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PIETRA D’INCIAMPO IN RICORDO DI RAFFAELLO GIOLLI A MILANO

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La pietra d’inciampo reca, sulla lastra in ottone visibile, l’iscrizione a lettere capitali “QUI ABITAVA / RAFFAELLO GIOLLI / NATO 1889 / ARRESTATO 14.9.1944 / DEPORTATO / MAUTHAUSEN / ASSASSINATO 5.1.1945 / GUSEN”.

Raffaello Giolli nacque in Piemonte, ad Alessandria, il 4 aprile 1889, figlio di Gaetano Giolli ed Emilia Viotti. Di famiglia e formazione cattolica, studiò a Milano, dove frequentò il ginnasio, e il liceo a Novara; grande appassionato di storia dell’arte sin dall’adolescenza, si iscrisse all’Università di Pisa e si laureò a Bologna. Dal 1908 iniziò una collaborazione con la rivista Rassegna d’arte, divenendone presto redattore fisso; dal 1914 pubblicò alcuni contributi su Pagine d’arte e Vita d’arte, con studi incentrati principalmente sulla pittura lombarda e italiana dei secoli XIX e XX. Convinto interventista, durante la Grande guerra non riuscì mai ad andare al fronte; si dedicò, quindi, alla raccolta e diffusione dell’arte di guerra e degli artisti impegnati a combattere, nonostante avesse qualche riserva nei riguardi del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti. Nel 1919 prese parte, a Milano, alla fondazione del Circolo d’alta cultura. Il 25 febbraio 1920 sposò la pittrice e disegnatrice di tessuti Rosa Menni (1889-1975), esponente di spicco della borghesia illuminata meneghina; dalla loro unione nacquero tre figli maschi: Paolo, Federico e Ferdinando. Sempre in quegli anni, incominciò a collaborare con quotidiani e riviste quali per esempio La Sera, Emporium, L’Ambrosiano, occupandosi di svariati aspetti dell’arte, dall’architettura alle arti decorative; nel 1927 fondò e diresse la prima rivista italiana di arte contemporanea, 1927. Problemi d’arte attuale, divenuta poi 1928, 1929 e, dal novembre del 1929, intitolata Poligono: su di essa, vennero pubblicati editoriali inerenti all’architettura, al design, alla scenografia teatrale, al cinema. Dal 1925 insegnò per quindici anni, sempre a Milano, all’Accademia libera di cultura e arte; nello stesso periodo, venne chiamato a insegnare storia dell’arte nei licei statali Berchet, Parini, Beccaria, finché rifiutò il giuramento fascista e venne quindi escluso dal mondo della scuola. Nel luglio del 1940 Raffaello Giolli fu arrestato dall’Opera vigilanza repressione antifascista e, assieme al primogenito Paolo, venne imprigionato sino a febbraio del 1941 nel campo di concentramento di Istonio Marina (attuale Vasto, in provincia di Chieti).

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Una volta scarcerato, gli fu imposto il domicilio obbligatorio a Senago (Milano), per poi tornare nella casa di famiglia nel Varesotto. Dopo la caduta del regime mussoliniano, fece ritorno a Milano, e cercò di dare vita a un gruppo di lotta formato da artisti e intellettuali; con lo pseudonimo di “Giusto”, collaborò con numerosi giornali clandestini, in primis l’Avanti!, senza però mai aderire ad alcun partito. Durante gli anni della Liberazione fu vicino ai militanti partigiani della Val d’Ossola, in particolare alla formazione di Omegna (Verbano-Cusio-Ossola), capitanata da un suo ex allievo. Nella notte del 14 settembre 1944, Raffaello venne arrestato nella sua dimora milanese, assieme alla moglie e al secondogenito Federico, dai fascisti della Legione autonoma mobile Ettore Muti; tradotto in caserma, venne interrogato e seviziato ripetutamente, riportando una lesione alla spina dorsale e la frattura di due costole. Spostato nel carcere di San Vittore, venne poi spedito nel campo di transito di Bolzano, e il 20 novembre fu deportato nel lager austriaco di Mauthausen; egli morì nel sottocampo di Gusen nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1945. Pure la moglie e i figli parteciparono alla Resistenza: Rosa e il secondogenito furono scarcerati; il primogenito Paolo, incarcerato in Grecia e in Cecoslovacchia, venne liberato; il terzogenito Ferdinando, partigiano in Val d’Aosta, fu fucilato dai nazifascisti il 16 ottobre 1944 a Villeneuve.

La pietra d’inciampo qui descritta è posta sul marciapiede all’esterno della casa milanese di Raffaello Giolli.

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Milano
Indirizzo: via Mario Giuriati, 16
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.46364 – Longitudine 9.22337

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FONTI

Bibliografia

D. Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano. Una tragedia italiana in 7809 storie individuali, Milano, Mimesis, 2005, p. 205

Sitografia

G. Fiorilli, Giolli, Raffaello, profilo biografico pubblicato sul sito www.treccani.it consultato il 10/10/2024 

U. Murri, Pietra d’inciampo a ricordo di Raffaello Giolli – Milano, scheda pubblicata sul sito www.pietredellamemoria.it consultato il 10/10/2024 

Raffaello Giolli, profilo biografico pubblicato sul sito www.pietredinciampo.eu consultato il 10/10/2024 

Raffaello Giolli, profilo biografico pubblicato sul sito www.anpi.it consultato il 10/10/2024

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: arresto 14/9/1944

Cognome / Nome: Giolli Raffaello

Formazioni d’appartenenza: non determinabile

Data pietra d’inciampo: 31/1/2019

Autore: Demnig Gunter

Note: pietra d’inciampo visibile e liberamente accessibile

contatti

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