© Redazione – Questa immagine è protetta da copyright
All’interno del Palazzo di Città a Domodossola, in piazza Repubblica dell’Ossola 1, una sala allestita in modo permanente ricorda le vicende della leggendaria Repubblica partigiana dell’Ossola. La “Sala storica della Resistenza di Domodossola”, nota come “consiliare”, fu teatro della nascita della Giunta Provvisoria di Governo il 10 settembre 1944.
L’esperienza dell’autogoverno partigiano in Ossola – insieme ai casi della Carnia e di Montefiorino – viene considerata uno degli esperimenti di zone libere più importanti del contesto della Resistenza italiana.
Le zone sotto controllo diretto dei partigiani – ossia sgomberate integralmente dalla presenza tedesca e fascista – esistono tra la fine della primavera e l’autunno inoltrato del 1944. Si tratta di casi molto diversi tra loro che però presentano caratteristiche comuni, delle quali la prima e forse più importante può essere considerata la ripresa di una “parola dal basso”.
Leggi di più
All’interno delle zone libere – con le dovute distinzioni tra i casi – la popolazione ha diritto di discutere, di esprimere la propria opinione ed è spesso chiamata ad una partecipazione attiva, attraverso la pratica del voto popolare. Dobbiamo tenere presente che non stiamo parlando di suffragio universale bensì di qualcosa di più localistico e figlio del momento ma certamente di grande valore dopo vent’anni di dittatura: pensiamo, ad esempio, alle giunte formate dai rappresentanti eletti dai capifamiglia a Montefiorino, incaricate dell’elezione dei sindaci all’interno della zona controllata dai partigiani.
Nell’estate del 1944 si verifica il momento di massimo vigore della Resistenza italiana, in quella che verrà definita “la grande estate partigiana”. Analogamente ad altre aree dell’Italia settentrionale, poste sotto l’occupazione tedesca, anche in Ossola le azioni delle formazioni partigiane – imboscate, attacchi a presidi e sabotaggi – sono all’ordine del giorno. I presidi fascisti sparsi nelle vallate laterali dell’Ossola vengono abbandonati dai militi della Repubblica Sociale Italiana – RSI e quando non lo sono vengono conquistati dalle armi partigiane.
Le montagne dell’Ossola sono popolate da formazioni di diverso colore: i partigiani autonomi, caratterizzati dal fazzoletto verde, i partigiani cattolici, con il fazzoletto azzurro ed i partigiani garibaldini, cinti al collo dal fazzoletto rosso. Sotto la pressione di questi gruppi, nel mese di agosto, tedeschi e fascisti perdono progressivamente il controllo delle valli laterali dell’Ossola, trovandosi infine isolati nella città di Domodossola, impossibilitati a comunicare con i propri comandi di pianura del novarese. La città di Domodossola viene liberata attraverso un accordo tra i comandi nazifascisti ed i comandi delle brigate partigiane autonome “Valtoce” e “Valdossola”: i garibaldini, fedeli alla linea secondo la quale con il nemico non si devono stipulare accordi, sono esclusi dalle trattative.
In ogni caso la mattina del 10 settembre Domodossola è liberata senza sparare un colpo: di lì a breve un proclama militare firmato dal comandante Dionigi Superti stabilisce la creazione di una Giunta Provvisoria di Governo – GPG che si faccia carico dell’amministrazione del territorio. L’area occupata dalla “repubblica partigiana” è vasta e densamente popolata: circa 1.200 km2 per circa 80.000 individui, tra locali, sfollati e partigiani.
Per gestire tutto questo, dalla confinante Svizzera vengono richiamati importanti esuli antifascisti con il compito di assumere incarichi di governo; questa vicinanza con la Confederazione Elvetica consente di fatto l’afflusso di personalità preparate e famose nel campo dell’antifascismo ed offre al contempo la possibilità che le vicende dell’Ossola liberata finiscano sulle pagine di quotidiani internazionali.
Ciò che distingue le vicende dell’Ossola va ricercato nel valore dei personaggi che o fanno parte della GPG – Giorgio Ballarini, Mario Bonfantini, don Gaudenzio Cabalà, Emilio Colombo, Severino Cristofoli, Gisella Floreanini, Natale Menotti, Alberto Nobili – o che vi orbitano intorno come collaboratori: Umberto Terracini, Ezio Vigorelli, Carlo Calcaterra, Gianfranco Contini, Piero Malvestiti, Cipriano Facchinetti e Luigi Battisti. In qualità di presidente viene scelto il medico socialista Ettore Tibaldi.
La Giunta lavora instancabilmente ed ogni giorno si riunisce per cercare di risolvere problemi che si rivelano comuni a diverse – se non tutte – zone libere, ma al contempo si spende per prefigurare l’Italia del dopoguerra. Gli ambiti toccati nelle sedute di Giunta, comprovate dai verbali, riguardano economia, finanza, questioni socio-assistenziali e trasmettono bene l’impegno con cui i membri della GPG cercano di gestire una situazione complessa: sono tante le misure teorizzate o messe in campo, spesso finalizzate a risolvere questioni di carattere pratico, come ad esempio la stipula di accordi commerciali con la Svizzera per far fronte ai bisogni primari della popolazione. L’Ossola è un territorio ricco di stabilimenti industriali e centrali idroelettriche ma povero di colture, pertanto viene immaginata – e messa su carta – la possibilità di inviare ai vicini d’oltralpe prodotti industriali in cambio di derrate alimentari. In questo clima vengono elette commissioni interne di fabbrica e risorgono i sindacati liberi. Accanto a questioni di ordine pratico vengono analogamente sviluppate discussioni di importante significato morale: la pena di morta è abolita e viene elaborata una riforma della scuola che, pur essendo solo teorizzata, precorre i tempi. Nei grandi centri abitati del territorio liberato si organizzano il Fronte della Gioventù ed i Gruppi di Difesa della Donna. Dovunque prendono a circolare i fogli delle formazioni partigiane ed i giornali. La popolazione è generalmente entusiasta del momento, per quanto non manchino alcuni episodi spiacevoli tra abitanti e partigiani: la GPG interviene anche su questo punto con la creazione di un corpo di polizia per mantenere l’ordine. Al di là delle narrazioni trionfalistiche, la “Repubblica dell’Ossola” ed i suoi amministratori si scontrano con diversi problemi i quali, oltre alla scarsità di risorse, riguardano i dissapori tra i comandi partigiani di diverso orientamento politico e le certe offensive nazifasciste all’orizzonte.
Viene costituito un Comando Unico militare preposto a coordinare le varie formazioni partigiane il quale tuttavia non funziona e lascia il piccolo esercito partigiano in balia delle sue divisioni interne.
L’offensiva nazifascista per riprendere l’Ossola viene avviata il 9 di ottobre del ‘44 e può contare su 5.000 uomini. I partigiani non sono in grado – per numeri, addestramento, risorse – di opporsi efficacemente all’azione tedesco-fascista e nel giro di pochi giorni il “fronte” crolla. I partigiani si ritirano e grandissima parte di essi sconfina in Svizzera, braccata dalle colonne nemiche. Tra gli abitanti prende piede il timore del ritorno dei tedeschi e delle possibili rappresaglie: sono in molti anche tra i civili a superare il confine. Gli ultimi membri della Giunta arrivano in Svizzera attraverso il Passo di San Giacomo la notte del 22 ottobre 1944, circondati dalla neve: la Repubblica dell’Ossola è ormai caduta.
Per decenni i racconti attorno a quelle vicende hanno finito per oscillare tra la mitizzazione dell’esperimento di autogoverno e memorie aspramente divise: ancora oggi certi dissapori fanno capolino all’ombra delle montagne.
Al netto dei limiti, delle ambizioni e delle conquiste, quello dell’Ossola è diventato il caso di Zona libera più celebre nel contesto della Guerra di Liberazione.
Luca Zanotta
Localizzazione
Indirizzo: piazza Repubblica dell’Ossola, 1
Comune: Domodossola
Provincia: Verbano-Cusio-Ossola (VCO)
Regione: Piemonte
Coordinate geografiche: Latitudine 46.11523 – Longitudine 8.29209
FONTI
Bibliografia
A. Azzari, L’Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, 1954
G. Bocca, Una repubblica partigiana: Ossola, 10 settembre – 23 ottobre 1944, Milano, Il Saggiatore, 2005
S. Peli, Storia della Resistenza in Italia, Torino, Einaudi, 2015
Ne valeva la pena. Dalla “Repubblica” dell’Ossola alla Costituzione repubblicana, a cura di A. Aniasi, Milano, M&B Publishing, 1997
Sitografia
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Ossola, scheda pubblicata sul sito www.anpi.it consultato il 12/7/2025
P. Bologna, La “repubblica dell’Ossola”, saggio pubblicato sul sito archivio.casadellaresistenza.it consultato il 13/7/2025
Sala storica della Resistenza di Domodossola, pagina pubblicata sul sito www.visitossola.it consultato il 13/7/2025
ALTRE INFORMAZIONI
Data/e evento: 10/9/1944 – 22/10/1944
Cognome / Nome: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte
Formazioni d’appartenenza: formazioni partigiane autonome e garibaldine
Data/e opera: 1984; restaurata nel 2004
Autore/i: non conosciuto/i
Note: gli orari sono contingentati in base alle aperture della struttura
contatti
REPUBBLICA PARTIGIANA DELL’OSSOLA
Servizio aggiornamento schede
Stai consultando l'archivio "Terra di Memorie" e hai trovato un'informazione non corretta? Ti sei accorto di un dettaglio non evidenziato? Desideri aggiungere una fotografia ad una scheda?
Il nostro staff mette a disposizione degli utenti del sito un apposito indirizzo di posta per gli aggiornamenti: redazione@terradimemorie.it
Si prega di inviare una mail indicando le modifiche che si ritiene necessarie e il nostro staff provvederà a verificare l'indicazione al più presto possibile.
