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SANTUARIO NOSTRA SIGNORA DELLA VITTORIA DI LECCO

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L’imponente santuario con facciata a capanna, di schietto sapore razionalista e preceduta da un portico a pilastri, si distingue per il geometrico campanile che si erge isolato al termine del fianco destro dell’aula unica della chiesa. Realizzato in granito chiavennasco, l’edificio fu costruito nel cuore della città di Lecco a partire dal 1918, quando fu posta la prima pietra dal cardinale Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano; nonostante i lavori non erano ancora ultimati, venne consacrato il 5 novembre 1932 dal cardinale Ildefonso Schuster, e dedicato alle vittime della Prima guerra mondiale.
Durante gli anni della Resistenza, il santuario fu un centro di vitale importanza per la comunità lecchese. Qui infatti giunsero numerose armi e munizioni provenienti dalla caserma “Sirtori” di via Leonardo da Vinci: quest’ultima fu, infatti, una delle sedi del potere fascista. Dopo il 9 settembre 1943, su indicazioni del comandante tenente colonnello Varusio, il materiale bellico conservato nella caserma fu distribuito fra i partigiani; la parte restante fu nascosta in svariati luoghi della città, per evitare che cadesse in mano ai tedeschi. Tra questi si annovera anche l’austera doppia cripta a crociera ribassata e con mattoni a vista della chiesa della Vittoria, modellata su quella del duomo di Pavia.

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Essa funse da magazzino di viveri, indumenti, arredi e armi; il santuario fu anche centro di rifugio e smistamento di profughi e disertori. Dietro a questa organizzazione ci furono principalmente tre figure ecclesiastiche di spicco: don Teresio Ferraroni, del Collegio “Alessandro Volta”; don Aldo Cattaneo (1904 – 1998), fondatore nel dopoguerra del Laboratorio missionario e, soprattutto, don Luigi Brusa (1899 – 1969), nativo di Lissone, rettore del santuario dal 1943 al 1945. Collegato alla Resistenza lecchese, don Brusa ospitò nei sotterranei dell’edificio sacro alcuni ricercati come l’antifascista don Francesco Rovelli (1899 – 1977), parroco di Bellano reduce dal carcere di San Donnino a Como, dal quale fu liberato grazie all’intervento del cardinal Schuster, e un giovane sacerdote tedesco disertore della Wehrmacht.
Il Santuario della Vittoria svolge anche un ruolo di tempio civico: nella cripta sono difatti tumulati, sin dagli anni Trenta, i resti mortali di ufficiali e soldati della Grande guerra; sono altresì sepolte le spoglie di vittime della Seconda guerra mondiale, provenienti dai fronti jugoslavo, greco-albanese, russo e libico, e di combattenti e civili uccisi nei giorni della Liberazione del 1943 – 1945. Tra questi ultimi, menzioniamo per esempio i partigiani Italo Casella, Agostino Beretta, Domenico Gerosa, Beniamino Malison, Vittorio Ratti, Maurizio Robbiani, Augusto Ronchetti, Aristide Valsecchi, o i civili Carlo Villa e Luigia Locatelli, tutti ricordati anche nel Monumento ai caduti lecchesi in largo Montenero.
Tutt’oggi, alle ore 19, la grande campana della chiesa, la cosiddetta “Campana dei Caduti”, installata il 4 novembre 1968, scandisce i suoi rintocchi a perenne memoria delle vittime delle guerre.

Stefano Balbiani

Localizzazione

Località: Lecco
Indirizzo: via Trieste, 1, piazza Alessandro Manzoni angolo via Azzone Visconti
Comune: Lecco
Provincia: Lecco (LC)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.85167 – Longitudine 9.39116

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FONTI

Bibliografia
Brusa don Luigi (ad vocem), in «Dizionario storico illustrato di Lecco e della sua Provincia», Lecco, Periplo, 1996, p. 81

Il mio collegio. 1902 – 2002 cento anni di vita lecchese da una finestra del Volta, a cura di G. Panzeri, Lecco, Cattaneo, 2003, p. 219

Lecco 1943 1945: luoghi del potere fascista, luoghi dell’occupazione tedesca, luoghi della Resistenza, Erba, Grafiche Valsecchi, 2010, s.p

Rovelli don Francesco (ad vocem), in «Dizionario storico illustrato di Lecco e della sua Provincia», Lecco, Periplo, 1996, p. 297

A. Sala, Pietre di Fede. Chiese e campanili della città di Lecco, vol. I, Lecco, Edizioni Monte San Martino, 2008, pp. 83-102

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: Resistenza

Cognome / Nome: non determinabile

Formazioni d’appartenenza: non determinabile

Data struttura: 1918 – 1932

Autore: Palumbo Piero (architetto)

Note: edificio visibile e non liberamente accessibile. Orari contingentati in base alle aperture del santuario

contatti

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