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ECCIDIO DI RIVA DEL GARDA E DELLA ZONA DEL BASSO SARCA

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Il territorio del Basso Sarca e del Garda trentino rappresentava un punto strategico, essendo situato sulla linea del Brennero. Dopo la caduta del regime fascista (25 luglio 1943) e l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Alto Garda si trovò a cavallo tra la Repubblica sociale italiana e la Zona d’operazioni delle Prealpi (Operationszone Alpenvorland), che riuniva sotto il dominio nazista le province di Belluno, Trento e Bolzano. Terra animata da sempre da ideali antifascisti, di matrice socialista e comunista, a seguito di tali avvenimenti vide la nascita di due gruppi resistenti, le brigate “Garibaldi” di ideali comunisti e le “Fiamme verdi” di orientamento cattolico, costituite queste ultime per iniziativa di Gastone Franchetti: nato a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) il 22 settembre 1920 e trasferitosi con la famiglia a Riva del Garda, durante la Seconda guerra mondiale combatté nei Balcani e sul fronte greco-albanese nel battaglione “Alpini Trento”. Nel 1942 fondò il gruppo giovanile dei “Figli della montagna”, dove la passione per lo sport e l’alpinismo fu presto affiancata dalla lotta contro i nazifascisti.

Nell’autunno del 1943 le due formazioni partigiane si coalizzarono e costituirono un deposito di armi e viveri in una caverna sul Monte San Giovanni, in località Mandrea; nel mentre, Franchetti cercò di diffondere capillarmente le “Fiamme verdi” nella zona alpina dell’Italia del Nord. Tali movimenti insospettirono i nazisti, che riuscirono a far infiltrare nelle file della Resistenza Fiore Lutterotti, amico d’infanzia e concittadino di Gastone Franchetti, collaborazionista delle SS di stanza a Verona dopo essere rientrato da un campo di concentramento in Germania. Frattanto, il 7 gennaio 1944 i fascisti di Salò rastrellarono il deposito sul Monte San Giovanni e arrestarono Franchetti. Tornato in libertà dopo circa un mese, d’accordo con il Comitato di Liberazione nazionale (CLN) di Trento, lasciò la guida della formazione resistente – passata a Rino Dusatti detto “Faro” – e si occupò della nascita di un primo gruppo combattente in Val di Genova, valle laterale della Val Rendena, che sarebbe poi diventato la brigata “Cesare Battisti”.

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L’8 aprile il partigiano di origini toscane venne nuovamente fermato e imprigionato a Trento, per essere scarcerato dopo pochi giorni; grazie alle informazioni della spia Lutterotti, intanto i tedeschi erano venuti a conoscenza del quadro completo della Resistenza nel Basso Sarca: diedero così inizio a operazioni di polizia per stroncare l’attività partigiana trentina, iniziando dalla Valsugana e dalla Val di Fiemme. All’alba del 28 giugno 1944, i nazisti della Gestapo di Bolzano e Trento e del Servizio d’ordine sudtirolese attaccarono su più fronti, attuando un efferato eccidio nella zona dell’Alto Garda e del Basso Sarca. A Riva del Garda vennero uccisi quattro resistenti: il rivano Augusto Betta (1899), proprietario dell’omonima ditta di trasporti, ammazzato nella sua officina; Antonio Gambaretto (San Giovanni Ilarione, 1913), brigadiere dei Carabinieri, assassinato nella locale caserma; Eugenio Impera (Cavalese, 1925), studente del liceo “Andrea Maffei”, componente dei “Figli della montagna” e, successivamente, delle “Fiamme verdi”, morto nella propria abitazione; il rivano Enrico Meroni (1925), anch’egli studente e militante nelle brigate cattoliche, seviziato e giustiziato nella Felgendarmerie di Riva del Garda. Il medesimo giorno venne arrestato Remo Ballardini (Larzana di Montagne, 1892) al posto del figlio Renato, partigiano rifugiatosi tra i monti; socialista e gestore dell’hotel di Riva “San Marco”: imprigionato e torturato brutalmente, morì il 19 ottobre 1944 a seguito delle percosse subite. Il 29 giugno, invece, sempre a Riva del Garda vennero fermati Gastone Franchetti che, trasferito a Bolzano, fu processato e fucilato il 29 agosto; e il manovale e operaio Antonio Bosco (Fonzaso, 1914), giustiziato a Bolzano il 24 agosto.

Come già anticipato, il 28 giugno 1944 i tedeschi colpirono anche altri centri del Garda trentino e del Basso Sarca. Ad Arco trovarono la morte Giuseppe Ballanti (Taranto, 1901), ex carabiniere e commerciante; l’arcense Giovanni Bresadola (1895), venditore e partigiano; il socialista Giuseppe Marconi (Civezzano, 1895); il ragioniere Federico Toti (Tarquinia, 1903). A Limone sul Garda venne trucidato l’avvocato bresciano Francesco (o Franco) Gerardi (1914), mentre a Nago morì Gioacchino Bertoldi (1922); infine, a Rovereto fu ammazzato Angelo Bettini. 

Questa brutale operazione infiacchì la Resistenza trentina, ma non comportò la sua scomparsa. In particolare, nel Basso Sarca le operazioni vennero coordinate da Dante Dassatti detto “Dario”; a militanti di vecchia data (quali Giacomo Dusatti, Emilio e Giovanni Parolari, Arcadio ed Ezechiele Venturini) si unirono presto studenti, operai, braccianti agricoli, donne, sacerdoti come don Giovanni Parolari. Tra la fine del 1944 e il 1945 nacquero distaccamenti partigiani a Torbole, Nago, Tenno, Dro, dipendenti dalla Brigata “Eugenio Impera” creata a Riva del Garda; si procedette, quindi, con azioni di sabotaggio, di diffusione della stampa clandestina e di raccolta di armi e viveri.

A Riva del Garda, sotto ai portici di accesso al Palazzo Pretorio, è stata appesa una lapide rettangolare in marmo grigio chiaro con incisa l’iscrizione, a lettere capitali, “LA GLORIA E IL NOME / DI QUANTI PER LA LIBERAZIONE DELLA PATRIA / E UNA PIU NOBILE FORMA DI VITA / COSPIRARONO E CADDERO / QUI RIVA INCIDE”, seguita dall’elenco delle vittime cadute tra il 28 giugno 1944 e il 30 aprile 1945 contro i nazifascisti: nella lista di nominativi sono presenti anche i martiri rivani dell’eccidio del Basso Sarca. 

Nel gennaio del 2023, inoltre, sono state poste pietre d’inciampo in memoria di: Remo Ballardini (viale Roma 20), Augusto Betta (viale Martiri del 28 giugno 3), Antonio Bosco (sottoportico del Marocco 6), Gastone Franchetti (viale Lutti Alberti 7), Antonio Gambaretto (viale Pernici 12), Eugenio Impera (viale Carducci 3), ed Enrico Meroni (viale Martiri del 28 giugno 16).

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Riva del Garda
Indirizzo: piazza III Novembre, 3 (sotto ai portici)
Comune: Riva del Garda
Provincia: Trento (TN)
Regione: Trentino Alto Adige
Coordinate geografiche: Latitudine 45.88487 – Longitudine 10.83910

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FONTI

Bibliografia

R. Francescotti, Antifascismo e Resistenza nel Trentino 1920-1945, Roma, Editori Riuniti, 1957, pp. 101-105

Sitografia

L. Gardumi, Riva del Garda 28-6-1944, scheda pubblicata sul sito www.straginazifasciste.it consultato il 22/2/2025

M. Rapanà, N. Volani, Pietre di inciampo a Riva del Garda, scheda pubblicata sul sito static.museoaltogarda.it consultato il 22/2/2025

I MARTIRI DEL 28 GIUGNO 1944 e LA LIBERAZIONE DELL’ALTO GARDA, articolo pubblicato sul sito web.archive.org consultato il 22/2/2025

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 28/6/1944

Cognome / Nome: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte

Formazioni d’appartenenza: gruppo giovanile “Figli della montagna”; brigate “Fiamme verdi”

Data lapide: non determinabile

Autore: non conosciuto

Note: lapide visibile e liberamente accessibile

contatti

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