nome a quello della zona partigiana, Riccardo Fedel noto con il nome di Battaglia di “Libero Riccardi”.
Leggi di più
La “Brigata Garibaldi Romagnola” è inquadrata tra le brigate d’assalto Garibaldi, ovvero le formazioni partigiane che durante la Resistenza sono legate direttamente al Partito Comunista Italiano – PCI. A comando dei garibaldini del Corniolo si trova Riccardo Fedel “Libero”. Fedel, ex confinato politico tra la seconda metà degli anni ‘20 ed i primi ‘30, assume il comando della neocostituenda “Brigata romagnola” nel novembre del 1943; sotto la sua guida la formazione arriverà a contare circa 900 unità. Nell’inverno del 1944 i partigiani della “Brigata Romagnola” assumono il controllo di un’area che interessa diversi comuni del territorio; oltre a quello di Santa Sofia, del quale l’abitato di Corniolo fa parte, sono toccati Galeata, Premilcuore e Bagno di Romagna.
L’inizio ufficiale del Dipartimento partigiano viene indicato il 2 febbraio ‘44: si tratta del primo caso di zona liberata dalla presenza nazifascista del biennio 1943-45. Se le zone libere della Resistenza italiana prendono vita perlopiù tra la tarda primavera e l’autunno inoltrato del ‘44, la vicenda del Corniolo si situa in un tempo a sé, tanto precedente da non rendere possibile il suo inserimento tra gli altri casi più noti. Quel che appare certo è che si tratta della prima prova di autogoverno partigiano, avvenuta senza disposizioni di sorta da parte degli organi coordinatori della Resistenza.
In ogni caso per i vertici della brigata garibaldina, dopo aver stabilito presidi e posti di blocco ai confini dei territori in mano partigiana, è possibile pensare ad una serie di misure relative agli ambiti economici e assistenziali riguardanti partigiani e popolazione. Nel “Dipartimento” i poteri sono assunti da un comitato che rende conto al comando militare partigiano. Tra le azioni intraprese si inseriscono tanto la riscossione delle tasse (con rilascio di ricevute) in ragione della causa partigiana, quanto il sostegno – in denaro od in natura – alle famiglie più bisognose del territorio. Non mancano attività volte a spiegare le motivazioni della lotta – comizi ed affissione di proclami – o la revisione di accordi preesistenti, come quelli riguardanti la ripartizione dei prodotti tra contadini e proprietari terrieri. In generale lo scorrere della vita non viene stravolto e servizi quali ad esempio quello postale continuano a funzionare come di consueto, fatta eccezione per la censura partigiana applicata al settore. La fine dell’esperimento di autogoverno partigiano nel Corniolo ha diverse cause ma probabilmente tra le principali si inserisce la geografia dei luoghi: per i comandi tedeschi si tratta di un territorio troppo importante dal punto di vista militare per essere lasciato in balia dei ribelli. Il rastrellamento tedesco coglie gli uomini della “Brigata romagnola” nei pressi del monte Falterona, dove si erano spostati dopo aver abbandonato prima Corniolo e poi Strabatenza. Lo sbandamento delle forze partigiane mette la parola fine all’esperienza della Dipartimento del Corniolo tra la fine di marzo e l’aprile 1944. Ed è proprio nella seconda metà di quel marzo che il comandante Fedel “Libero” viene sollevato dal comando della “Brigata Romagnola”; accusato di diserzione, attività spionistica e furto verrà ucciso in circostanze mai del tutto completamente chiarite il 12 giugno successivo da altri partigiani.
Il caso di Riccardo Fedel si rivela interessante poiché consente di relazionarsi alla questione della conflittualità tra partigiani e di smontare una dannosa lettura unitaria e senza macchia della guerra di liberazione; la vicenda anzi restituisce alle forze che si impegnano nella Resistenza una dimensione umana e permette di capire i valori e le contraddizioni delle loro gesta, al di là della retorica “dell’eroe”. La storia del comandante “Libero”, riportata alla luce in anni recenti, mette in evidenza anche la complicata questione della “memoria divisa”. Per molto tempo le vicende della “Brigata romagnola” in quel periodo sono state lette secondo un’unica fonte – il celebre rapporto redatto da Ilario Tabarri, membro del Comitato militare romagnolo – entro il quale la figura del comandante “libero” viene imputata di diverse gravi accuse. Nel corso degli ultimi 20 anni anni gli eredi di Fedel ed alcuni storici professionisti hanno confutato, attraverso i documenti del periodo ed un’analisi delle fonti già prodotte, le accuse mosse a comandante nel “rapporto Tabarri”.
Luca Zanotta
Localizzazione
Indirizzo: via Nuova, 5
Comune: Santa Sofia
Provincia: Forlì – Cesena (FC)
Regione: Emilia Romagna
Coordinate geografiche: Latitudine 43.90568 – Longitudine 11.79679
FONTI
Bibliografia
N. Fedel, R. Piccoli, Edizione critica del rapporto Tabarri. Rapporto generale sull’attività militare in Romagna (dall’8 settembre 1943 al 15 maggio 1944), Milano, Fondazione Comandante Libero, 2014
M. Flores, M. Franzinelli, Storia della Resistenza, Bari, Laterza, 2019
G. Fedel, Storia del Comandante Libero, Italia, Fondazione Riccardo Fedel Comandante Libero Onlus, 2013
Sitografia
Ilario Tabarri, scheda pubblicata sul sito www.anpi.it consultato il 2/7/2025
La brigata partigiana romagnola, articolo pubblicato sul sito www.bibliotecasalaborsa.it consultato il 2/7/2025
La repubblica partigiana del Corniolo, articolo pubblicato sul sito www.bibliotecasalaborsa.it, consultato il 2/7/2025
G. Fedel, N. Fedel, Dopo un articolo di Bruna Tabarri sul comandante Pietro Mauri. Una precisazione e un racconto sul Comandante Riccardo Fedel, articolo pubblicato sul sito www.anpi.it consultato l’1/7/2025
R. Fedel, Riccardo F., articolo pubblicato sul sito www.comandantelibero.org consultato consultato l’1/7/2025
8a brigata Garibaldi Romagna, scheda pubblicata sul sito siusa-archivi.cultura.gov.it consultato il 2/7/2025
ALTRE INFORMAZIONI
Data/e evento: 2/2/1944 – fine marzo/aprile 1944
Cognome / Nome: Fedel Riccardo “Libero Riccardi”; Tabarri Ilario
Formazioni d’appartenenza: Brigata Garibaldi Romagnola
Data/e opera: non determinabile
Autore/i: non determinabile
Note: L’edificio è visibile ma non liberamente accessibile in quanto privato
contatti
DIPARTIMENTO PARTIGIANO DEL CORNIOLO
Servizio aggiornamento schede
Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?
Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it
Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.
