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S. Sebastiano è un Tempio della memoria. Questo luogo ricorda le vittime di azioni brutali che caratterizzarono i venti mesi della lotta partigiana: la violenta azione repressiva della polizia fascista, nei confronti di partigiani, civili, ebrei, soprattutto con esecuzioni sommarie in luoghi pubblici, come vie e piazze, dove i corpi senza vita venivano lasciati esposti per terrorizzare la popolazione; ma anche le deportazioni nei campi di concentramento nazisti.
Per quanto riguarda la repressione operata dalla polizia fascista, il Tempio fu il luogo nel quale vennero celebrate, il 10 agosto 1945 e nel 1946, le messe ufficiali in ricordo dei martiri di piazzale Loreto, una delle fucilazioni che sono rimaste più impresse nella memoria della città di Milano. All’alba del 10 agosto 1944 furono prelevati dal carcere di S. Vittore quindici partigiani: Antonio Bravin (commerciante), Giulio Casiraghi (operaio), Renzo Del Riccio (operaio), Andrea Esposito (operaio), Domenico Fiorani (operaio), Umberto Fogagnolo (ingegnere), Giovanni Galimberti (impiegato), Vittorio Gasparini (dirigente), Emidio Mastrodomenico (agente di pubblica sicurezza), Angelo Poletti (operaio), Salvatore Principato (maestro), Andrea Ragni (commesso viaggiatore), Eraldo Soncini (operaio), Libero Temolo (operaio) e Vitale Vertemati (operaio).
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Vennero portati con un camion in piazzale Loreto e, non appena furono fatti scendere, un plotone di mercenari fascisti della legione Muti, al comando del capitano Pasquale Cardella, iniziò a sparare. Angelo Poletti ed Eraldo Soncini tentarono una disperata fuga, ma furono inseguiti, colpiti a morte e trascinati accanto ai corpi dei loro compagni. I primi testimoni furono le centinaia di pendolari che arrivavano quotidianamente in piazzale Loreto; ma successivamente, sul luogo dell’eccidio (dove oggi si trova un monumento coi loro nomi) accorsero un numero incalcolabile di milanesi. La modalità dell’esecuzione venne definita anche dal prefetto fascista Piero Parini “un’offesa alla tradizione civile di Milano”. Sul luogo della tragedia, l’unica persona che riuscì ad avvicinarsi, fu don Giovanni Barbareschi, che li benedisse, cercò di sistemare dignitosamente i loro corpi e portò via i messaggi di addio che trovò nascosti nelle loro tasche. I corpi rimasero esposti per tutto il giorno e furono rimossi nel tardo pomeriggio solo a seguito del fermo intervento, presso le autorità germaniche, del cardinale Schuster.
Simbolo delle deportazioni, invece, è la tomba dell’internato ignoto, che si trova nella seconda cappella di sinistra del Tempio. La sepoltura reca una lapide con l’iscrizione: “Non più reticolati nel mondo / riposa in pace / internato ignoto / nel vigesimo quinto anno / dalla Liberazione / 1945 A.N.E.I. 1970”. Al di sopra una Pietà in marmo dello scultore Benedetto Cacciatori. La salma di questo anonimo soldato, morto in Germania a Francoforte, si presume il 26 marzo 1945, rientrò in Italia solo nel maggio del 1952 e il mese dopo, sul sagrato del Duomo, vi fu una grande cerimonia alla presenza del cardinale Ildefonso Schuster, del sindaco di Milano Virgilio Ferrari (ex-deportato a Bolzano) e di Antonio Greppi, giunto in rappresentanza del Comitato onoranze caduti per la libertà. La salma venne collocata nel Tempio diciotto anni dopo, il 21 giugno 1970, su iniziativa del sindaco Aldo Aniasi, con una messa solenne di monsignor Carlo Manziana, vescovo di Crema, ed anche lui, ex-deportato a Dachau. Coloro che parteciparono a queste celebrazioni, già mostrano, con la loro storia, quante persone furono coinvolte nelle deportazioni. Dopo l’8 settembre 1943, infatti, buona parte dei militari italiani che si trovavano sotto le armi furono deportati in Germania e nei territori occupati della Polonia: seicento/settecento mila uomini furono destinati al lavoro forzato, come manodopera per l’economia di guerra tedesca e registrati come internati militari (IMI). In seguito, vi fu anche una deportazione razziale e politica, che coinvolse gli ebrei e tutti coloro che collaborarono col movimento resistenziale. Ebrei e perseguitati politici, inizialmente incarcerati nei quattro campi di raccolta principali sul suolo italiano (Fossoli di Carpi, Borgo San Dalmazzo, Risiera di S. Sabba e Bolzano-Gries), successivamente venivano trasportati con dei convogli e smistati nei diversi campi di concentramento: gli ebrei (circa ottomila) generalmente venivano inviati ad Auschwitz; mentre i politici (partigiani ed altri appartenenti della Resistenza) nei Lager di Dachau, Mauthausen, Buchenwald e Dora, Flossenbürg e Ravensbrück. Nel complesso, vennero internate migliaia di persone.
Annalisa Bertani
Localizzazione
Indirizzo: via Torino, 28
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.46225 – Longitudine 9.18598
FONTI
Alle fronde dei salici. 15 vite per la libertà. Milano – Piazzale Loreto, 10 agosto 1944, a cura di R. Cenati e A. Quatela, Milano, ANPI, 2014
Sitografia
M. Castoldi, Tempio civico di San Sebastiano, scheda pubblicata sul sito mi4345.it consultato il 4/6/2023
E. Collotti, La deportazione dall’Italia. La furia nazista dopo l’8 settembre 1943, articolo pubblicato sul portale www.museodelladeportazione.it consultato il 4/6/2023
Tempio di S. Sebastiano, scheda pubblicata sul sito www.lombardiabeniculturali.it consultato il 4/6/2023
ALTRE INFORMAZIONI
Evento: Resistenza
Cognome / Nome: Bravin Antonio; Casiraghi Giulio; Del Riccio Renzo; Esposito Andrea; Fiorani Domenico; Fogagnolo Umberto; Galimberti Giovanni; Gasparini Vittorio; Mastrodomenico Emidio; Poletti Angelo; Principato Salvatore; Ragni Andrea; Soncini Eraldo; Temolo Libero; Vertemati Vitale; Barbareschi Giovanni; Aniasi Aldo; Ildefonso Schuster; Ferrari Virgilio; Greppi Antonio; Manziana Carlo
Formazioni d’appartenenza: non determinabile, a causa delle molte persone coinvolte
Data/e opera: secc. XVI – XX
Autore/i: Tibaldi Pellegrino (progetto); Meda Giuseppe (rifacimento cappella maggiore); Barca Pietro Antonio (costruzione tamburo); Mangone Fabio (ampliamento)
Note: Edificio non liberamente accessibile, gli orari sono contingentati in base alle aperture stabilite per il Tempio
contatti
TEMPIO CIVICO DI SAN SEBASTIANO, A MILANO
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