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Dinanzi alla casa in cui Laura Conti e Maria Arata vennero arrestate non è stata posizionata alcuna lapide; ma si è scelto comunque di geolocalizzare questo luogo per ricordarne l’importanza, a maggior ragione in assenza di artifici commemorativi.
Maria Arata nacque a Massa Carrara il 14 dicembre del 1921. Si trasferì dalla provincia Toscana a Milano nel 1926 quando suo padre, ragioniere capo della provincia di Massa e Carrara, fu costretto a dimettersi poiché iscritto al Partito socialista italiano – PSI. Nella città lombarda la giovane si iscrisse all’università, ottenendo la specializzazione in studi botanici; all’attività di docente presso il liceo Carducci affiancò quella di assistente di Botanica all’interno dell’ambiente universitario. Maria Arata sviluppò un personale modo di intendere l’antifascismo, ereditato certamente in parte dall’ambiente familiare; le fu naturale entrare a far parte dei gruppi clandestini che si organizzavano in funzione antifascista nei luoghi della cultura. Durante il periodo della Resistenza l’Arata si occupò della diffusione di materiale propagandistico e della raccolta di risorse da destinare alla formazioni partigiane foranee, cioè attive fuori dai grandi centri abitati del Nord Italia.
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Il 4 luglio del 1944 in via Garofalo 44, proprio nella casa di Maria Arata, si tenne una riunione tra giovani socialisti condotta da Ada Buffulini – nata a Trieste nel 1912 – alla quale partecipò, tra gli altri, anche Laura Conti.
Laura Conti nacque a Udine il 1° marzo 1921. In gioventù si trasferì diverse volte al seguito della famiglia, stabilendosi prima a Trieste e successivamente a Verona. La famiglia Conti arrivò infine a Milano, dove Laura si iscrisse all’università presso la Facoltà di Medicina. Di indole curiosa, la giovane ebbe modo di sviluppare un antifascismo certamente orientato dagli insegnamenti familiari che tuttavia si innestava sulle particolarità del suo carattere. La Conti mal tollerava le imposizioni ed i controlli che la società patriarcale del tempo instaurava sulle donne e pertanto spontaneamente vi si ribellava. Ecco dunque che al suo antifascismo si accompagnavano aspirazioni per un radicale cambiamento della società che sarebbe dovuta nascere dalle ceneri della guerra e del Fascismo. Durante la Resistenza, nel gennaio 1944, la giovane entrò a far parte dei gruppi milanesi del Fronte della gioventù, l’organizzazione ideata da Eugenio Curiel per coordinare giovani di ogni provenienza sociale nella lotta contro il nazifascismo. Laura Conti entrò nel Fronte in rappresentanza del Partito socialista italiano di unità proletaria – PSIUP: tra i compiti che le vengono assegnati quello di diffondere propaganda antifascista ed antitedesca nelle caserme.
Quale potesse essere l’impegno e la divisione dei compiti di quelle giovani donne lo spiega bene la stessa Ada Buffalini in una delle sue memorie:
«Ma che razza di “lavoro” era il vostro? mi direte; e io potrei rispondervi, secondo i dati ufficiali, che il nostro lavoro era militare, assistenziale o politico. Le compagne addette al lavoro militare portavano ordini, indirizzavano i giovani alle formazioni partigiane, si dedicavano al trasporto di armi e di esplosivi, facevano lavoro di spionaggio nelle caserme; quelle addette al lavoro assistenziale preparavano vestiario per i partigiani, portavano i soccorsi alle famiglie dei carcerati e dei caduti, si occupavano di sistemare i fuggiaschi e gli evasi; quelle destinate al lavoro più propriamente politico dovevano diffondere la dottrina socialista tra le persone di buona volontà, ancora politicamente poco orientate, scrivere articoli e manifesti, provvedere alla stampa e alla diffusione dei giornali» (Buffulini, 2015, p. 58).
Quel 4 luglio Laura Conti, senza rendersi conto di esser pedinata, condusse involontariamente il personale fascista in via Garofalo, nel luogo della riunione clandestina. Tutti i partecipanti vennero arrestati dalla Guardia nazionale repubblicana: la maggior parte di essi venne rilasciata, ma ciò non avvenne per le tre donne. Laura Conti, Ada Buffulini e Maria Arata vennero incarcerate a San Vittore, sotto il controllo dell’Ufficio politico investigativo – UPI (ovvero la polizia fascista), per poi passare nel braccio del carcere controllato dai tedeschi. Per le tre ebbe così inizio il calvario della deportazione, che le portò al campo di concentramento e di transito di Bolzano. La Conti e la Buffulini rimasero detenute a Bolzano, mentre Maria Arata cominciò il suo viaggio per Ravensbruck, il campo di concentramento a maggioranza femminile costruito ad un’ottantina di km dalla città di Berlino.
Ada Buffulini e Laura Conti – rispettivamente con i numeri di matricola 3795 e 3786 – non si persero d’animo, anzi, si adoperarono per portare avanti un’opera di opposizione all’interno del campo. Tra le azioni maggiormente significative del comitato clandestino di resistenza attivo all’interno del campo di Bolzano – diretto per sei mesi dalla stessa Buffulini – vi fu la stesura di un documento che testimoniava le misere condizioni di vita dei detenuti. Il pezzo in questione venne consegnato ad elementi esterni al campo e trovò una notevole risonanza; pubblicato su cartacei quali «Avanti!» e lo svizzero «Libera Stampa», venne riproposto perfino dalla famosa Radio Londra, provocando le ire e le reazioni tedesche.
Nonostante le ferite morali e fisiche, tutte e tre le donne riuscirono a sopravvivere.
Maria Arata, che dei circa dieci arrestati di quel 4 luglio fu l’unica ad essere deportata in Germania, venne liberata dalle forze armate sovietiche il 30 aprile 1945. Dopo la guerra riprese il lavoro di insegnante. Ripercorse la sua vicenda di deportazione in un libro uscito con l’editore Mursia nel 1979, intitolato Il ponte dei corvi: diario di una deportata a Ravensbruck.
Laura Conti dopo essere stata liberata dal lager di Bolzano ritornò a studiare, laureandosi in medicina nel 1949. A fianco della professione sanitaria – come traumatologa e ortopedica dell’infanzia per l’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) – intraprese una carriera politica che ne sottolineò la forte sensibilità alle differenti questioni sociali. La Conti si iscrisse al Partito Comunista nel 1951 e, dopo un trascorso in Comune e in Regione, venne eletta nel 1987, in qualità di deputata alla Camera, nella Commissione per l’Agricoltura (collegio Firenze-Pistoia). Ambientalista sincera ed impegnata, nel suo dopoguerra portò avanti battaglie contro gli abusi edilizi ed i crimini ambientali, come ad esempio nel caso del disastro di Seveso (1976). Fu anche promotrice del Comitato scientifico di Legambiente e sostenne battaglie in favore del diritto all’aborto e per l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole. Portò avanti le sue idee tra le pagine di pubblicazioni come «l’Unità», ma scrisse anche libri sulla sua personale storia di deportazione (La condizione sperimentale, pubblicato nel 1965 da Mondadori) e sulla questione del rapporto tra uomo e ambiente: il libro del 1977, Che cos’è l’ecologia: capitale, lavoro e ambiente, è uno dei testi chiave per comprendere la nascita e lo sviluppo della questione ecologica in Italia.
Ada Buffulini, dopo essere stata liberata, rimarrà comunque nel campo di Bolzano per una ventina di giorni per perseguire due obiettivi: assistere i detenuti malati lì presenti e portare avanti la battaglia politica socialista, diffondendo materiale di propaganda e contribuendo ad organizzare il partito in città. Dopo il ritorno a Milano la Buffulini entrò nella direzione nazionale del Partito Socialista, per poi aderire, nell’anno della scissione di Palazzo Barberini, al Partito comunista italiano – PCI. Ada Buffulini non dimenticò mai la sua vicenda nel campo di Bolzano e si spese per tramandare la memoria di quanti avevano subito un’analoga sorte; entrò nell’Associazione nazionale ex deportati – ANED, il cui lavoro ancora oggi è fondamentale per quanti cerchino approfondimenti relativi al tema della deportazione, in particolar modo dall’Italia.
Luca Zanotta
Localizzazione
Indirizzo: via Garofalo, 44
Comune: Milano
Provincia: Milano (MI)
Regione: Lombardia
Coordinate geografiche: Latitudine 45.482955 – Longitudine 9.219335
FONTI
Bibliografia
A. Buffulini, Quel tempo terribile e magnifico. Lettere clandestine da San Vittore e dal lager di Bolzano e altri scritti, a cura di Dario Venegoni, Mimesis, Milano, 2015
ANED MILANO, I nuovi testimoni dei lager. Figli e nipoti di deportati raccontano, a cura di S. Ranieri e D. venegoni, Milano, Mimesis, 2010
V. Fieramonte, La via di Laura Conti: ecologia, politica e cultura a servizio della democrazia, Enciclopediadelledonne.it, 2021
Sitografia
ANPI, Maria Arata, scheda biografica pubblicata sul sito www.anpi.it consultato il 19/11/2024
Fondazione memoria della deportazione, Oltre quel muro. La resistenza nel campo di Bolzano 1944-45, mostra documentaria di Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi pubblicata sul sito fondazionememoriadeportazione.it consultato il 19/11/2024
Il campo di Ravensbrück e la testimonianza di Maria Arata, articolo pubblicato sul sito www.fondazionememoriadeportazione.it consultato il 19/11/2024
G. Mariatti, Ravensbruck, articolo pubblicato sul sito deportati.it consultato il 19/11/2024
Liberation Route Europa, Ada Buffulini, profilo biografico pubblicato sul sito ìwww.liberationroute.com consultato il 19/11/2024
F. Patuelli, Conti Laura, profilo biografico pubblicato sul sito scienzaa2voci.unibo.it consultato il 19/11/2024
ALTRE INFORMAZIONI
Data/e evento: 4/7/1944
Cognome / Nome: Buffulini Ada; Arata Maria; Conti Laura
Formazioni d’appartenenza: Fronte della gioventù, Partito Socialista Italiano
Data/e opera: /
Autore/i: /
Note: Sul luogo dei fatti non esiste alcuna lapide; a Laura Conti è dedicato in Milano un giardino pubblico tra via Michelino da Besozzo e via Chiari.
contatti
ABITAZIONE DI MARIA ARATA, IN VIA GAROFALO A MILANO
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