© Giuseppe Maresca, fotografo – Questa immagine è protetta da copyright
Ginevra Bedetti Masciadri nacque a Como l’8 giugno 1904. La famiglia Bedetti incarnava quella parte di cittadinanza attiva che metteva in luce la propria visione politica e i valori morali in cui credeva, scegliendo una parte e contribuendo in prima persona. Ginevra fin da piccola seguiva il padre, dirigente locale socialista, negli incontri pubblici e nelle manifestazioni. La madre fu per lei un modello di donna generosa, autonoma, con grande spirito d’iniziativa e senso pratico. Volontaria della Croce Rossa, lavorò senza sosta nelle attività di cura e accoglienza di feriti e invalidi rientrati all’inizio del 1917 e per il ricovero degli sfollati dopo Caporetto imbastì in casa un laboratorio che sfornava un numero spropositato di federe e lenzuola. Le difficoltà economiche e la crisi sociale del primo dopoguerra tramutarono rapidamente nell’avvento del fascismo. Ginevra, appena diciottenne, vide sfilare i primi cortei di camicie nere per le vie della città, e la violenza dei pestaggi e dei roghi provocati alle cooperative di Como, alcune fondate da suo padre. Le idee socialiste della famiglia Bedetti erano note, ma lo diventarono ancor di più nell’agosto del 1924 a causa di una fotografia scattata a Ginevra e alla madre vicino al feretro del parlamentare socialista Giacomo Matteotti, ucciso per mano fascista. Di lì a poco avrebbero trovato la casa completamente sfasciata. Due anni dopo, appena sposata, la nuova casa di Ginevra subì una sorte peggiore, i segni dell’incendio lasciati a memoria futura.
Con l’entrata nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania nazista, nei giorni di privazione e sconforto, Ginevra si mise subito all’opera. Fu con astuzia e una certa sfrontatezza, eludendo le direttive della Befana fascista (sic!), che organizzò per il 6 gennaio 1941 la raccolta di lana per farne indumenti caldi da donare ai soldati e poi l’immane lavoro di filatura che coinvolse più di quattrocento donne della città. Quando, a seguito della caduta del governo fascista il 25 luglio 1943, arrivarono i bombardamenti su Milano, Ginevra fece parte con il padre di un comitato per l’assistenza alle migliaia di persone sfollate che cercavano salvezza nelle zone più vicine.
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Nelle ore successive l’armistizio dell’8 settembre 1943, che si manifestò anzitutto con le dismissioni dei reparti militari della città, Ginevra Masciadri e altri militanti antifascisti recuperarono dalla caserma dei carabinieri di Como abbandonata armi e vettovaglie. La casa di Ginevra in via Rubini era il luogo congeniale di deposito temporaneo, avendo sul retro un affaccio diretto al lago che avrebbe celato il trasbordo delle armi nelle imbarcazioni dirette ai primi nuclei di Resistenza del medio e alto Lario. Pochi dopo, il 12 settembre 1943, a Como arrivarono le milizie tedesche. La morsa dell’occupazione nazista coadiuvata dalle forze fasciste della nascente Republica di Salò, rientranti nelle strutture di controllo locali, costrinse moltissimi ebrei, perseguitati politici e prigionieri alleati sfuggiti dalle carceri a raggiungere luoghi più sicuri. Il confine svizzero fece di Como l’avamposto strategico di arrivi e partenze per il territorio elvetico e Ginevra Bedetti Masciadri divenne l’organizzatrice principale degli espatri dalla città. Aveva contatti diretti con i contrabbandieri che ben conoscevano modi e tempi di attraversamento dei passaggi di frontiera, con chi falsificava i documenti, mentre gestiva il rifornimento di cibo e beni necessari alla sopravvivenza. A Ginevra si rivolsero tutti e tutte coloro che decisero di aiutare e nascondere chi era in pericolo di vita, tra loro le sodali Lydia Galli e Alda Vio, legate alle formazioni di Giustizia e libertà di Como, e Carlo Lupo, pastore della Chiesa valdese di Como, amico fraterno con cui instaurò una stretta collaborazione. La Resistenza civile di Ginevra Bedetti Masciadri, non connotata da appartenenze politiche, pur nei rapporti stretti con azionisti e militanti nelle bande GL, si traduceva in azioni decise autonomamente. Fu organizzatrice di evasioni dalle carceri, dell’assistenza a renitenti, evasi o dimessi dall’ospedale cittadino. Avviò i volontari alle bande partigiane, occupandosi del loro approvvigionamento con viveri e denaro elargito dai contatti del mondo industriale e finanziario comasco. Dopo il 10 gennaio 1944, giorno in cui il marito Luigi Masciadri dovette lasciare Como per essere assegnato al comando piemontese delle formazioni GL di Duccio Galimberti, Ginevra prese l’incarico di informatrice, occupandosi dei collegamenti tra Svizzera, Milano e Torino. Come altre donne impegnate nella Resistenza approfittò del pregiudizio culturale che vedeva la figura femminile estranea agli orrori e alle trame di guerra. Portò messaggi infilati nei gomitoli di lana, pistole avvolte nel golf ben visibile nella cesta a maglie larghe, e non si scompose quando un giovane si offrì di sollevarla dal fardello di una valigia riempita di documenti e denaro provenienti dai contatti svizzeri. La tranquillità di chi non ha commesso reato, la vaghezza studiata nell’argomentare le risposte, accompagnate da punte di squisita raffinatezza esibite nei lunghi interrogatori della Squadra politica della Questura di Como e delle SS di Monza, le consentirono di celare nomi e luoghi compromettenti. Riuscì a nascondere l’identità stessa della partigiana Ginevra, divenuta per il commissario Domenico Saletta un fantasma inafferrabile. Dopo il primo arresto e il mese di detenzione nel carcere comasco di San Donnino, dopo le nove ore di gioco al sospetto nel comando della polizia segreta delle SS e un rilascio che mise in allarme (subito rientrato) il CLN milanese, causando un’interrogazione d’urgenza, Ginevra Bedetti Masciadri tornò nella casa di via Rubini, libera, di nuovo nei ranghi della Resistenza. Provvide all’invio di cibo ai detenuti politici fino al giorno della Liberazione.
Silvia Maresca
Localizzazione
Località: Como
Indirizzo: via Giulio Rubini, 16
Comune: Como
Provincia: Como (CO)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.81198 – Longitudine 9.07780
FONTI
Bibliografia
R. Cairoli, Nessuno mi ha fermata. Antifascismo e Resistenza nell’esperienza delle donne del Comasco, 1922-1945, Como, NodoLibri, 2005
ALTRE INFORMAZIONI
Data evento: Resistenza
Cognome Nome: Bedetti Masciadri Ginevra
Formazioni d’appartenenza: autonoma, collegata al Comitato di Liberazione Nazionale di Como, al Partito d’Azione e alle brigate Giustizia e Libertà
Data opera: non determinabile
Autore: non conosciuto
Note: il civico 16 di via Rubini appartiene alla casa in fondo al viale delimitato da un cancello. Si tratta di un edificio privato, non accessibile. Ad oggi non si segnala alcuna targa commemorativa
contatti
CASA DI GINEVRA BEDETTI MASCIADRI A COMO
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