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La pietra d’inciampo in memoria di Carlotta Regina Thomas si trova di fronte all’ingresso del civico 6, in via Emanuele Odazio a Milano, abitazione nella quale si trasferì e abitò con suo marito Angelo Bassis; una zona dove negli anni Quaranta del Novecento abitavano soprattutto operai e nella quale il movimento resistenziale era molto diffuso, tanto che la Thomas vi aderì sin da subito, entrando a far parte dei Gruppi di difesa della donna – GDD, sorti spontaneamente allo scopo di creare un movimento di massa trasversale, cui donne di ogni ceto sociale, fede religiosa e tendenza politica potessero unirsi, per combattere insieme il nazifascismo.
Carlotta Regina Thomas nacque il 22 aprile 1906 a Saulxures-sur-Moselotte (Francia), da Ernesto e Giuseppina Mathieu.
Di professione tessitrice, a Milano iniziò a lavorare come operaia il 24 aprile 1941, alla Fratelli Borletti di via Washington, dove – come ricorda un suo collega – divenne “una delle figure determinanti del settore macchine automatiche. La Thomas Carlotta era un’impiegata che con molta abilità riusciva a giustificare l’assenza di alcune figure uomo o donna che fossero (le donne spesso dovevano uscire dalla fabbrica per stampare i volantini, distribuire la stampa): loro risultavano sempre presenti in fabbrica; questo è il grande merito che ha avuto questa donna nell’ambito delle formazioni partigiane”.
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Come molti altri colleghi, la Thomas prese parte agli scioperi del marzo 1943 e, per questo motivo, venne accusata di essere una “sabotatrice ed esponente della propaganda antifascista tra le compagne di lavoro”. Alle Officine Borletti, infatti, lo sciopero iniziò con slogan e urla di protesta proprio dal reparto spoletteria nel quale lavorava la Thomas. Il 29 marzo 1943 venne licenziata e fatta arrestare e trascorse il mese di aprile di quell’anno a San Vittore. Fu liberata solo nel mese di maggio del 1943.
Dopo l’Armistizio restò in contatto con il mondo operaio antifascista e, successivamente, fu inserita nel Comitato lombardo del Corpo Volontari della Libertà – CVL.
La Thomas partecipò anche ai grandi scioperi del marzo 1944 e, anche se non partecipò come operaia della Borletti, venne comunque arrestata.
Per ottenere il suo rilascio e quello delle donne e delle operaie che avevano aderito allo sciopero della Borletti, venne organizzato un altro sciopero di protesta: molte furono liberate, mentre la Thomas fu trattenuta in carcere.
Dato che gli arresti conseguenti agli scioperi furono innumerevoli, il carcere di S. Vittore era così pieno che inizialmente la Thomas e le operaie della Borletti furono portate alla caserma San Fedele, poi di nuovo a San Vittore e, infine, al carcere di Brescia; dove iniziò il viaggio che portò la Thomas e altre donne nei campi di concentramento.
Come ricorda Enrichetta Bartesaghi, operaia al reparto spolette della Borletti: “Con un camion siamo andate alla stazione e lì c’era un treno pieno di vacche e noi siamo salite dopo che avevano fatto scendere le vacche. Non siamo andate subito a Mauthausen, ma prima siamo andate a Innsbruck. Dopo siamo andate a Mauthausen. Ci hanno messe in una cella, ci hanno portato via tutto e ci hanno tagliato i capelli e ci hanno portato via i vestiti e non potevamo dire niente perché ci bastonavano […] Ci hanno messo un vestito rigato e ci hanno messo in una cella”. Da Mauthausen, furono portate ad Auschwitz e alla Thomas fu assegnato e tatuato il numero 78985 sull’avambraccio sinistro.
Verso la fine del 1944, con l’avanzata dei carri armati sovietici da est, il campo di Auschwitz fu evacuato e la Thomas venne trasferita a Bergen Belsen, dove, secondo la testimonianza di un’altra sua compagna della Borletti – Teresa Pellicciari – “Carlotta morì di tifo il 10 aprile del 1945”.
Oltre alla pietra d’inciampo posta di fronte a quella che fu la sua abitazione, il suo nome fu iscritto nella lapide collettiva che venne collocata in piazza Tirana a Milano e in quella dei lavoratori e delle lavoratrici della Borletti, che si trovava in via Washington 60 a Milano, dove c’era lo stabilimento.
Annalisa Bertani
Localizzazione
Località: Milano
Indirizzo: via Emanuele Odazio, 6
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.44854 – Longitudine 9.13347
FONTI
Sitografia
Carlotta Regina Thomas, scheda biografica pubblicata sul sito www.pietredinciampo.eu consultato il 14/12/2024
A. Oriani, Carlotta Regina Thomas Bassis, profilo biografico pubblicato sul sito www.enciclopediadelledonne.it consultato il 14/12/2024
Carlotta Regina Thomas, scheda inerente la pietra d’inciampo in sua memoria, pubblicata sul sito www.chieracostui.com consultato il 14/12/2024
ALTRE INFORMAZIONI
Data/e evento: 22/04/1906 – 10/04/1945
Cognome / Nome: Thomas Carlotta Regina
Formazioni d’appartenenza: Gruppi di difesa della donna – GDD; Comitato lombardo del Corpo Volontari della Libertà – CVL
Data/e opera: non conosciuta. Sappiamo solo che la pietra è stata posata il 6 marzo 2024
Autore/i: Gunter Demnig
Note: Pietra d’inciampo visibile e liberamente accessibile
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PIETRA D’INCIAMPO DEDICATA A CARLOTTA REGINA THOMAS, A MILANO
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