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LA STORIA DEL FORTE BRAVETTA E L’ECCIDIO DEL 2 FEBBRAIO 1944
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Nell’Agro Romano, nella valle dei Casali che ha inizio nella parte sudovest della città di Roma, nella seconda metà del XIX secolo venne eretto il Forte Bravetta. La sua edificazione fu ideata già nel 1867 dal comando militare francese che, all’epoca, presidiava l’Urbe, ma il progetto non andò in porto; venne quindi ripreso, dopo il 20 settembre 1870, dalle autorità italiane. A seguito di un vivace dibattito parlamentare, nel 1878 venne approvata la sua costruzione, terminata nel 1884; il bastione, del tipo prussiano con fronte principale a “leggero saliente” e terrapieno addossato alle mura esterne spesse circa un metro, fece parte del campo trincerato composto dai forti Monte Mario, Trionfale, Braschi, Boccea, Aurelio, Bravetta, Portuense, Ostiense, Ardeatino, dell’Appia Antica, Casilino, Prenestino, Tiburtino, di Pietralata, di Monte Antenne e dalle batterie Tevere, Acquasanta, porta Furba e Nomentana. 

Dopo la Prima guerra mondiale, Forte Bravetta divenne deposito di materiale bellico e munizioni, nonché poligono di tiro; in epoca fascista, gli stessi spazi furono destinati alle esecuzioni dei prigionieri.

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Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e sino alla liberazione di Roma, si intensificarono le stragi e gli eccidi all’interno del forte. Sin da subito, i nazifascisti tentarono di stroncare la Resistenza locale con rastrellamenti e conseguenti fucilazioni; i partigiani catturati venivano momentaneamente segregati e torturati nella caserma di via Tasso, sede dei nazisti; nel carcere di Regina Coeli; a palazzo Braschi, quartier generale della polizia del Partito fascista repubblicano. 

Nel dicembre 1943 e nel gennaio 1944, grazie all’aiuto di spie italiane collaborazioniste dei tedeschi, furono arrestati dirigenti e appartenenti al Movimento comunista d’Italia: il 6 dicembre 1943 questi ultimi avevano diffuso nei cinema di Roma volantini di denuncia delle efferatezze commesse dalle Bande di repressione fasciste. Condotti in taxi all’hotel Flora nella notte del 28 gennaio 1944, vennero processati sommariamente e undici di loro furono condannati a morte per “tentati atti di violenza ai danni delle truppe di occupazione germaniche”. Alle undici di mattina del 2 febbraio 1944 si tenne, a Forte Bravetta, l’esecuzione collettiva degli undici patrioti comunisti, che affrontarono la morte con coraggio, tranquillità e rivendicando con fierezza la propria convinta adesione alla Liberazione d’Italia. 

Ettore Arena (Catanzaro, 1923), operaio tornitore, prestava servizio come allievo elettricista nella Marina militare; si trovava a Venezia al momento dell’armistizio. Raggiunse rocambolescamente la famiglia a Roma e, fin dall’ottobre 1943, militò nelle fila del movimento “Bandiera rossa”; il 2 novembre 1976 gli venne conferita alla memoria la Medaglia d’oro al valor militare. 

Benvenuto Badiali (Castel San Pietro, 1905) fu commerciante e partigiano. 

Branko Brahanzo Bittler nacque a Braslovče (Slovenia) nel 1905; di professione impresario teatrale, fu arrestato l’8 gennaio 1944 assieme alla moglie Herta Katherina Haberning, di origini austriache: i due nascondevano nel proprio appartamento alcuni ricercati inglesi. 

Il foggiano Ottavio Cirulli (1906) venne prelevato nella propria bottega di calzolaio il 9 dicembre 1943. 

Romolo Iacopini (Roma, 1898), soprannominato per l’eroismo dimostrato il “Comandante di Trionfale”, fu operaio specializzato alla “Scalera film” e uomo d’azione partigiano. 

Enzio Malatesta nacque ad Apuania Marittima (Massa Carrara) nel 1914; laureatosi nel 1938 a Milano, inizialmente insegnò al liceo “Parini” e fu direttore della rivista “Cinema e Teatro”. Trasferitosi a Roma nel 1940, fu caporedattore del “Giornale d’Italia” e, dopo l’8 settembre 1943, militò nel movimento “Bandiera rossa”. 

Il giornalista milanese Carlo Merli (1913) venne fermato l’11 dicembre 1943. 

L’operaio romano Augusto Paroli (1913) coordinava l’operato delle staffette partigiane e custodiva un deposito di munizioni e artiglieria. 

Gino Rossi detto “Bixio” (Selvazzano, 1893), di professione architetto, portò nelle file della formazione “Bandiera rossa” alcuni militari sfuggiti alle razzie naziste dopo l’armistizio dell’8 settembre. 

Il tipografo Guerrino Sbardella (Colonna, 1916) fu prelevato l’8 dicembre 1943 nella propria abitazione. 

Il calzolaio romano Filiberto Zolito (1894) fu arrestato a dicembre 1943.
Purtroppo, questo non fu l’unico eccidio nazifascista qui perpetrato.

Nel 1967, in occasione del 23° anniversario della Liberazione di Roma, a Forte Bravetta venne inaugurato un monumento alla memoria di tutte le vittime che trovarono la morte (quindi non solo gli undici, appartenenti al Movimento comunista d’Italia, fucilati il 2 febbraio 1944). Esso è costituito da tre lapidi in marmo poste su di un basamento in pietra; le due laterali recano incisi i nomi dei martiri, quella centrale l’iscrizione, a lettere capitali, “A IMPERITURO RICORDO / DEGLI EROICI PATRIOTI / CHE DURANTE / L’OCCUPAZIONE NAZISTA / IN QUESTO FORTE / FURONO FUCILATI / ACCENDENDO / CON IL SUBLIME SACRIFICIO / DELLA LORO VITA / LA FIACCOLA DELLA RESISTENZA / E DELLA RISCOSSA NAZIONALE / ROMA / NEL XXIII ANNIVERSARIO / DELLA SUA LIBERAZIONE / MEMORE E RICONOSCENTE / S.P.Q.R. / MCMLXVII”. 

Nel settembre del 2009 l’allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha inaugurato in questo luogo il “Parco dei Martiri”, un nuovo giardino comunale che ha aperto al pubblico nel 2011.

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Roma
Indirizzo: Forte Bravetta, Parco dei Martiri di Forte Bravetta
Comune: Roma
Provincia: Roma (RM)
Regione: Lazio
Coordinate geografiche: Latitudine 41.86802 – Longitudine 12.42340

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FONTI

Bibliografia

A. Pompeo, Forte Bravetta. Una fabbrica di morte dal fascismo al primo dopoguerra, Roma, Odradek, 2012

Sitografia

A. Osti Guerrazzi, FORTE BRAVETTA ROMA 02.02.1944, scheda pubblicata sul sito www.straginazifasciste.it consultato il 28/2/2025

Enzio Malatesta, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 28/2/2025

Ettore Arena, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 28/2/2025

Monumento di Forte Bravetta, scheda pubblicata sul sito memo.anpi.it consultato il 28/2/2025

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 2/2/1944

Cognome / Nome: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte

Formazioni d’appartenenza: Movimento comunista d’Italia

Data monumento: 1967 

Autore: non conosciuto. Sappiamo solo che il monumento è stato commissionato dal Comune di Roma

Note: monumento visibile e non liberamente accessibile. Orari contingentati in base alle aperture del parco

contatti

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