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LASTRA IN RICORDO DI CARLO BIANCHI A MILANO

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La lastra, di formato rettangolare, è realizzata in marmo bianco lucido con alcune venature; essa reca incisa l’iscrizione in lettere capitali “IN QUESTA CASA VISSE / CARLO BIANCHI / INGEGNERE CATTOLICO ANTIFASCISTA / FUCILATO DAI NAZIFASCISTI A FOSSOLI / CON ALTRI 66 PATRIOTI IL 12 LUGLIO 1944. / I FIGLI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA / 22 MARZO 2012”.

Carlo Bianchi nacque a Milano il 22 marzo 1912, figlio di Mario Bianchi e Amalia Pomé, industriali cartari di ideali cattolico-liberali. Dalla prima elementare alla terza liceo classico studiò presso il prestigioso Collegio San Carlo, scuola cattolica arcivescovile nata nel 1869; nel 1935 si laureò al Politecnico di Milano (allora chiamato Regio istituto superiore di ingegneria) e, poco dopo, vinse una borsa di studio per un corso di specializzazione per ingegneri elettricisti presso la Fondazione elettrotecnica “Carlo Erba”. Fino al 1938, anno in cui si sposò con Albertina Casiraghi (dal matrimonio nasceranno quattro figli: Emilio, Guido, Roberto e Carla), lavorò presso la società Siemens Elettra; dopo averla lasciata (probabilmente per non doversi tesserare nel Partito nazionale fascista), si occupò dell’azienda paterna. Durante gli anni dell’università si iscrisse alla Federazione universitaria cattolica italiana, prendendo parte con sistematicità ai convegni e ai congressi organizzati dal 1932 al 1936, aderendo convintamente e con fervore agli ideali di spirito di giustizia, carità e rispetto per l’uomo. Divenuto presidente della sezione milanese della federazione, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 Carlo Bianchi portò avanti un operato basato sostanzialmente su tre filoni distinti: attività caritativa legata alla Fuci, attività caritativa personale e attività politica. Nell’autunno del 1943 sottopose all’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, un promemoria con le linee guida di un “segretariato del popolo”, che avrebbe compreso centri di assistenza medica, assistenza legale, consulenza economica, assistenza scolastica, un centro culturale e uno stampa: tali servizi sarebbero stati offerti agli indigenti e ai meno abbienti a titolo gratuito. Il 18 gennaio 1944 venne quindi inaugurata la “Carità dell’Arcivescovo”, primo esempio di associazione di volontariato laico nata nel capoluogo lombardo, che servì pure da copertura ad attività antifasciste; dal 1984, la denominazione dell’opera (tutt’ora esistente) è cambiata in “Centro di assistenza legale e medica card. Schuster”.

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In quegli anni, Bianchi entrò anche a far parte del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia, e dell’Organizzazione scout collocamento assistenza ricercati, fondata quest’ultima il 12 settembre 1943 dalla collaborazione di quattro sacerdoti, don Andrea Ghetti, don Aurelio Giussani, don Enrico Bigatti e don Giovanni Barbareschi: l’organizzazione si occupava dell’espatrio di ebrei e perseguitati dal regime fascista. Nel medesimo periodo, Carlo Bianchi entrò in contatto e strinse un’intesa intellettuale con Teresio Olivelli (1916-1945), partigiano morto nel lager tedesco di Hersbruck e, nel 2018, beatificato dalla Chiesa cattolica: i due diedero vita a “Il Ribelle”, giornale clandestino apartitico, di ispirazione cattolica e vicino alle Fiamme verdi, il cui primo numero uscì il 5 marzo 1944. Sempre agli inizi del 1944, con l’aiuto morale di don Andrea Ghetti e di don Luigi Polvara, e con il sostegno del professor Federigo Giordano, costituì il pensionato “Casa nostra”, per gli studenti universitari provenienti dalla provincia ed economicamente in difficoltà. Tradito da uno dei collaboratori dell’Oscar, un ex fucino, Carlo Bianchi venne arrestato dai fascisti, assieme a Teresio Olivelli, in piazza San Babila, alle ore 12:30 del 27 aprile 1944; i due giovani vennero incarcerati a San Vittore, Bianchi nella cella 19 del VI raggio, con il numero di matricola 1978. Dopo circa un mese di isolamento, il 9 giugno Carlo Bianchi venne trasferito nel campo di concentramento e di transito di Fossoli (Modena): qui venne fucilato in una sanguinosa rappresaglia dai nazifascisti il 12 luglio, assieme ad altri sessantasei prigionieri, presso il poligono di tiro di Cibeno (Carpi), nonostante l’intervento personale di monsignor Vigilio Federico Dalla Zuanna, vescovo di Carpi. Le sessantasette salme vennero sepolte in una fossa comune; riesumate al termine della guerra, le esequie solenni presiedute dal cardinal Schuster si tennero nel Duomo di Milano nel pomeriggio del 24 maggio 1945. Durante la prigionia a Milano e a Fossoli, Carlo Bianchi riuscì a inviare clandestinamente numerose lettere, pubblicate postume dalla figlia Carla Bianchi Iacono. Nel 1971 Bianchi fu insignito della medaglia di bronzo al valor militare e, nel 1964, della Medaglia d’oro del Comune di Milano.

La lapide qui in analisi è appesa all’esterno dell’abitazione di Carlo Bianchi, ed è stata commissionata dai figli di Bianchi in occasione del centenario di nascita del padre. Il 14 aprile 2021, innanzi al portone d’ingresso di casa Bianchi, è stata posta una pietra d’inciampo, con la seguente iscrizione: “QUI ABITAVA / CARLO BIANCHI / NATO 1912 / ARRESTATO 27.4.1944 / DEPORTATO / FOSSOLI / ASSASSINATO 12.7.1944 / CIBENO”.

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Milano
Indirizzo: via Eugenio Villoresi, 24
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.44684 – Longitudine 9.16337

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FONTI

Bibliografia

C. Bianchi Iacono, Aspetti dell’opposizione dei cattolici di Milano alla Repubblica Sociale Italiana, Brescia, Morcelliana, 1998 

M. Cuzzi, Seicento giorni di terrore a Milano. Vita quotidiana ai tempi di Salò, Vicenza, Neri Pozza, 2022, pp. 176-177 

A. M. Ori, C. Bianchi Iacono, M. Montanari, Uomini nomi memoria: Fossoli 12 luglio 1944, Carpi, Fondazione ex Campo Fossoli, 2004 

Libertà tra i Navigli. La Resistenza in Barona, Lorenteggio, Giambellino, Porta Genova. Milano, a cura della Sezione ANPI Zona 6, Milano, Bine, 2016, pp. 193-194

Fonti d’archivio

Istituto nazionale Ferruccio Parri, fondo Bianchi Carlo, b. 2, fasc. 13

Sitografia

S. Mengotto, «Seminare il bene per combattere il male». Una pietra d’inciampo per Carlo Bianchi, articolo pubblicato sul sito azionecattolicamilano.it consultato il 26/9/2024

U. Murri, Lastra in memoria di Carlo Bianchi – Milano, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 26/9/2024

A Milano una Pietra d’inciampo in memoria di Carlo Bianchi, articolo pubblicato sul sito anpcnazionale.com consultato il 26/9/2024

Carlo Bianchi, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 26/9/2024

Carlo Bianchi, profilo biografico pubblicato sul sito www.pietredinciampo.eu consultato il 26/9/2024

 

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: 22/3/1912 – 12/7/1944

Cognome / Nome: Bianchi Carlo

Formazioni d’appartenenza: Federazione universitaria cattolica italiana

Data lapide: 22/3/2012

Autore: non conosciuto. Sappiamo solo che la lapide è stata commissionata dai quattro figli di Carlo Bianchi

Note: lapide visibile e liberamente accessibile

 

contatti

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