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VIA “GIANFRANCO MATTEI” A MILANO: CHI ERA?

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Gianfranco Mattei nacque a Milano il giorno 11 dicembre 1916 dall’avvocato Ugo Mattei e da Clara Friedmann, glottologa.

I Mattei-Friedmann si trasferirono diverse volte dopo la Prima guerra mondiale spostandosi tra Genova, Varese e Firenze. Il nucleo famigliare era caratterizzato da un’avversione al regime fascista: il padre Ugo aderì al movimento Giustizia e Libertà ed in tale contesto conobbe Ferruccio Parri ed i fratelli Carlo e Nello Rosselli; quindi per i suoi figli fu quasi naturale sviluppare sentimenti antifascisti, che si sarebbero poi rivelati in tutto il loro coinvolgimento a partire dall’emanazione delle leggi razziali e dall’ingresso italiano nel conflitto, nel 1940. 

La carriera scolastica di Gianfranco Mattei mostrò ben presto le qualità intellettuali del giovane che, dopo essersi diplomato a Firenze, proseguì gli studi all’università. Nel capoluogo toscano Gianfranco Mattei si iscrisse alla facoltà di chimica per laurearsi a pieni voti il 25 ottobre del 1938. Poiché dotato di notevoli capacità il giovane entrò nel gruppo di lavoro di Giulio Natta – premio Nobel per la chimica nel 1963 – presso il Politecnico di Milano dove, grazie ad una borsa di studio, poté intraprendere il percorso che lo avrebbe portato alla docenza universitaria.

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Mattei divenne professore il 1° dicembre 1940, con nomina alla cattedra di chimica analitica. Al fine di poter ricoprire ruoli all’interno del mondo accademico – prima come assistente e poi come professore – Mattei fu costretto a iscriversi al Partito nazionale fascista – PNF e a giurare fedeltà al Re ed al regime. 

Se già il clima familiare lo aveva spinto a maturare un’avversione al fascismo molto personale, la chiamata alle armi segnò un altro fondamentale passo nel suo percorso antifascista. Nel periodo sotto le armi fu impiegato in un primo momento, nella primavera-estate del 1941, nell’ufficio incaricato della censura della posta estera, a Roma; tra il maggio ed il luglio 1942 venne destinato invece al 2° magazzino chimico d’armata in Friuli Venezia Giulia, a Cormons. 

Gli eventi del luglio 1943 – la destituzione di Mussolini – si tradussero in un coinvolgimento attivo nell’opposizione al fascismo di diversi membri della famiglia Mattei, tra cui il padre Ugo e la sorella Teresa, la quale già aveva subito un arresto nel 1938, in seguito alle proteste contro l’emanazione delle leggi razziali. 

Nel clima di disfacimento dello stato italiano che si sarebbe manifestato con l’annuncio dell’armistizio, l’8 settembre, Gianfranco e Teresa decisero di aderire al Partito comunista italiano – PCI. Si trattò di una scelta non condizionata da particolari adesioni ideologiche, quanto dal fatto che il Partito comunista appariva meglio organizzato rispetto agli altri partiti antifascisti e guidato da una forte determinazione nell’opporsi al nazifascismo. Insieme al padre, costretto alla clandestinità a causa degli inviti rivolti a sabotare la produzione industriale a danno dei tedeschi, Gianfranco e Teresa si diressero a Roma. Qui il giovane chimico mise le sue competenze al servizio dei GAP, i Gruppi di azione patriottica. Queste organizzazioni clandestine operavano nel cuore delle città occupate, compiendo attentati contro figure di spicco naziste o fasciste, impianti radio, depositi di rifornimento o caserme nemiche. Nel periodo d’attività romana Gianfranco Mattei lavorò con Giorgio Labò, studente alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano. I due si occuparono della costruzione di ordigni esplosivi da utilizzare negli attentati che cominciarono ben presto a provocare le reazioni tedesche. Un’ondata di arresti coinvolse i gruppi clandestini impegnati nella lotta. Mattei e Labò furono segnalati in seguito ad una delazione e catturati nel loro nascondiglio in via Giulia 23. Portati in via Tasso, dove avevano sede la caserma ed il carcere delle SS a Roma, i due gappisti vennero interrogati e torturati. Gianfranco Mattei, forse per timore di essere spinto a rivelare segreti cospirativi di cui era a conoscenza, si impiccò nella notte tra il 6 ed il 7 febbraio 1944 nella cella in cui era detenuto, mentre Giorgio Labò venne fucilato a Forte Bravetta il 7 marzo successivo. 

La sorella Teresa venne arrestata durante un viaggio a Firenze e destinata alla fucilazione; riuscì a fuggire e a riprendere l’attività gappista nel capoluogo toscano. Nel 1946 diventerà la più giovane deputata alla Costituente per il PCI. 

Una lapide in ricordo di Gianfranco Mattei è stata affissa sulla facciata dell’edificio dove nacque, sopra l’ingresso del civico 16 di via Lazzaretto, a Milano. Si tratta di una lastra di marmo con apparato testuale in colore rosso, dettato da Piero Calamandrei: “DOCENTE UNIVERSITARIO DI CHIMICA / NELL’ORA DELL’AZIONE CLANDESTINA / FECE DELLA SUA SCIENZA / ARMA PER LA LIBERTÀ / COMUNIONE COL SUO POPOLO / SILENZIOSA SCELTA DEL MARTIRIO.

SU QUESTA CASA OVE NACQUE / RIMANGANO INCISE / LE ULTIME PAROLE SCRITTE NEL CARCERE / QUANDO SOTTRASSE AL CARNEFICE / E INVITTA CONSEGNO’ ALL’AVVENIRE / NEI CIELI CUI NON GIUNGE TORTURA / LA CERTEZZA DELLA SUA FEDE / SIATE FORTI COME IO FUI”.

Luca Zanotta

Localizzazione

Località: Milano
Indirizzo: via Gianfranco Mattei
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia 
Coordinate geografiche: Latitudine 45.51484 – Longitudine 9.22365

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FONTI

Bibliografia

M. Flores, M. Franzinelli, Storia della Resistenza, Bari, Editori Laterza, 2019

Sitografia

F. Calascibetta, N. Nicolini, Gianfranco Mattei. “La tua scienza è andata troppo in là”, articolo pubblicato sul sito www.soc.chim.it consultato il 9/11/2024

Gianfranco Mattei, scheda biografica inerente l’attività partigiana pubblicata sul portale partigianiditalia.cultura.gov.it consultato il 9/11/2024

Mattei Teresa, profilo biografico pubblicato sul sito www.treccani.it consultato il 9/11/2024

ANPI – Comitato provinciale di Milano, Mattei Gianfranco, scheda biografica pubblicata sul sito ìanpimilano.comì consultato il 9/11/2024

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ALTRE INFORMAZIONI

Data/e evento: 11/12/1916

Cognome / Nome: Mattei Gianfranco

Formazioni d’appartenenza: GAP

Data/e opera: la lapide venne affissa il 15/2/1953 

Autore/i: per quanto riguarda l’epigrafe, l’autore è Piero Calamandrei 

Note: la lapide è visibile e liberamente accessibile

contatti

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