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LAPIDE IN MEMORIA DI LUIGI TACCHINI A MILANO – ZONA PORTA RISORGIMENTO

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A sinistra dell’ingresso al civico 5, in piazza Dateo, è affissa una lapide dedicata alla figura di Luigi Tacchini. Si tratta di una lastra rettangolare di marmo rosa, sotto la quale è apposta una corona in materiale bronzeo. In questa casa abitò Luigi Tacchini, nato a Milano il 3 dicembre 1898. Tacchini, sposato con Alba Ferrari, lavorò al quotidiano «Corriere della sera», entro il quale riuscì a fare carriera, arrivando ad essere nominato nel ruolo di capo del reparto spedizioni. 

Tacchini, nel mentre, fu attivo all’interno di una cellula comunista e in tale contesto gli venne richiesto di agire “dall’interno”. Per questo dovette aderire al Partito nazionale fascista – PNF ed indossare la camicia nera, per rendersi insospettabile con i colleghi fascisti; ma questo comportò odio e isolamento da parte dei compagni antifascisti. 

In realtà Tacchini arrivò addirittura ad ospitare presso la sua abitazione Pietro Secchia, antifascista, politico e infine senatore della Repubblica, che durante la Resistenza fece parte anche del Comando centrale delle Brigate Garibaldi; e, La scheda personale di Tacchini, per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, lo indica anche come facente parte del Comando Militare Zona Valsesia – Brigata Comando.

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Inoltre, il capo del reparto spedizioni ebbe un ruolo anche nei grandi scioperi del marzo  1943, i quali passarono alla storia come il simbolo di una frattura ormai insanabile tra il fascismo e la classe operaia italiana e che portarono agli arresti di alcuni lavoratori del Corriere.

La posizione di Luigi Tacchini fu definitivamente compromessa, un anno dopo, con gli scioperi del marzo 1944, caratterizzati – rispetto a quelli dell’anno precedente – da una marcata valenza politica antifascista ed antinazista, durante i quali il lavoratore del Corriere “incrocerà le braccia” al pari di altri colleghi. L’espressione indica il gesto di rifiuto del lavoro che durante gli eventi in questione coinvolse decine e decine di migliaia di lavoratori, non esclusivamente del settore industriale, ma anche, come nel caso del Corriere, di altre realtà lavorative. La mattina del 1° marzo Luigi Tacchini scelse dunque di rimanere fuori dalla sede del giornale insieme agli altri lavoratori, pur sapendo, o potendolo perlomeno immaginare, che la sua posizione sarebbe stata oggetto di verifiche. 

La risposta nazifascista fu radicale e rapida: cominciarono ben presto gli arresti, le deportazioni e le fucilazioni che, nella mente degli ideatori, dovevano servire a scoraggiare ulteriori fermate del lavoro in ogni ambito. Il giorno successivo Tacchini, presentatosi regolarmente al lavoro, venne intercettato dalle “autorità di pubblica sicurezza” che lo invitarono a seguirli per risolvere “questioni formali”: in realtà il suo destino era scritto. Luigi Tacchini venne detenuto dapprima nel carcere di San Vittore, con altri lavoratori del «Corriere della Sera» – l’impiegato Otello Ghirardelli, l’operaio Dionigi Parietti, il giornalista Mario Miniaci,  il linotipista Ferdinando De Capitani, lo spedizioniere Torquato Spadi e l’ex domestico di Giuseppina Crespi, proprietaria del Corriere -. Vennero tutti destinati alla deportazione nei campi tedeschi. Partiti dalla stazione di Milano Centrale, giunsero a Innsbruck, per poi essere trasportati nel campo di Mauthausen: qui a Tacchini venne assegnato il numero di matricola 57628 e sulla sua divisa di detenzione venne cucito il triangolo rosso, il simbolo utilizzato per segnalare gli oppositori politici all’interno del sistema concentrazionario tedesco. Trasferito nel sottocampo di Ebensee, al quale vennero complessivamente destinati 1.000 italiani, vi morì il 22 luglio 1944.

Luca Zanotta

Localizzazione

Località: Milano
Indirizzo: piazzale Dateo, 7
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI) 
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.46858 – Longitudine 9.21649 

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FONTI

Bibliografia
1944. L’anno della svolta. Lavoro e resistenza: gli scioperi del marzo, la deportazione operaia e il Patto di Roma, a cura di Edmondo Montali, Futura Editrice, 2015.

Sitografia

Scheda personale di Tacchini Luigi, pubblicata sul sito collections.arolsen-archives.org consultano il 12/11/2024

D. Casati, Una formalità chiamata Mauthausen – La storia dei quattro dipendenti del Corriere della Sera morti in un campo di concentramento, articolo pubblicato sul sito reportage.corriere.it consultato il 12/11/2024

E. Gencarelli, Partito e classe a Milano negli scioperi del 1943-44, saggio pubblicato sul sito ìwww.reteparri.it consultato l’11/11/2024

U. Murri, Lastra in memoria di Luigi Tacchini – Milano, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 10/11/2024

ANPI- Comitato provinciale di Milano, Tacchini Luigi, scheda biografica pubblicata sul sito anpimilano.com consultato il 12/11/2024

Istituto per la storia dell’età contemporanea, I grandi scioperi di marzo 1944, articolo pubblicato sul sito fondazioneisec.it consultato il 13/11/2024

Per uno sguardo complessivo sulla vicenda di deportazione dall’Italia, si rimanda al sito dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti: deportati.it

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ALTRE INFORMAZIONI

Data/e evento: 2/3/1944 

Cognome / Nome: Tacchini Luigi

Formazioni d’appartenenza:  Comando Militare Zona Valsesia – Brigata Comando 

Data/e opera: non determinabile

Autore/i: non conosciuto

Note: Lapide visibile e liberamente accessibile

contatti

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