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TINTORIA LAMBERT, LUOGO DI DETENZIONE DI EBREI A COMO

© Giuseppe Maresca, fotografo – Questa immagine è protetta da copyright

Chi abita il comasco e dice ‘alle Caserme’ si sta riferendo alla zona periferica a sud della città murata che per più di un secolo ha ospitato la Caserma De Cristoforis. Nella vicina via Carlo de Cristoforis, ai civici 9 e 11, a fronte all’edificio militare, si trovava la Tintoria Lambert, una delle industrie tessili che occupava operaie e operai della provincia lariana. Nel dicembre del 1943, in una Como occupata dai nazisti, dove ogni aspetto di convivenza civile era sottoposto alle strutture periferiche della neonata Repubblica di Salò, alcuni locali dismessi della fabbrica divennero luogo di detenzione temporanea per molti profughi, soprattutto cittadini italiani di origine ebraica, che tentavano di oltrepassare il confine svizzero. L’esodo disperato nacque dalla pubblicazione di un’ordinanza di polizia disposta dal Ministero degli Interni della Repubblica Sociale Italiana (RSI) il 30 novembre 1943 che condannava gli ebrei, per il fatto di essere ebrei, al carcere, alla confisca dei beni, alla deportazione nei campi di concentramento. Era la naturale conseguenza di quello che poco prima era comparso all’interno della Carta di Verona come uno dei principi fondativi della neonata RSI: gli ebrei venivano considerati stranieri in tempo di pace e nemici in guerra. 

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Si riversarono quindi nei territori di frontiera del comasco centinaia di perseguitati per motivi razziali, ma anche oppositori politici, esuli antifascisti, militari sbandati dopo l’armistizio dell’8 settembre, renitenti alla leva dell’esercito fascista, prigionieri alleati fuggiti dal carcere. Qualcuno riuscì a salvarsi, molti finirono stipati nelle carceri comasche, in attesa di una sentenza già scritta.
Donne sole, o con figli molto piccoli, anziani bisognosi di cure, oltre a uomini, tutti ridotti negli spazi vuoti della Tintoria Lambert, privati del cibo, di servizi igienici, di diritti umani. Ma non rimasero invisibili. C’era qualcuno già in odore di ribellione, di resistenza, che iniziò a mobilitarsi. Vicino allo stabile abitavano alcune donne che si attivarono spontaneamente per procurare beni primari, rivolgendosi anche agli uffici della caserma De Cristoforis, vedendosi chiudere la porta, minacciate di deportazione. Lì vicino abitava anche una donna che lavorava come domestica nella casa di Ginevra Bedetti Masciadri, la persona che in città organizzava la rete di aiuti, per lo più femminile, trovando rifugi sicuri e i contatti necessari per i passaggi in Svizzera, e che si attivò immediatamente per alleviare nei limiti oggettivi la detenzione nella Tintoria. Sempre in via De Cristoforis viveva una ragazza di ventitré anni, Luisa Colombo. Da crocerossina riuscì ad avere accesso ai locali della Lambert, coperta da una divisa e dalla giovane età che ben celavano qualsiasi altro proposito. Oltre a curare e cercare di portare conforto ai detenuti, Colombo fu determinante per la riuscita di alcune evasioni avvenute tra il dicembre 1943 e il gennaio 1944, riuscendo a salvare almeno quattro persone. Aveva instaurato legami profondi con chi aveva aiutato e conosciuto in quei mesi di repressione. Ebbe con alcuni scambi epistolari, diverse furono le lettere inviate dai campi di Fossoli, un campo di internamento vicino a Carpi, in provincia di Modena, dove molti ebrei della Tintoria Lambert vennero trasferiti, prima della deportazione ad Auschwitz nell’agosto 1944. Il 12 gennaio 2005, a pochi giorni dalla sua morte, lo Stato d’Israele la insignì del titolo di ‘Giusto fra le nazioni’. Con lei anche Ginevra Bedetti Masciadri. In vita non ebbe alcuna medaglia Luisa Colombo, ma non le interessava granchè. Sapeva di aver agito come altre, guidata da quello che definì dopo la Liberazione un suo “dovere morale”, e che le valse il calore e l’amicizia di chi aveva salvato, dei congiunti e dei figli di chi non era sopravvissuto.

Silvia Maresca

Localizzazione

Località: Como
Indirizzo: via Carlo De Cristoforis, 9
Comune: Como
Provincia: Como (CO)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.79646 – Longitudine 9.09201

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FONTI

Bibliografia
R. Cairoli, Nessuno mi ha fermata. Antifascismo e Resistenza nell’esperienza delle donne del Comasco, 1922-1945, Como, NodoLibri, 2005

Sitografia
R. Marchesi, G. Cani, Storie di confine: sommersi e salvati, articolo pubblicato sul sito
www.questionegiustizia.it consultato il 9/9/2023

 

 

 

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ALTRE INFORMAZIONI

Data evento: dicembre 1943 – gennaio 1944

Cognome Nome: Bedetti Masciadri Ginevra; Colombo Andreani Luisa

Formazioni d’appartenenza: Ginevra Bedetti Masciadri agì insieme al Comitato di Liberazione Nazionale di Como e alle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà. Collaborava con alcuni esponenti del Partito d’Azione

Data opera: non determinabile

Autore: non conosciuto

Note: si tratta di un edificio privato, non liberamente accessibile. Ad oggi non si segnala alcuna targa commemorativa

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